Il proibizionismo del gioco di Stato favorirebbe solo malavita, mafia e camorra. E’ il punto di vista dello scrittore Cesare Lanza che all’interno del suo blog torna ad occuparsi di
Il proibizionismo del gioco di Stato favorirebbe solo malavita, mafia e camorra.
E’ il punto di vista dello scrittore Cesare Lanza che all’interno del suo blog torna ad occuparsi di una materia a lui amata, quella del gioco, tanto che due anni fa aveva pubblicato anche un libro da l titolo provocatorio ‘Elogio del gioco d’azzardo’.
Come spiega oggi Lanza, “Si ripetono gli episodi in cui si tende a demonizzare il gioco d’azzardo o anche semplici giochi, che rientrano nello standard di piccole lotterie. Io non so se ci sia buona o malafede, o pura incompetenza. Invito a tre riflessioni.
La prima: in nessun Paese, tra i tanti non meno civili del nostro, esiste questa furiosa campagna censoria, moralistica, ingiustificata. La seconda: per le casse dello Stato, gli introiti provenienti dal gioco sono preziosi per il bilancio. La terza: se il gioco fosse proibito, dallo Stato passerebbe alle mafie e alle camorre, come è sempre successo, di fronte a illiberali proibizionismi.
Conclusione: non c’è motivo per osteggiare le attività del gioco o per progettare di proibirlo; tocca allo Stato, come succede dovunque, vigilare e intervenire, in caso di abusi e reati.
Il punto di vista dello scritto rimane coerente negli anni. Infatti, già in occasione della pubblicazione del suo elogio, aveva ricordato: “Il gioco d’azzardo rappresenta un serio problema soltanto se praticato con eccessi, peggio se in luoghi non legali, senza vigilanza da parte dello Stato e senza senso di responsabilità da parte degli imprenditori. Ogni proibizionismo è deleterio, e anche in questo settore lo sarebbe: impossibile da imporre, avrebbe l’unico effetto di favorire le organizzazioni malavitose. Invito sempre al realismo: chi vuole bere, beve; chi vuole accompagnarsi a prostitute, lo fa: nelle case chiuse, o per strada o nei bordelli clandestini; chi vuole giocare, gioca. Quindi, il problema è solo quello (facile a dirsi, difficile ad attuarsi) di stabilire regole ragionevoli e leggi precise, e farle rispettare”.
PressGiochi
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