Non subire la riforma ma esserne parte attiva tra i protagonisti capaci di supportare le istituzioni verso un progetto di riforma chiaro, equilibrato, sostenibile ed inclusivo. Con questo scopo la
Non subire la riforma ma esserne parte attiva tra i protagonisti capaci di supportare le istituzioni verso un progetto di riforma chiaro, equilibrato, sostenibile ed inclusivo.
Con questo scopo la nuova presidenza di Sistema Gioco Italia – la federazione che rappresenta il gioco all’interno di Confindustria – guidata oggi da Gennaro Parlati presenta quelli che saranno i suoi prossimi obiettivi nei mesi a venire.
“La normativa fiscale e il tema territoriale condizionano pesantemente l’operatività del settore. Come nuovo presidente di SGI – ha affermato Parlati – vorrei individuare un ideale condiviso e migliorare la nostra capacità di confronto e dialogo dell’intero settore. Gli obiettivi che ci poniamo si possono sintetizzare in tre parole: dialogo, confronto e collaborazione.
Serve migliorare il rapporto con le parti istituzionali, inclusa ADM. Sappiamo che c’è la legge delega, ma non sappiamo se i tempi permetteranno di approvarla o meno. Aldilà di questo, prima o poi la riforma andrà fatta, visto che il settore vive situazioni allo sbando, considerate anche le scadenze in essere e la presenza di normative sul territorio che impediscono l’attività del gioco legale”.
Questi gli obiettivi di SGI:
“Dovremo avviare e mantenere vivo il dialogo interno al comparto, indispensabile per poter giungere ad un documento unitario. Negli anni – ha continuato Parlati – tutti coloro che sono stati chiamati ad occuparsi di gioco hanno evidenziato la problematicità del settore di essere rappresentata da troppe proposte e voci non concordi. Molti sono i macro temi – come fiscalità, tutela del consumatore, lotta all’illegalità – che possono accomunare tutte le sigle associative. Per questo ritengo che si possano trovare argomenti di convergenza per realizzare, per la prima volta, un documento che porti la firma di tutta la filiera del settore.
E’ evidente che il tavolo sarà aperto e vorremmo che da questa discussione preventiva al confronto con le istituzioni possa nascere un documento funzionale all’opera di riordino del settore. La partita in gioco è talmente importante, perché parliamo di una riforma che non modificherà un prodotto o un servizio ma che rimodulerà interamente tutto il sistema Gioco. Per questo il settore non può presentarsi con proposte discordanti e divisive.
Questa attività di SGI sarà utile e ci doteremo di 4 tavoli tecnici ai quali invitare i principali referenti”.
La modalità di lavoro – spiegano in Sistema Gioco Italia – si svilupperà tramite 4 Technical Committes quali: Scommesse e online; AWP e Vlt; Bingo; Ippica. La partecipazione al lavoro ai 4 technical Committees sarà allargata alle expertise tecniche degli interlocutori istituzionali di riferimento.
Il Gruppo tecnico ‘ La riforma del gioco legale’ lavorerà per il più ampio coinvolgimento di tutte le componenti federali a partire dal coinvolgimento di importanti Associazioni di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici. Avvierà confronti e collaborazioni con rilevanti organizzazioni di rappresentanza del mondo Confindustria, con l’obiettivo di ampliare le sinergie di Sistema, lavorare ad una valorizzazione della componente industriale del Settore, avviare momenti di approfondimento e confronto su temi dell’innovazione che impattano in modo rilevante nel settore.
“Tenderemo ad allargare il tavolo – conclude il neo presidente – agli interlocutori istituzionali. Da troppo tempo manca un confronto di questo tipo, la pandemia ha creato un blackout anche nella interlocuzione.
Il lavoro prodotto dai quattro tavoli tecnici confluirà poi nel Gruppo di lavoro Sistemi Innovativi e tecnologici che dovrà tradurre il tutto in proposte da presentare alle istituzioni.
La lotta all’illegalità e il ruolo di presidio che hanno gli operatori sul territorio sono le principali armi che il settore ha per mostrare il suo ruolo nella società a tutela del cittadino giocatore e della società. E’ un messaggio che andrà potenziato sempre”.
Ad intervenire anche il Presidente di Federbingo, Italo Marcotti, che ha riferito come dall’inizio dell’anno si siano perse tre concessioni. “Ad oggi sono 188 e la situazione è tragicomica” ha detto. “Stiamo cercando di far capire alla politica la necessità di rimettere mano ai costi legati alla nostra concessione e non si riesce. E’ un cattivo e frustrante segno per il futuro degli imprenditori. Non c’è motivo per il quale non si possa pensare di rivedere il canone del Bingo. Nel 2015 quando parte il canone oneroso per 2.800 euro mese, esso incideva per il 2,58% sul fatturato medio di ogni singola sala. Nel 2019 il canone era salito a 7.500 euro mese ed incideva per il 6,62%.
Facendo la somma tra gettito prodotto e canone richiesto lo Stato che dovrebbe ricevere per legge il 12% ne riceve il 13,19%. Per la filiera resta non un 18% ma un 16,81%.
Sono numeri che portano al fallimento della nostra rete.
Il canone dovrebbe crescere in maniera proporzionale alla sua capacità di produrre valore mentre con noi è capitata la cosa contraria. Il Bingo occupa quasi 10mila persone e rappresentiamo solo l’1,5% del paniere ADM. Parliamo di un gioco non patologizzante. Abbiamo con SGI e Fipe fatto azioni comuni senza riuscire ad ottenere risultati. Questo la dice lunga sulle problematiche del settore. L’obiettivo deve essere quello di convogliare tutte le forze del settore verso un unico obiettivo e con un’unica voce per il suo futuro”.
Elio Pautasso di FederIppodromi ha evidenziato come anche il settore ippico richieda da tempo di essere riformato con temi che potrebbero essere legati al settore del gioco e delle scommesse. “Una proposta che vorremmo fare è quella di ospitare nei 40 ippodromi presenti sul territorio nazionale delle zone dedicate al gioco e che una parte della fiscalità del gioco venga destinata alla filiera, una filiera molto lunga che va dall’allevamento, all’allenamento alle attività di intrattenimento dentro gli ippodromi. Altra proposta è quella di riconvertire e ristrutturare alcuni ippodromi anche con l’obiettivo di razionalizzare il mercato”.
Cristina Doganini – PressGiochi
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