Questa mattina, nel vertice a Palazzo Chigi, è arrivata l’intesa: in tutto 42 nomine, 32 sottosegretari e 10 viceministri. La maggioranza va ai Cinquestelle con 21 esponenti, 18 per il
Questa mattina, nel vertice a Palazzo Chigi, è arrivata l’intesa: in tutto 42 nomine, 32 sottosegretari e 10 viceministri. La maggioranza va ai Cinquestelle con 21 esponenti, 18 per il Pd, due per Leu, uno al Maie. I viceministri sono 6 in quota M5S, 4 per il Partito democratico. Solo quattordici le donne. Il giuramento avverrà lunedì mattina.
I viceministri. All’Economia vanno Antonio Misiani per il Pd (senatore della commissione bilancio, tesoriere del Pd con Bersani segretario) e Laura Castelli per i 5Stelle. Stefano Buffagni (M5s) – vicino a Davide Casaleggio – sarà viceministro allo Sviluppo economico. Viceministre degli Esteri sono Marina Sereni (Pd) – che Zingaretti ha voluto in segretaria e che nella scorsa legislatura è stata vicepresidente della Camera – e Emanuela Del Re (M5s): per lei si tratta di una riconferma.
Gli altri viceministri sono il 5Stelle Giancarlo Cancelleri (leader dei 5Stelle in Sicilia) alle Infrastrutture; il 5Stelle Pierpaolo Sileri – un chirurgo – alla Salute, mentre la dem – e renziana ortodossa – Anna Ascani andrà all’Istruzione. All’Interno saranno viceministri Matteo Mauri (Pd) e Vito Crimi (M5s) – l’uomo delle battaglie contro Radio radicale – che perde la casella di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria.
I sottosegretari. L’importante delega all’editoria va ad Andrea Martella del Pd. L’altro sottosegretario alla presidenza del Consiglio sarà Mario Turco, dei Cinquestelle, alla programmazione economica e investimenti. Sottosegretari ai rapporti con il Parlamento sono Simona Malpezzi, Pd (renziana) e Gianluca Castaldi (Cinquestelle). Agli Esteri come sottosegretari vanno Ivan Scalfarotto (Pd) (renziano, promotore dei comitati civici dell’ex premier); Manlio Di Stefano (Cinquestelle, vicino a Di Maio, riconfermato) e Riccardo Merlo (Maie, il Movimento per gli italiani all’estero, che ha votato la fiducia al governo giallo-rosso. Era già sottosegretario nel governo gialloverde). Agli Interni vanno Carlo Sibilia (M5S, riconfermato) e Achille Variati (Pd), ex sindaco di Vicenza.
Alla Giustizia Antonio Ferraresi (M5S, anche per lui una riconferma) e Andrea Giorgis (Pd). Agli Affari europei Laura Agea (M5S). Alla Difesa: Angelo Tofalo (M5S, già sottosegretario nel governo gialloverde, noto anche per una serie di gaffe e per la foto in tuta mimetica e mitra) e Giulio Calvisi del Pd. All’economia Alessio Villarosa (M5S) (riconfermato) Pierpaolo Baretta (Pd) e Cecilia Guerra (Leu). Al Mise Alessandra Todde (M5S), Mirella Liuzzi (m5s) , Gianpaolo Manzella (finora assessore nella giunta Zingaretti) e la renziana Alessia Morani. Alle Politiche agricole: Giuseppe L’Abbate (M5S). All’ambiente: Roberto Morassut. Alle infrastrutture Roberto Traversi (m5s) e Salvatore Margiotta (Pd). Al Lavoro: Stanislao Di Piazza e Francesca Puglisi. All’Istruzione Lucia Azzolina e Giuseppe De Cristofaro (Leu). Alla Cultura: Anna Laura Orrico (M5S) e Lorenza Bonaccorsi (Pd, con delega al turismo, assessora uscente nella giunta Zingaretti). Alla Salute la dem – e prodiana – Sandra Zampa.
Sul fronte giochi la domanda che tutti si fanno è chi sarà a gestire la delega ai giochi nel Conte bis. Se nel Governo giallo verde l’incarico era stato affidato a Alessio Mattia Villarosa del M5S che più volte aveva espresso le difficoltà a gestire un settore tanto complesso, non è escluso che a riassumere l’incarico sia proprio l’ex sottosegretario PierPaolo Baretta, autore dell’intesa conclusa in Conferenza Stato-Regioni e mai attuata.
Di certo si tratta di due approcci al settore totalmente diversi. Se il M5S ha gestito il rapporto con l’industri in questo ultimo anno e mezzo nel segno della chiusura, PierPaolo Baretta è ricordato per aver sempre aperto le porte dei propri uffici per ascoltare le esigenze delle aziende, da buon sindacalista quale è.
E’ certo che il Movimento non rinuncerà a dire la sua su un tema, quello del gioco, che rappresenta una delle principali battaglie del gruppo. Dall’altro lato, il PD, solo pochi mesi fa aveva osteggiato con forza gli interventi posti all’interno del Decreto Dignità sulla questione.
Staremo a vedere quale equilibrio riusciranno a trovare…
PressGiochi