“Sono trascorsi 12 mesi dal varo del «collegato agricolo» e il Governo non ha ancora esercitato la delega; se si considera anche la delega fiscale che si ispirava agli stessi
“Sono trascorsi 12 mesi dal varo del «collegato agricolo» e il Governo non ha ancora esercitato la delega; se si considera anche la delega fiscale che si ispirava agli stessi princìpi del collegato, sono più di mille i giorni avuti a disposizione per approvare i necessari decreti; tutta l’ippica che lavora e che investe chiede la riforma”.
Lo ha affermato ieri in Aula alla Camera l’on. Edmondo Cirielli di FdI che al Ministro delle politiche agricole ha chiesto di intervenire per far uscire il settore ippico dalla grave crisi in cui versa, ridando al comparto una dignità, un’autonomia e nuove prospettive di sviluppo.
“E’noto a tutti che il settore ippico soffre una crisi dovuta alle fallimentari gestioni pubbliche degli ultimi vent’anni – ha affermato l’on. – aspettando una riforma che non arriva mai; proprietari, allevatori, allenatori, guidatori, fantini e tutti gli addetti diretti ed indiretti sono arrivati alla disperazione per quella che l’interrogante giudica l’incapacità del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali di effettuare i pagamenti; molti dei 42 ippodromi rischiano la chiusura a causa di clausole vessatorie senza senso imposte da un decreto, a parere dell’interrogante assurdo, che li ha penalizzati oltre misura.
La gestione attuale non garantisce alcuna trasparenza né le più elementari regole morali richieste ad un settore così complesso; il sistema di giustizia sportiva e di controllo delle sostanze proibite costa 15 milioni di euro all’anno e non produce alcun effetto; la maggioranza delle corse sono irregolari; l’allevamento, in passato fiore all’occhiello per qualità e per risultati nel mondo, è in forte crisi e ha visto la chiusura degli impianti storici più importanti e il crollo degli investimenti; per l’incapacità e l’immobilismo del gestore, le scommesse perdono il 20 per cento ogni anno; la gestione da parte del Ministero ha portato alla riduzione di tutti i valori economici: meno spettatori, meno mercato, meno trasparenza, meno cavalli, meno proprietari, meno scommesse e soprattutto meno legalità”.
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