Si è tenuto questo pomeriggio presso Palazzo Cesaroni, sede del Consiglio regionale dell’Umbria la discussione del consiglio sulla “Relazione sul monitoraggio degli adempimenti concernenti l’attuazione della legge regionale n. ’21/2014′
Si è tenuto questo pomeriggio presso Palazzo Cesaroni, sede del Consiglio regionale dell’Umbria la discussione del consiglio sulla “Relazione sul monitoraggio degli adempimenti concernenti l’attuazione della legge regionale n. ’21/2014′ che reca Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico.
La relazione del Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull’amministrazione regionale, elaborata dai relatori Raffaele Nevi (FI) e Carla Casciari (Pd) ha evidenziato e denunciato nelle scorse settimane la mancata attuazione della legge sul contrasto alla ludopatia. In particolare, ha affermato Nevi, ‘la legge regionale non è stata attuata.
“E’ necessari attuare le delibere che vengono prese in questa aula. Nel comitato di monitoraggio e vigilanza – ha dichiarato il consigliere Nevi intervenendo in Aula – abbiamo iniziato a lavorare per far comprendere al Consiglio il punto di attuazione di molti atti di legge adottati dall’Aula. La fotografia che ne scaturisce è una immagine seria in quanto molti atti approvati dal Consiglio non vengono attuati dalla Giunta regionale e quindi qualcosa non funzione.
Lo scopo del Comitato in questo casoè quello di analizzare l’attuazione della legge regionale 21 del 2014 sulla prevenzione della dipendenza da gioco d’azzardo. Abbiamo speso molto tempo per costruire questa legge, per portarla alla definitiva approvazione, ma ad oggi molte delle azioni previste non sono state messe in atto dalla Giunta. Si tratta di molte azioni importanti per contrastare il gioco patologico. Si è discusso a lungo su come scoraggiare il gioco senza limitare la libertà individuale. Soprattutto con la diffusione delle slot nei bar.
Questo problema cresce sempre più nel tessuto sociale. Tante le proposte di prevenzione per sostenere le persone dipendenti da gioco, che avrebbero dovuto essere avviate. Per rimuovere le slot dai bar avevamo previsto un intervento fiscale con sgravi Irap per gli esercenti no-slot e un aumento dello 0,92 dell’Irap per gli esercizi che mantenevano il gioco. Veniva prevista una rilevazione sul territorio degli esercizi con apparecchi di gioco. Tante attività da avviare entro 30 giorni e ad oggi mai attuate.
Si prevedeva anche la clausola valutativa con la relazione annuale sui risultati in termini di prevenzione e contrasto dal Gap ottenuti dalla Regione; relazione mai trasmessa.
Per questo abbiamo monitorato l’attuazione della legge constatando il fatto che la legge è completamente inattuata.
La Giunta regionale, – ha concluso Nevi – ha deliberato la formazione i gestori dei locali per la prevenzione dalla ludopatia. Il numero verde è stato attuato il 1 marzo 2016 ma nessuna campagna comunicativa è stata realizzata. Occorre vigilare su come la giunta regionale adempie alle delibere di questa aula altrimenti corriamo il rischio di fare cose inutili”.
Carla Casciari del Pd ha ricordato che: “Alla legge sul Gap hanno lavorato molti soggetti anche attivi nel fronte del sociale. Il decreto Balduzzi ha inserito il Gap nei LEA come dipendenza comportamentale e l’Umbria ha riscontrato una prevalenza del gioco problematico pari a quella riscontrata a livello nazionale; 10mila umbri hanno un profilo di gioco problematico. Dal 2013 al 2015 sono cresciute dell’89% le persone curate dai Sert.
La Giunta regionale, con la delibera del 29 ottobre 2015, ha adottato il Piano operativo regionale per la prevenzione, il contrasto e la cura del gioco d’azzardo patologico, elaborato da un gruppo di lavoro della struttura regionale composto dai servizi coinvolti nel quale vengono dettagliate e coordinate le azioni necessarie agli adempimenti previsti dalle legge.
Siamo intervenuti su istruzione, sicurezza urbana, trattamento della patologia. Abbiamo attivato un Gruppo di lavoro che ha portato ad un Piano operativo regionale con dettagliate azioni e risorse necessarie. La Regione ha attivato il Centro regionale affidato ad Asl Umbria 2 a Foligno dove è stato attivato un numero verde con il compito di accogliere e prendere in carico i soggetti che ne hanno effettivamente bisogno, sia i giocatori che famigliari. Il percorso di accoglienza è partito eccome- replica la consigliera Casciari.
E’ stata prevista l’applicazione della riduzione Irap per gli esercenti no-slot dal 1 gennaio 2017. Per i corsi di formazione destinati agli operatori sociali, la Giunta ha deliberato il Piano operativo e sono oggi in corso di svolgimento i vari percorsi di formazione ‘Umbria no-slot’ – avviato il 20 aprile che prevede 10 giornate formative. Sulla formazione dei gestori dei locali i ritardi sono dovuti al fatto che la modifica Irap ha rallentato gli interventi relativi anche se sono stati definiti gli standard del percorso formativo, parametri e costi.
I ritardi nell’istituzione del marchio regionale ‘No slot’ per gli esercizi pubblici che decidano di non installare o disinstallare gli apparecchi per il gioco lecito sono dovuti alle modifiche di legge che la Giunta regionale ha proposto al fine di migliorare l’applicabilità e la comprensibilità del testo.
