Gli imprenditori del settore del gioco online, quelli che fino ad oggi ha messo radici nell’industria tecnologica e digitale della città di Ceuta, hanno chiesto al Governo dell’enclave spagnola situata
Gli imprenditori del settore del gioco online, quelli che fino ad oggi ha messo radici nell’industria tecnologica e digitale della città di Ceuta, hanno chiesto al Governo dell’enclave spagnola situata nella costa nord del Marocco, di studiare la possibilità di concedere licenze .com per operare “in tutto il mondo”, un passo che, ad avviso del settore, sarebbe “rivoluzionario” per lo sviluppo di questo comparto economico.
“Non si tratta solo della possibilità di attrarre nuove aziende, ma piuttosto di implementare quelle che si sono già stabilite qui e che operano in Spagna. Se potessero lavorare in tutto il mondo invece di 35, forse i dipendenti diventerebbero 500”, hanno spiegato gli operatori.
Per quanto avida possa sembrare, la proposta è stata accolta favorevolmente dalla Giunta locale, più propensa a un’evoluzione “calma” del settore e con la prospettiva di trasformare la città in una piattaforma per le imprese che vogliono, soprattutto, entrare nell’area dell’America ispanica.
Ci si chiede se la Comunità possa ora concedere questo tipo di licenze per i .com. “C’è chi dice di sì, senza che sia necessario alcun ulteriore intervento normativo esplorando possibili scappatoie basate sui poteri attribuiti dallo Statuto; e chi crede che sarebbe meglio non allontanarsi da quanto previsto in Spagna e nell’Europa o voltare le spalle al governo centrale”.
Attualmente, le licenze .com possono essere ottenute solo in territori come Gibilterra, Curaçao o Malta e operano in mercati non regolamentati, ma “in Spagna non vengono concesse”. Infatti, quando si digita quell’indirizzo, molte aziende inviano l’utente direttamente all’estensione .es. Ceuta ritiene che la sua priorità attuale sia quella di “formare manodopera” che possa essere assunta da aziende del settore, che secondo le ultime stime ufficiali hanno già generato a Ceuta più di mezzo migliaio di posti di lavoro diretti.
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