23 Dicembre 2024 - 02:51

Ciracì (CoR): “Tutelare l’allevamento ippico anche attraverso una più efficiente gestione dei giochi”

Il Gruppo del Conservatori e Riformisti ha presentato al MIpaaf una interrogazione scritta nella quale chiede un intervento per garantire la tutela dell’intero allevamento ippico nazionale anche attraverso una più

10 Maggio 2016

Il Gruppo del Conservatori e Riformisti ha presentato al MIpaaf una interrogazione scritta nella quale chiede un intervento per garantire la tutela dell’intero allevamento ippico nazionale anche attraverso una più efficace gestione da parte del Mef dei giochi ippici, ‘prevedendo che qualsiasi iniziativa normativa che verrà assunta abbia in prima considerazione il settore dell’allevamento equino per evitare l’abbandono del territorio, la fine di quel patrimonio genetico di eccellenza faticosamente raggiunto e la perdita di numerosi posti di lavoro’.

 

Gli onorevoli Ciracì, Palese, Altieri ed altri spiegano nell’interrogazione presentata che “l’ippica deve essere considerata a pieno titolo una attività «agrizootecnica», dove l’inizio della filiera produttiva-economica origina dai campi, dagli allevamenti ove le fattrici pascolano, partoriscono, producendo puledri (foals) e che, in seguito, verranno domati per essere avviati alle rispettive e specifiche attività agonistica o di morfologia. L’allevamento infatti, rappresenta il punto di partenza della filiera ippica: sono oltre 600.000 gli ettari di terreno impegnati in questo settore, terreni affatto marginali, ma che sono appieno utilizzati per la coltivazione di alimenti diretti agli animali (fieno, erba medica, insilati, paglia, e altro) e che in gran parte sono poi avviati anche alla trasformazione industriale per la produzione di mangimi, integratori e complementari (alimentazione indiretta per trasformazione industriale).

 

L’attività allevatoriale equina è il fiore all’occhiello dell’agricoltura nazionale, con i propri prodotti che si affermano nelle più prestigiose competizioni e manifestazioni di tutto il mondo ed i terreni occupati ed impiegati nell’allevamento, rappresentano oltretutto la miglior risposta ai tentativi di cementificazione delle nostre campagne e alla salvaguardia dell’ecosistema e biodiversità. Da approfonditi studi di settore italiani ed europei, ogni cavallo destinato alle competizioni o alle manifestazioni ippiche – dalla nascita, alla carriera e fino alla morte – impiega 1,8 unità lavorative (calcolando sia la parte agricola che l’indotto). Pertanto, ogni cavallo che non viene fatto nascere (o viene eliminato) determina due posti di lavoro persi.

In questi ultimi mesi l’attività parlamentare si è concentrata nelle sedi delle rispettive commissioni agricoltura, nell’individuare la migliore governance del settore ippico; occorre che gli enti operanti nel settore abbiano risorse economiche per funzionare, attraverso la raccolta delle scommesse del settore; per fare ciò, il Ministero dell’economia e delle finanze e l’amministrazione autonoma dei monopoli di stato, dovranno capacitarsi che i giochi ippici devono essere aiutati, promossi e gestiti con efficacia.

 

E’ necessario – per questo, concludono –  individuare l’ente o l’istituzione che dovrà farsi carico, di sostenere l’allevamento adeguatamente, così da garantire sia la gestione dei libri genealogici, che le biodiversità e l’economia rurale e reale di un intero comparto”.

PressGiochi