Nel maggio 2015 il Comune di Como aveva aderito, in qualità di Capofila con altri partner, al progetto “Quando il gioco si fa duro” realizzando, nel periodo ottobre 2015 –
Nel maggio 2015 il Comune di Como aveva aderito, in qualità di Capofila con altri partner, al progetto “Quando il gioco si fa duro” realizzando, nel periodo ottobre 2015 – agosto 2016, la mappatura geo-referenziata degli esercizi commerciali, una serie di conferenze pubbliche nei quartieri e nelle scuole (peer education), una sessione formativa per agenti di polizia locale, vari eventi pubblici di sensibilizzazione sul tema, un convegno di coordinamento dei progetti finanziati sul territorio provinciale, l’elaborazione delle linee giuda per l’emanazione di un’ordinanza sindacale per la regolamentazione degli orari degli esercizi commerciali.
Si sono così raggiunti lo scorso anno importanti risultati come la maggior consapevolezza del fenomeno e delle sue manifestazioni e la maggior conoscenza dei fattori di rischio. Il progetto ha sviluppato azioni diversificate che hanno aumentato l’attenzione su un tema la cui pericolosità risulta però ancora presente per la popolazione con particolare riferimento alle fasce di vulnerabilità.
Quando la Regione Lombardia, a marzo, ha emesso un nuovo bando dedicato agli Enti locali per lo sviluppo e il consolidamento di azioni di contrasto al gioco d’azzardo patologico, con un finanziamento in particolare per progetti in continuità con quelli già realizzati, il Comune ha aderito insieme ai Partner della rete che si era già creata nel precedente progetto.
A seguito della presentazione del nuovo progetto, Regione Lombardia ha comunicato l’ammissione al finanziamento le cui azioni partiranno dal 3 luglio e si concluderanno il 3 luglio 2018. I partner hanno deciso di proseguire l’attività sia per consolidare l’attenzione della popolazione e proseguire alcune azioni di supporto alla cura sperimentate con successo, sia per capitalizzare l’esperienza precedente e incidere maggiormente nel contrasto al gioco d’azzardo con strumenti efficaci e controlli negli esercizi, tra cui l’emanazione di un’ordinanza sindacale condivisa. I principali ambiti di intervento saranno: informazione/comunicazione, la formazione, l’ascolto e l’orientamento, la mappatura, ‘azioni no slot’ e infine controllo e vigilanza.
I progetto prevede di realizzare in particolare: incontri di sensibilizzazione e informazione sui territori dei comuni partner coinvolgendo associazioni non partner e la popolazione; uno spettacolo teatrale realizzato per gli studenti di cinque; una campagna informativa; almeno tre incontri di monitoraggio e coordinamento realizzati dalla rete; una azione finale di restituzione degli esiti alla popolazione; momenti formativi tenuti da esperti per Agenti di Polizia Locale e altre forze dell’ordine formazione per gli amministratori per sostenere la programmazione locale riguardo agli aspetti legali e normativi e evidenziare buone prassi e strategie comuni. Formazione di studenti “peer educators” negli stessi Istituti coinvolti nel precedente progetto, attivazione di uno sportello dedicato finalizzato al primo filtro di richieste di giocatori patologici, famigliari e popolazione in generale con prestazioni di consulenza telefonica, ascolto, orientamento ai Servizi Territoriali di Cura.
Lo sportello garantirà reperibilità telefonica per informazioni, ascolto e orientamento e aggancio entro le 24 ore dalla richiesta, con un servizio di intervento nelle fasce orarie di chiusura dei servizi pubblici (SerT). Verrà garantito, a seguito del contatto telefonico, un colloquio-filtro di inquadramento del problema con possibile facilitazione nel contatto coi servizi di cura. azione di controllo dei locali autorizzati del rispetto delle normative.
Infine, in linea con la fase finale del progetto precedente, si è individuato l’obiettivo comune ‘’AZIONI NO SLOT’ per l’emanazione di un’ordinanza sindacale (o di un altro strumento di natura regolamentare), il più possibile condivisa da tutti gli attori in campo, che fissi regole precise, in primo luogo in materia di orari di apertura degli esercizi, e più in generale su ogni aspetto che la normativa demanda ai Comuni. Con l’ausilio di specialisti nella facilitazione, verranno attivati momenti di confronto, utilizzando tecniche diverse dalla riunione frontale, anche in collegamento con l’esperienza di cittadinanza attiva “ComeVoglioComo” recentemente condotta con esiti positivi a Como: una sorta di “Debat Public” a tema, che miri a prevenire possibili opposizioni e/o ricorsi rispetto a decisioni vissute come calate dall’alto.
PressGiochi
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