Cryptovalute: le novità per il 2023

L’art. 1 co. 126 della Legge n. 197/2022 (Legge di bilancio 2023) ha ridefinito la normativa fiscale che riguarda le valute virtuali detenute da soggetti fiscalmente residenti in Italia, superando le precedenti disposizioni di prassi (Risoluzione n. 72/E/2016). La novità sostanziale è che le cryptovalute non sono più assimilate alla valuta estera.

Nel confermare la tassa del 26% sulle plusvalenze superiori a 2.000 euro, la norma specifica che per cryptoattività debba intendersi una rappresentazione digitale di valori e di diritti, ragion per cui oltre ai classici token sono compresi le utility token e gli NFT.

Le operazioniu in cryptovalute, comunque, diventano rilevanti solo in caso di conversione in moneta corrente (euro, dollaro, ecc.), mentre la permuta tra cryptoattività  aventi uguali caratteristiche e funzioni non assume rilievo a livello fiscale.

Il fatto che Bitcoin e similari non siano più correlati alle valute estere crea un problema ai suoi detentori, in quanto in precedenza le plusvalenze non generavano reddito sino alla soglia di 51.645,69 euro per almeno 7 giorni lavorativi continui. Adesso, invece, basta superare la soglia dei 2000 euro.

Va da se’ che le imposte sulle plusvalenze dovranno essere pagate anche in caso di successione o donazione.

Da segnalare infine l’introduzione di una sanatoria per chi ha omesso di indicare in dichiarazione dei redditi le cryptoattività detenute entro il 31 dicembre 2021. La regolarizzazione richiede il versamento per ogni anno di una sanzione ridotta dallo 0,5% del valore delle attività non dichiarate.

Prevista anche un’imposta di bollo annuale del 2 per 1000 sul valore delle attività in portafoglio.

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