28 Dicembre 2024 - 13:19

CE. Il secondo piano di lavoro dell’UE per lo sport si è rivelato vincente

E’ stata presentata ieri la relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull’attuazione e la pertinenza del piano di

24 Gennaio 2017

E’ stata presentata ieri la relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull’attuazione e la pertinenza del piano di lavoro dell’Unione europea per lo sport (2014 – 2017). Per la Commissione “il secondo piano di lavoro dell’UE per lo sport si è rivelato vincente” dando i risultati sperati, sebbene siano stati individuati alcuni ambiti da migliorare.

 

Sono sedici i risultati relativi a tematiche chiave individuate dal piano di lavoro e riguardano lo sport in tutte le sue dimensioni (sociale, economica e organizzativa). Tutti i risultati sono stati raggiunti o lo saranno entro la fine del 2016 o gli inizi del 2017.

Tra gli ambiti in cui si sono ottenuti progressi particolarmente significativi – si legge nella relazione – va menzionata la prevenzione e la lotta contro il fenomeno delle partite truccate: il gruppo di esperti competente ha riunito tutte le parti interessate, per una condivisione tempestiva degli sviluppi al riguardo, alla luce della convenzione di Magglingen/Macolin, adottata prima dell’inizio del piano di lavoro.

Secondo gli Stati membri, la Commissione e la maggior parte dei soggetti interessati, il primo piano di lavoro dell’UE per lo sport ha dato esiti positivi. Di conseguenza, il secondo piano di lavoro dell’UE è stato in larga misura un proseguimento del primo, con un adattamento delle priorità e una leggera riduzione del numero dei gruppi di esperti (passati da sei a cinque). La valutazione del secondo piano di lavoro dell’UE mostra che garantire la continuità si è rivelato l’approccio corretto, benché si debbano considerare alcuni riorientamenti per il futuro.

Nel complesso le attività svolte nell’ambito di questo piano di lavoro hanno portato buoni risultati nei settori prioritari definiti. La stragrande maggioranza dei partecipanti al questionario ha concordato sul fatto che il piano di lavoro fosse incentrato sulle giuste priorità (91%), che abbia migliorato la cooperazione tra l’UE e il movimento sportivo (69%) e rafforzato il coordinamento politico in materia di sport a livello dell’UE (69%). Il 70% si è detto d’accordo sul fatto che il piano di lavoro abbia introdotto le strutture e i metodi di lavoro appropriati, mentre il 26% non lo era.

Alla domanda riguardante i risultati apportati al processo di elaborazione delle politiche dal piano di lavoro, il 61% ha risposto di averli ritenuti proficui, mentre il 29% era di opinione contraria. Il 46% dei partecipanti al questionario ha concordato sul fatto che il piano di lavoro abbia migliorato la cooperazione tra gli Stati membri e il movimento sportivo a livello nazionale, rispetto al 38% che si è pronunciato in maniera opposta.

Per quanto concerne il lavoro dei gruppi di esperti, la stragrande maggioranza dei partecipanti ha affermato che i gruppi di esperti hanno svolto un ruolo essenziale per l’attuazione del piano di lavoro (85%). È emerso un ampio consenso riguardo al fatto che la Commissione abbia fornito ai lavori dei gruppi di esperti competenze pertinenti (84%) e un adeguato sostegno logistico e di segretariato per i loro lavori (90%). Riguardo ai risultati dei gruppi di esperti, il 56% ne ha confermato l’incidenza sul settore dello sport, mentre il 32% ha dichiarato che i risultati non hanno avuto alcun impatto.

La maggior parte dei partecipanti al questionario ha risposto che il piano di lavoro dell’UE per lo sport ha avuto ripercussioni positive per il settore dello sport (80%) e che si è rivelato importante per lo sviluppo di una politica dello sport a livello dell’UE (93%). In relazione all’incidenza sullo sviluppo dello sport a livello nazionale, il 64% ha ritenuto pertinente il piano di lavoro, rispetto al 26% che ha dato parere contrario. Per quanto concerne la domanda relativa all’impatto del piano di lavoro sulla politica in materia di sport al di fuori dell’UE, le opinioni si sono divise (il 34% contro il 33%).

