Una proposta della Lega in Consiglio regionale elimina la retroattività del “distanziometro”. “Impegnare Sindaco e Giunta a manifestare al presidente della Regione e al Consiglio regionale la contrarietà alla modifica
Una proposta della Lega in Consiglio regionale elimina la retroattività del “distanziometro”.
“Impegnare Sindaco e Giunta a manifestare al presidente della Regione e al Consiglio regionale la contrarietà alla modifica della legge regionale 9/2016 contro il gioco d’azzardo patologico, a promuovere iniziative di coinvolgimento dei cittadini in difesa di tale legge, ad attivarsi nei confronti delle forze di Governo affinchè elaborino politiche di riduzione dell’offerta di gioco procedendo a una nuova regolamentazione del settore”. Questi gli intenti dell’OdG che i gruppi del Partito Democratico e Cuneo Solidale Democratica presenteranno lunedì 17 e martedì 18 Febbraio al Consiglio comunale di Cuneo. Il riferimento è ad una proposta della Lega che vorrebbe eliminare la retroattività sul distanziometro della legge regionale, norma che prevede una distanza minima tra slot machine e e una serie di “punti sensibili” come scuole,banche,bancomat e altri ancora. Una proposta che l’attuale maggioranza in Consiglio regionale sarebbe intenzionata ad approvare.
Cuneo Solidale e Partito Democratico si oppongono con decisione alla modifica, anche in considerazione dei risultati che la norma sta ottenendo: “L’IRES ha sottolineato che nel 2018, mentre il gioco fisico è cresciuto a livello nazionale (+1,6%), in Piemonte abbiamo assistito a una sua diminuzione (-9,7%, pari a 497 milioni di euro giocati). Si è verificata anche una diminuzione delle perdite: -17,8% in Piemonte, -2,9% in Italia. Il CNR ha confermato che nei Comuni dove sono stati applicati orari più restrittivi e distanziometri si sono ridotti i volumi di gioco. Il denaro investito dai piemontesi nell’azzardo si è ridotto di circa 500 milioni di euro in soli due anni, le perdite di oltre 200 milioni”. Anche la Società Italiana Tossicodipendenze Sezione Piemonte e Valle d’Aosta ha assunto in merito una posizione molto netta, precisando che un ritorno alla situazione ante legem avrebbe un “impatto disastroso e provocherebbe una nuova impennata di gioco problematico e patologico”.
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