Di Riccardo Calantropio Un prodotto di grande successo non basta idearlo. Dopo ci vuole un’organizzazione che lo pubblicizzi e lo distribuisca. È il caso dei cosiddetti “sottobanchi”, ovvero un doppio
Di Riccardo Calantropio
Un prodotto di grande successo non basta idearlo. Dopo ci vuole un’organizzazione che lo pubblicizzi e lo distribuisca.
È il caso dei cosiddetti “sottobanchi”, ovvero un doppio canale di scommesse in uno stesso punto vendita. Un canale legale che fa da “ombrello” e un canale illegale proposto e distribuito dai gestori a determinati clienti che preferisco quote più alte, e con cui i gestori dei centri hanno commissioni più alte.
In realtà, i primi sottobanchi furono proposti a diversi concessionari del primo bando scommesse del 1999, ed erano basati su alcune postazioni-terminali del centro scommesse collegati a dei server interni, e non al provider e alla SOGEI, come il resto delle altre postazioni-terminali. Così si risparmiava sulle imposte delle scommesse e sulle imposte sul reddito. I concessionari bancavano già al 100%, per cui il rischio era lo stesso.
Li proposero anche a me nell’agenzia di scommesse ippiche e sportive di Siracusa, la più grande della mia provincia, ma non li accettai. Sta di fatto che già nei primi anni 2000 ero consapevole della concorrenza sleale di questo doppio canale, e ne ho seguito da sempre l’evoluzione, visitando i centri scommesse sospetti, come vari PVR che mettevano a disposizione PC con cui collegarsi ai siti illegali. Me li segnalavano anche i miei stessi clienti dell’agenzia.
E, sempre nel 2020, con una lettera aperta sulle varie falle illegali al Direttore ADM Minenna e ai sottosegretari al MEF Villarosa e Baretta, con ampia relazione allegata.
Se ora dopo ben sei anni, ADM si è decisa ad operare una stretta sui Concessionari ONLINE, che operano mediante PVR, probabilmente anche grazie ai miei numerosi articoli esplicativi ed email pubbliche, trovo incomprensibile questa inopportuna alzata di scudi. Probabilmente nei nuovi bandi online ci sarà la norma sempre da me auspicata nel 2016, ovvero “l’incompatibilità tra internet point e PVR”.
Nel forum internazionale infobetting, ho infatti pubblicato un topic esplicativo, in cui dico che basterebbe controllare gli IP telefonici con i quali arrivano le scommesse, per dare chiari segnali ai concessionari che quasi sicuramente nel PVR vengono commesse delle illegalità, se il numero di scommesse con lo stesso IP è relativamente alto. Basta verificare dopo se questa linea telefonica è intestata al gestore del PVR o a uno dei suoi familiari.
Ma a parte questa concorrenza sleale e illegale dei PVR nei confronti dei centri retail, la falla più grande da tenere sotto controllo da parte dei concessionari è quella dei “sottobanchi” per i loro stessi interessi economici: “Non capisco come i concessionari ADM ONLINE o i bookmakers esteri discriminati dai bandi, non si siano ancora resi conto, che proprio nei PVR avvenga la grandissima parte dei SOTTOBANCHI ILLEGALI di bookmakers senza concessione e nemmeno discriminati dai bandi.
Se ci sono pochi controlli, è naturale che i gestori offrano, tramite i PC al pubblico, siti illegali di gioco con quote più alte e commissioni più alte per loro stessi, e su cui non pagano nemmeno le tasse sul reddito.
Incompetenza assoluta o mancanza di lungimiranza?
Da buon siracusano ero già a conoscenza che questa fosse la principale FALLA dell’illegalità.
PressGiochi
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