In base alle osservazioni scritte degli Stati membri risulta che:

• per quanto concerne la durata del piano di lavoro dell’UE per lo sport, nella maggior parte delle risposte la durata attuale di tre anni è stata ritenuta appropriata. Tuttavia, diverse risposte indicavano inoltre che una durata superiore, sino a quattro anni potrebbe essere altrettanto appropriata, mentre solo in pochi casi il periodo di tre anni è stato considerato troppo lungo;

• anche le disposizioni relative ai gruppi di esperti sono state ritenute adeguate. Diversi partecipanti al questionario hanno dichiarato che un approccio più focalizzato, con meno tematiche da affrontare, meno gruppi di esperti e meno riunioni, rappresenterebbe un miglioramento per un futuro piano di lavoro per lo sport;

• la partecipazione degli osservatori ai lavori dei gruppi di esperti è stata considerata una questione problematica in molte risposte. In molti hanno segnalato che alcuni osservatori avevano la tendenza a promuovere la posizione della loro organizzazione, invece di mantenere un approccio neutro;

• i risultati attesi dai gruppi di esperti erano spesso troppo numerosi e le tematiche da trattare, in particolare per alcuni gruppi di esperti, troppo ampie. In diversi commenti si è proposto di focalizzare maggiormente il mandato dei gruppi di esperti e di ridurre il numero di risultati attesi;

• il dialogo strutturato dell’UE con le organizzazioni sportive potrebbe essere migliorato rispetto alla forma attuale. La maggior parte dei partecipanti al questionario ha dichiarato il Forum annuale dell’UE sullo sport l’evento principale e di maggior valore in questo contesto. Sono stati sollevati alcuni dubbi riguardo all’effettivo valore aggiunto delle riunioni per il dialogo strutturato tenute a margine del Consiglio nella loro forma attuale.

La valutazione della Commissione conferma da molti punti di vista le principali osservazioni espresse nel corso del processo di consultazione. Innanzitutto, la Commissione ritiene che il secondo piano di lavoro dell’UE per lo sport si sia rivelato vincente, poiché tutti i risultati attesi sono stati raggiunti con un buon livello qualitativo. I metodi di lavoro si sono dimostrati efficienti per la creazione di un dialogo permanente con i soggetti interessati e gli Stati membri in merito alle principali questioni relative allo sport nell’UE. I gruppi di esperti hanno svolto un ruolo essenziale per la creazione di reti. Hanno infatti permesso di accrescere la cooperazione tra Stati membri e organizzazioni sportive e diversi settori strategici, quali l’HEPA o la gestione sana, hanno tratto benefici diretti dai lavori svolti in seno a tali gruppi.

La Commissione ritiene altresì che l’impatto dei risultati non sia sempre stato significativo. Alcuni risultati, come ad esempio quelli relativi ai principali eventi sportivi e all’educazione fisica nelle scuole, hanno alimentato il processo di elaborazione delle politiche, in particolare le conclusioni del Consiglio. Alcuni sono stati utilizzati anche nell’ambito di conferenze, seminari o eventi di sensibilizzazione. Tuttavia, altri non sono stati effettivamente valorizzati dopo essere stati trasmessi al Consiglio. Inoltre, per ora esistono solo poche informazioni sull’incidenza dei risultati o sul loro utilizzo effettivo nell’elaborazione delle politiche a livello nazionale.

In aggiunta, da un punto di vista logistico, l’organizzazione del grande numero di riunioni dei gruppi di esperti è stata molto impegnativa. Allo stesso modo, per gli Stati membri e la Commissione non è stato semplice garantire la partecipazione ai gruppi di esperti. Non tutti gli Stati membri hanno potuto essere regolarmente rappresentati nelle riunioni.

Secondo la Commissione vi era una contraddizione tra il mandato ambizioso di alcuni gruppi di esperti e la necessità di avvalersi di competenze specializzate in un determinato ambito. La portata del mandato affidato a certi gruppi (gestione sana, risorse umane) ha comportato un’eterogeneità in termini di competenze in seno a tali gruppi. In realtà, l’ampia portata dei mandati dei gruppi di esperti non ha sempre permesso agli Stati membri di designare rappresentanti con un opportuno livello di competenze. D’altro canto, la Commissione ritiene che gli osservatori abbiano nella maggior parte dei casi apportato valore aggiunto in termini di conoscenze specifiche.

La Commissione considera inoltre che la diversificazione dei metodi di lavoro, ossia modalità alternative ai gruppi di esperti, avrebbe contribuito a una migliore attuazione del piano di lavoro dell’UE per lo sport.

