Il biennio del Covid porta alla perdita di 6.600 attività
Il comparto del Gioco Lecito tramite apparecchi con vincita in denaro è stato tra i settori più colpiti dall’emergenza economico/sanitaria. Il perdurare anche per gran parte del 2021 del periodo di sospensione dell’attività per far fronte all’emergenza COVID ha fatto si che i ricavi rimanessero al di sotto dei livelli del 2019 per il secondo anno di fila in maniera estremamente rilevante. L’emergenza economico-sanitaria è stata vissuta in maniera drammatica dal settore del Gioco Lecito tramite apparecchi con vincita in denaro in quanto negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo aumento della tassazione che, per effetto della progressiva erosione dei margini delle imprese, in molti casi ne ha ridotto la sostenibilità, mettendone a rischio la sopravvivenza. In particolare nel 2020 e nel 2021 sono entrati in vigore rispettivamente il 6° e il 7° incremento annuo consecutivo delle aliquote del PREU.
A questo, si è aggiunto l’aumento della tassa sulle vincite, la riduzione del payout e l’obbligo della tessera sanitaria; una serie di disposizioni a carattere regionale e locale che sono andate nella direzione di limitare l’attività con restrizioni orarie e addirittura di vietarla nei locali che si trovano a una distanza inferiore solitamente a 500 metri da determinati «luoghi sensibili».
Questo è il quadro delineato oggi a Roma dalla Cgia Mestre che ha realizzato uno studio in collaborazione con il Centro Studi As.tro sul settore dei giochi 2021, con focus su apparecchi da gioco per fare il punto della situazione che sta vivendo il Gioco Lecito, delineare le dimensioni dei danni subiti, analizzando la dinamica della raccolta e di conseguenza del margine per la filiera, misurando il livello di pressione fiscale che è arrivato a sopportare.
Secondo i numeri presentati dalla CGIA di Mestre sono 11.717 le imprese che hanno dichiarato come loro attività prevalente quella identificata dal codice ATECO nr 92 «Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco» con numero di addetti pari a 29.088 unità.
Tra queste 11mila, le attività che svolgono «Gestione di apparecchi che consentono vincite in denaro funzionanti a moneta o a gettone» – slot machine e videolotterie, per intenderci – sono 3.904 con 8.826 addetti.
CGIA di Mestre evidenzia che molte aziende del settore hanno codici attività diversi e quindi sfuggono alla rilevazione, inoltre non vengono colte le imprese dell’indotto (costruttori, riparatori, importatori etc), come pure non assume rilievo il peso del settore assimilato, cioè coloro che svolgono altre attività, ma nei cui locali vi sono le Slot (che assicurano proventi).
Si stima che, in ITALIA: gli OCCUPATI SOSTENUTI DAL SISTEMA AWP-VLT sono oltre 48 mila, il comparto è costituito da oltre 53 mila imprese (non sono compresi gli occupati dei concessionari).
AWP – Il 2021 conta un parco macchine sul territorio italiano di 253.836 apparecchi AWP. Nel periodo 2015/2021 si è avuto una riduzione del 39% (-164.374) di AWP e una corrispondente contrazione del 38% degli esercizi con AWP (-31.470). Tale contrazione, nel periodo ante COVID è coerente con la riduzione disposta per legge del numero di apparecchi nel periodo 2017 – 2018. Mentre il successivo ulteriore calo tra il 2019 e il 2021 si ritiene sintomatico dell’emergenza COVID: si sono «persi» oltre 6.600 esercizi (-11%).
Alle riduzioni legate alla normativa nazionale si sono aggiunte le disposizioni regionali, specie quelle legate al «distanziometro» che stanno incidendo profondamente sul comparto. Nel periodo 2021/2015 si può vederne i primi effetti: in Piemonte – ove il distanziometro è stato applicato con effetto retroattivo – la sommatoria di tutti gli effetti negativi (riduzione degli apparecchi, distanziometro e emergenza sanitaria) hanno portato a una contrazione del 75% degli esercizi.
VLT – Alla fine del 2021 gli esercizi con VLT sono 4.613 con 55.766 apparecchi. Nel corso degli anni il numero appare essersi stabilizzato e apparentemente non sembrano esservi significative variazioni. Tuttavia, se si guarda al 2021 rispetto al 2019 (anno precedente alla crisi economica/sanitaria) si vede come il comparto abbia subito una riduzione del 6,2% degli esercizi e di quasi il 4% (3,7%) degli apparecchi.
Accanto al Gioco Legale, vi è da sempre l’universo parallelo del gioco illegale. Sulla quantificazione del “Gioco Illegale” non vi sono stime puntuali; tuttavia nel 2018 la Guardia di Finanza ha stimato come il volume del gioco illegale ammonti a circa 20 miliardi di €. Nel 2020 il direttore di ADM Marcello Minenna ha dichiarato «Non ci sono dati ufficiali sul gioco illegale, ma operatori di mercato che effettuano analisi finanziarie su questo fenomeno parlano spesso di una quantità finanziaria analoga a quella che viene introiettata dallo Stato nella gestione delle concessioni, quindi tra gli 8 e gli 11 miliardi di euro».
Negli ultimi anni si è assistito a un proliferare di leggi regionali e delibere degli enti locali che sono andate nella direzione di contenere il settore del GIOCO LECITO imponendo disposizioni di carattere restrittivo:
Le norme regionali hanno disciplinato la materia con un diverso grado di severità: in alcuni casi non limitandosi a regolamentare il rilascio di nuove autorizzazioni, ma applicando queste regole anche alle attività in essere mettendo in discussione la loro sopravvivenza. La distanza minima prevista dai luoghi sensibili è di solito stabilita in 500 mt, tuttavia alcune regioni hanno previsto una distanza inferiore. Inoltre la lista dei luoghi sensibili, rispetto a quelli specificatamente previsti dal DL “Balduzzi, si è notevolmente arricchita.
PressGiochi
L | M | M | G | V | S | D |
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3
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10
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15
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30
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