Tra gennaio e marzo il numero dei nuovi ricorsi complessivamente pervenuti alle Corti di giustizia tributaria è 53.048 controversie, nello stesso periodo le contese definite sono state 47.639. Nel primo
Tra gennaio e marzo il numero dei nuovi ricorsi complessivamente pervenuti alle Corti di giustizia tributaria è 53.048 controversie, nello stesso periodo le contese definite sono state 47.639.
Nel primo trimestre del 2023 si registra un incremento dei nuovi ricorsi nel primo grado di giudizio rispetto lo stesso periodo del 2022, correlato alla ripresa delle attività di riscossione e controllo dei tributi da parte degli enti della fiscalità a seguito della cessazione del periodo emergenziale Covid-19 (+52%). Nel secondo grado, gli appelli registrano una leggera diminuzione, restando sostanzialmente ai livelli dell’anno precedente (-2%). Il raffronto annuale del primo trimestre rileva che le definizioni si riducono in entrambi i gradi di giudizio (-3,6% in primo grado e -7,8% nel secondo grado).
Il confronto con il primo trimestre del 2022 mostra un forte incremento del nuovo contenzioso verso l’AE-Riscossione (+176,75%), gli Altri Enti (+89,83%), gli Enti Territoriali (+36,89%), l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (+31,29%) e, in modo più moderato, verso l’Agenzia delle Entrate (+5,33%).
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è tra gli Enti impositori che registrano la percentuale più alta di esiti completamente favorevoli con il 60,29%, il cui valore economico (pari a 112,56 mln) costituisce il 78,68% del valore complessivo delle controversie definite in cui è parte lo stesso Ente.
Complessivamente, le controversie pendenti crescono rispetto al 31 marzo dell’anno precedente del 5,12%, anche se a trainare il segno positivo è soprattutto la pendenza del primo grado di giudizio (+18,76% in primo grado a fronte di un -10,79% nel secondo grado). Si consolida l’utilizzo delle funzionalità per la redazione digitale delle sentenze, che si attesta all’88% dei provvedimenti depositati, con il tempo medio per il deposito pari a 49,6 giorni. Questa, in sintesi, la fotografia del rapporto del dipartimento delle Finanze, pubblicata ieri 20 giugno 2023.
Nel periodo gennaio-marzo 2023, i ricorsi pervenuti complessivamente presso le Corti di giustizia tributaria sono stati 53.048, dei quali 41.928 in primo grado e 11.120 in appello, in aumento rispetto a quanto registrato nell’analogo periodo del 2022 (+36,39%, pari a +14.155 controversie). In particolare, il confronto su base annua registra in primo grado un aumento delle nuove controversie (+52,41%), mentre nel secondo grado i nuovi appelli diminuiscono (-2,31%). L’incremento in primo grado è correlato alla ripresa delle attività di riscossione e di controllo dei tributi da parte degli enti della fiscalità, dopo il periodo emergenziale collegato al Covid-19.
Il valore complessivo dei nuovi ricorsi, pari a 7,1 miliardi di euro, diminuisce del 9,42% in primo grado, mentre è sostanzialmente analogo in appello (+0,35%). Nello stesso periodo sono state definite complessivamente 47.639 controversie, delle quali 33.440 in primo grado e 14.199 in appello, con una diminuzione tendenziale delle decisioni depositate pari al 4,86% (-2.432 controversie) rispetto al corrispondente trimestre del 2022, meno marcata nel primo grado (-3,53%) rispetto al secondo grado (-7,84).
Presso le Cgt di primo grado, nel primo trimestre 2023 la percentuale di giudizi completamente favorevoli all’Ente impositore è stata pari al 49,42% dei provvedimenti emessi, per un valore complessivo di 2.097,53 milioni di euro (che corrispondono al 59,55% del valore complessivo dei ricorsi definiti nel periodo); la percentuale di giudizi completamente favorevoli al contribuente si è attestata al 29,21%, per un valore complessivo pari a 544,44 mln di euro (che corrispondono al 15,46% del valore complessivo dei ricorsi definiti nel periodo). La percentuale delle cause concluse con giudizi intermedi è del 9,24%, per un valore complessivo di 414,72 mln di euro.
Nelle Cgt di secondo grado, le cause concluse con giudizi completamente favorevoli all’Ente impositore sono il 53,45% dei provvedimenti emessi, per un valore complessivo pari a 2.077,34 mln di euro (che corrispondono al 67,69% del valore complessivo degli appelli definiti nel periodo); la percentuale di giudizi completamente favorevoli al Contribuente è il 27,96%, per un valore complessivo pari a 432,43 mln di euro (che corrispondono al 14,09% del valore complessivo degli appelli definiti nel periodo). La percentuale delle cause concluse con giudizi intermedi è dell’8,23%, per un valore complessivo di 262,02 mln di euro. Il 53,79% delle controversie definite in entrambi i gradi di giudizio registrano una compensazione delle spese di giudizio; il 30,33% delle stesse sono state poste a carico del contribuente, mentre il restante 15,88% è a carico dell’ufficio. Le istanze di sospensione accolte nel primo grado di giudizio rappresentano il 27,60% delle istanze complessivamente decise e il loro valore, pari a 814,49 mln di euro, rappresenta il 50,76% del valore complessivo; le istanze di sospensione accolte nel secondo grado rappresentano il 23,23% delle istanze complessivamente decise e il relativo valore è pari a 100,11 mln di euro, che rappresenta il 31,94% del valore complessivo. Le pendenze, che al 31 marzo 2023 si attestano a 275.562 unità, registrano una crescita del 2% rispetto al 31 dicembre 2022 (+5.409), e del 5,12% (+13.430) rispetto al 31 marzo 2022.
Il 17,1% delle controversie trattate in udienza è stato discusso da remoto, dato in linea con quello congiunturale (18,1%), mentre il confronto tendenziale con il dato rilevato nello stesso trimestre dell’anno precedente (40,5%) mostra una netta riduzione delle udienze a distanza, determinata dalla cessazione del periodo emergenziale e dalla conseguente decisione dei giudici tributari di incrementare lo svolgimento delle udienze presso le sedi delle Corti di giustizia tributaria.
L’88,2% delle sentenze e degli altri provvedimenti definitori depositati nel periodo è stato redatto digitalmente, e il tempo medio di deposito risulta pari a 49,6 giorni, nettamente inferiore rispetto al tempo medio dei provvedimenti cartacei depositati, pari a 102,3 giorni.
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