 

RACCOMADAZIONI PER IL FUTURO 

La Commissione è del parere che per un prossimo piano di lavoro dell’UE per lo sport si debbano considerare diverse possibilità di miglioramento, al fine di accrescerne la pertinenza e l’impatto. Le raccomandazioni formulate dalla Commissione riguardano i principi generali, le priorità e i metodi di lavoro.

1) Principi generali 

In primo luogo, deve essere stabilita una durata precisa per il prossimo piano di lavoro dell’UE per lo sport. Benché la durata del primo e del secondo piano di lavoro non fosse espressamente definita, i due piani si sono estesi in concreto su un periodo di tre anni.

Tuttavia, prendendo in considerazione la fase preparatoria di alcuni mesi, nonché l’esercizio di valutazione e il periodo di negoziazione per il prossimo piano di lavoro dell’UE per lo sport di oltre sei mesi, le attività effettive si sono limitate in realtà a un arco di tempo che va dai due anni ai due anni e mezzo.

Di conseguenza i tempi per raggiungere gli obiettivi attesi erano limitati. Ciò ha creato pressioni in termini di tempo per realizzare un determinato numero di risultati e non ha consentito di adattarsi alle nuove circostanze e alle sfide emergenti. Potrebbe quindi essere opportuno estendere la durata di un eventuale futuro piano di lavoro dell’UE, al fine di ottimizzare i benefici e migliorare ulteriormente i risultati del lavoro. Il valore aggiunto di una durata superiore risiede inoltre nella possibilità di allineare il piano di lavoro alle priorità definite a livello di UE e al quadro finanziario pluriennale dell’UE (QFP).

Allo stesso tempo, considerato che il 2020 rappresenta un anno fondamentale per molti aspetti, la Commissione suggerisce che un eventuale terzo piano di lavoro dell’UE per lo sport sia esteso sino alla fine del 2020, data che coinciderebbe, tra l’altro, con il termine dell’attuale QFP. Non è quindi opportuno precludere la possibilità di estendere la durata in futuro.

In secondo luogo, dovrebbe essere introdotta una maggiore flessibilità, per adattare il piano di lavoro dell’UE per lo sport durante la sua attuazione.

Inoltre un approccio meno rigido in termini di tematiche affrontate permetterebbe di apportare risposte efficaci, laddove opportuno, agli sviluppi nell’ambito dello sport. La flessibilità portata da un approccio di questo tipo contribuirebbe a garantire il valore aggiunto del lavoro svolto a livello dell’UE nel settore dello sport.

In terzo luogo, in un futuro piano di lavoro dell’UE per lo sport si dovrebbe considerare la necessità di accrescere l’interazione con altri settori strategici che incidono significativamente sullo sport (ad esempio, concorrenza, libera circolazione, occupazione, protezione dei dati, istruzione e formazione, salute). La Commissione e gli Stati membri potrebbero sviluppare ulteriormente la cooperazione intersettoriale e garantire una più stretta interazione tra le altre politiche dell’UE e le questioni specifiche connesse allo sport.

Assicurare un approccio più olistico per la politica europea dello sport e integrare lo sport in altre politiche sarebbe utile per contribuire a garantire l’apporto di valore aggiunto nel settore dello sport a livello di UE. La politica dello sport non può funzionare in modo isolato. La cooperazione e la complementarietà con altre politiche pertinenti è essenziale.

Infine, se da un lato è chiaro che alcuni metodi di lavoro previsti dovrebbero permettere uno scambio di opinioni soltanto tra Stati membri, sarebbe necessario garantire anche, se del caso, un livello di rappresentatività elevato e coerente del movimento sportivo nella preparazione e nell’attuazione del piano di lavoro dell’UE per lo sport. Benché la Commissione ritenga che il valore aggiunto degli osservatori nei gruppi di esperti sia dimostrato, occorre altresì riconoscere che il numero di organizzazioni coinvolte dovrebbe essere limitato maggiormente a quelle con un chiaro collegamento con questa tematica. Dovrebbe essere messo in atto un processo di selezione delle organizzazioni partecipanti, basato sulle attività e la rappresentatività del movimento sportivo. Analogamente, la scelta di tematiche più specifiche per eventuali gruppi di esperti futuri contribuirà a garantire una rappresentatività più adeguata sia a livello di Stati membri che di osservatori e, di conseguenza, conoscenze più appropriate delle questioni da trattare.

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