“Sono rimasto piacevolmente sorpreso dell’inaspettata attenzione che Gian Antonio Stella ha riservato al mondo dell’online e del Lotto, evidenziando l’esiguo introito percepito dallo Stato proporzionalmente ai miliardi incassati. Magari sarebbe
“Sono rimasto piacevolmente sorpreso dell’inaspettata attenzione che Gian Antonio Stella ha riservato al mondo dell’online e del Lotto, evidenziando l’esiguo introito percepito dallo Stato proporzionalmente ai miliardi incassati. Magari sarebbe stato opportuno fare un passo ulteriore e chiedersi il perché di questo incessante accanimento sulle sole AWP, massacrate sia a livello di tassazione che ridotte ai minimi termini nel numero di apparecchi. È evidente l’interesse strumentale dello Stato di garantire la crescita di alcune offerte di gioco a discapito del settore degli apparecchi da intrattenimento”.
Così Raffaele Curcio, presidente dell’Associazione Nazionale Sapar, commentando l’articolo a firma di Gian Antonio Stella dal titolo “Il boom del gioco d’azzardo. E lo Stato incassa le briciole”, pubblicato sull’edizione odierna del Corriere della Sera.
“C’è una strategia quasi diabolica – prosegue Curcio – da parte della nostra politica, impegnata quasi ad azzerare un settore che nel 2017 ha garantito un gettito pari a 5 miliardi, contro i 304.573.167 del gioco online, senza dimenticare il numero di occupati di questo comparto, che si riduce quasi a zero per l’online. Concordo con l’analisi di Stella, e aggiungo che ormai il governo non riesce più a nascondere la volontà di favorire i giochi che restituiscono cifre irrisorie alle casse dello Stato, ma che movimentano capitali miliardari e in continua crescita”.
Conclude quindi il presidente Sapar: “Questa operazione va al di là della tutela del giocatore potenzialmente patologico: qui stiamo parlando di guerra fra offerte di gioco, specchio degli interessi delle multinazionali, interessate ad eliminare il gioco fisico e favorire quella macchina incontrollabile che è il gioco online. Tesi dimostrata anche dalla modalità con cui si sta attuando la riduzione degli apparecchi, tramite una sorta di epurazione della filiera dei gestori, senza un criterio univoco e razionale”.
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