“L’apporto di chi racconta i fenomeni di dipendenza è importante come le azioni messe in campo per contrastarne la diffusione”. E’ il presidente dell’associazione Art’s Up Michele Casula, a spiegare
“L’apporto di chi racconta i fenomeni di dipendenza è importante come le azioni messe in campo per contrastarne la diffusione”. E’ il presidente dell’associazione Art’s Up Michele Casula, a spiegare la scelta di mettere alla prova i giornalisti, che volontariamente, oggi si sono misurati con due percorsi che usualmente affrontano i giocatori patologici, piuttosto che i dipendenti da sostanza, come ogni altra persona che in difficoltà si rivolga alle strutture pubbliche sul territorio, i SERT, come alle associazioni del terzo settore. E’ questo l’obiettivo della conferenza stampa che si è tenuta oggi a Bologna presso il Be20, in cui la presentazione dell’evento di Rimini, del prossimo 12 marzo, comincerà alle ore 10 in Piazza Cavour e si concluderà alle 16 al Teatro degli Atti.
“L’idea di coinvolgere direttamente i giornalisti e ‘metterli alla prova’ per fornire loro strumenti diretti per comprendere i fenomeni di dipendenza, in generale, che siano da gioco, sesso o sostanze” – ha spiegato Casula – “nasce dall’esperienza che viviamo tutti i giorni, ma anche dal modo in cui le dipendenze vengono raccontate che forse non aiuta tutti a chiedere aiuto”. Combinare alla doverosa funzione di ritrarre la realtà e i fatti di cronaca con l’apporto di chi vive e cura le dipendenze da sempre. Il percorso con cui si sono misurati i giornalisti riproduce in piccolo gli obiettivi della giornata di gioco, sensibilizzazione e informazione che ART’S UP ha organizzato il 12 marzo a Rimini. Correlato con la presenza di diversi esperti che si confronteranno sulle diverse strategie di prevenzione.
IL LABORATORIO F.I.T.: FORMA-INFORMA- TRASFORMA – Il moderatore del laboratorio esperienziale è stato lo stesso presidente Michele Casula, ideatore del metodo F.I.T. Forma-Informa-Trasforma, che rende semplice un meccanismo complesso come il risveglio emozionale e la ricerca del se’.
I giornalisti hanno vissuto una esperienza artistica su base olistica e si sono misurati con le loro potenzialità in materia di comunicazione relazionale: un concetto innovativo di formazione cioè l’espressione artistica come soluzione terapeutica.
LABORATORIO MAKOS – Nada Starcevic, ricercatrice, è autrice di diversi libri sulla vita di coppia, esperta di educazione sessuale, di disagio e depressione giovanile, ha osservato il laboratorio interpretando i disegni elaborati dai partecipanti e ha introdotto il concetto di “alessitimia.
E’ questo il vero filo conduttore che unisce tutte le dipendenze. Per questo ho visto che la mia ricerca di questi anni che si rivolge sempre di più all’osservazione e alla stimolazione dei bisogni endogeni, sia la strada per veicolarli dall’ inconscio verso l’espressione, o meglio verso l’espressione di Sé che è la chiave per superare un comportamento dipendente o peggio compulsivo”.PressGiochi