L’utilizzo della leva fiscale, ossia la riduzione dell’Irap per gli esercenti che rimuovono o scelgono di non installare apparecchi per il gioco lecito, ha richiesto una revisione della legge contro la ludopatia, affinché il beneficio possa riguardare solo chi rimuove gli apparecchi. È stato anche necessario ridefinire (in 500 metri) in maniera univoca la distanza minima consentita per l’apertura di nuove sale da gioco o l’installazione di nuovi apparecchi per il gioco rispetto ai luoghi sensibili. La formazione dei gestori e del personale delle sale da gioco e dei locali in cui sono installati apparecchi per il gioco lecito sconta i ritardi dovuti alle modifiche apportate alla legge, anche se nella delibera di Giunta sono stati definiti gli standard del percorso formativo.
Sono piccoli rallentamenti – ha concluso Casciari – per l’applicazione di una legge complessa che coinvolge molte parti delle istituzioni. Occorre attivare una rete di collaborazione costante e i leggeri ritardi spero vengano colmati quanto prima”.
“Nevi nella sua relazione dimentica che la ludopatia è un disturbo che sta aggredendo sempre più fette di popolazione – ha tuonato Luca Barberini ex ass. alla sanità regionale -. E’ vero che la legge va applicata ma nella legge si invocano alcuni interventi non applicabili. Pensiamo agli interventi fiscali per ridurre le slot. Chiunque può farsi ridurre l’irap denunciando di non voler installare giochi anche se non era assolutamente intenzione nelle proprie attività ad offrire giochi. Questo è stato un errore su cui dobbiamo intervenire. Dobbiamo favorire solo chi le slot le toglie e chiarire con nettezza dove poterle installare. Dobbiamo fissare distanze certe e luoghi sensibili prestabiliti. Questo è la modifica che serve e il rallentamento nasce anche da questi problemi.
Il censimento sull’offerta da gioco – ad esempio – va fatta attraverso i Monopoli di Stato senza spendere risorse in maniera autonoma per realizzarla noi”.
VALERIO MANCINI (Lega Nord): “GOVERNO RENZI AUTORIZZA 30MILA ESERCIZI IN PIÙ PER L’AZZARDO MA LA VERA MEDICINA È TOGLIERE LE SLOT MACHINE – La questione slot machine l’ha voluta il governo Renzi che nel decreto stabilità ne ha previste quasi 30mila in più, con 1miliardo di euro per maggiori entrate dovute all’incremento di esercizi con slot machine. É come mettere un bambino goloso a lavorare alla Perugina e pretendere che non mangi cioccolatini. Ma questa è una epidemia, come si vede dai numeri: quanti milioni di euro totalizzano 264 euro per abitante moltiplicato per 900mila abitanti? Oltre 260 milioni di euro all’anno. La vera medicina per risolvere il problema ludopatia è togliere le macchinette. Quindi cari colleghi del Pd parlate con Renzi e ditegli di togliere le slot machine. Del resto, se si possono togliere i soldi alle famiglie dalle banche, sarà facile togliere le slot dai bar. La ludopatia costa troppo? Chi ha creato il problema ha l’obbligo poi ‘curarlo’. E chi ne soffre sono le fasce più deboli, che non hanno la possibilità di guadagnare nella vita reale e si affidano all’illusoria speranza del gioco d’azzardo. E dopo viene fuori il problema usura, perché molte di queste persone cadono poi nel vortice degli strozzini. Questo è il problema da affrontare”.
CLAUDIO RICCI (RP): “CLAUSOLE VALUTATIVE LONTANE DAL PERIODO DI RIFERIMENTO – Sarebbe importante che le clausole valutative non fossero molto lontane nel tempo dal periodo cui si fa riferimento. L’ottima tabella parametrica presentata dal presidente del Comitato di monitoraggio Raffaele Nevi fa riferimento al 2014, una distanza già eccessiva rispetto alle azioni correttive che si potrebbero determinare. Credo che per risolvere parzialmente questo tipo di problemi bisogna ‘prosciugare l’acqua’: C’è un solo modo: il controllo, chiedendo l’aiuto delle amministrazioni locali, sugli spazi destinati a tale tipologia di gioco, per controllare se ci sono tutti i requisiti che li rendono adeguati. Solo prosciugando tale acqua si possono ottenere risultati operativi adeguati. Poi i livelli informativi: deve essere approfondita la sintesi delle informazioni, con l’osservatorio o comunque una maggiore incisività nel mettere insieme le informazioni regionali, quelle dai comuni con quelle degli organi di controllo, a partire dalla Finanza. Le informazioni esistono, ma sono sconnesse . Se messe insieme, il risultato sarebbe più efficace. Infine bisogna discutere sul marketing che chi attiva tali luoghi fa per attrarre i clienti, sulla promozione di tali spazi, un tipo di marketing a volte sconnesso dalla normativa. Anche questo elemento sia spunto di riflessione per la clausola valutativa”.
ANDREA LIBERATI (M5S): “LA LUDOPATIA È UN AZZARDO DI STATO – A causa di conflitti di interesse di politici nazionali non riusciremo mai da qui ad affrontare concretamente questo problema. Dobbiamo avere il coraggio di vedere che le aziende del gioco danno finanziamenti alla politica. Sono elementi fondamentale su cui il monitoraggio deve essere stringente. C’è una questione affaristica e morale sottostante da analizzare. Dovremmo inibire dai nostri media questo genere di attività che invece tutti i giorni bombarda e travia una parte non irrilevante della popolazione. C’è molto da fare, e la clausola valutativa dimostra che la legge non è attuata”.
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