Se di giorno si fanno escursioni e tuffi in piscina, la sera, in crociera, è il casinò una delle principali attrazioni. Anche sulle navi che battono bandiera italiana. Perché un’imbarcazione
Se di giorno si fanno escursioni e tuffi in piscina, la sera, in crociera, è il casinò una delle principali attrazioni. Anche sulle navi che battono bandiera italiana. Perché un’imbarcazione che naviga nelle cosiddette acque internazionali è soggetta a leggi diverse da quelle del proprio Paese d’appartenenza; e non serve, quindi, una concessione dei Monopoli o un’autorizzazione del ministero dell’Interno per aprire una sala giochi.
Questo non vuol dire che non valga alcuna legge e che non esistano tutele per i giocatori.
Di sicuro, è tutelato il banco, come dimostra un episodio avvenuto nel 2022 sulla più grande nave da crociera del mondo, la Wonder of the Seas Royal Caribbean, dove tre persone avevano tentato di truffare il dealer di un tavolo da poker scambiandosi le carte mentre un complice lo distraeva. I tre sono stati arrestati appena la nave è attraccata al porto di Barcellona.
Ma anche chi gestisce il casinò è soggetto alle leggi terrestri nel momento in cui la nave attracca. E lo dimostra un altro episodio risalente al 2012 quando una nave registrata alle Bahamas, con 700 passeggeri a bordo, attraccò al porto di Napoli. La Guardia di Finanza salì a bordo per i controlli di routine e trovarono che 120mila euro presenti nella cassa del casinò non erano stati dichiarati con l’apposito modulo previsto per le somme oltre i 10mila euro. Una formalità burocratica, in fondo, che però comportava una multa pari al 50% della cifra non dichiarata. Quindi, i finanzieri scesero dalla nave con 60mila euro confiscati per conto dello Stato italiano.
Ma, tralasciando questi esempi un po’ estremi di quanto può succedere in un casinò galleggiante, cosa possono fare le compagnie di navigazione per far divertire gli appassionati di roulette e tavolo verde? E cosa, invece, non è permesso?
Le cose cambiano, naturalmente, a seconda della nazionalità d’appartenenza della nave.
La legislazione italiana nasconde qualche paradosso. Una legge di 40 anni fa (art. 25 della legge 848 dell’11 dicembre 1984) stabilisce che il divieto di esercizio del gioco d’azzardo, contenuto nel regio decreto del 1931 “non si applica ai fatti commessi a bordo delle navi adibite a crociera durante il periodo di navigazione oltre lo Stretto di Gibilterra ed il Canale di Suez”.
“In effetti, quello che è illecito nel Mediterraneo diviene lecito nel resto del mondo” dice Enzo Fogliani, avvocato esperto di diritto della navigazione che all’argomento aveva dedicato un articolo.
“La cosa più stravagante” aggiunge “è che quella legge nasceva per sostenere gli armatori che costruivano navi nei cantieri italiani. Consentire il gioco d’azzardo a bordo avrebbe costituito un metodo di acquisizione di capitali dai privati. In realtà, i soldi arrivavano dalle casse dello Stato e questa del gioco era solo la ciliegina sulla torta”.
Ma la legittimazione vera del casinò a bordo delle navi da crociera italiane sarebbe arrivata più di 10 anni dopo. Nel 1997, il decreto legge 457 istituisce il Registro navale internazionale, dove vanno iscritte le imbarcazioni destinate a navigare fuori dalle acque italiane. E anche qui è detto chiaramente che non è applicabile il divieto di gioco stabilito dal regio decreto del 1931 ma stavolta “alle navi iscritte nel Registro internazionale” e durante la navigazione in acque internazionali, non più solo al di fuori del Mediterraneo.
È grazie a questa norma, quindi, che le navi della Costa Crociere, le uniche a battere bandiera italiana, possono offrire l’intrattenimento del casinò ai propri crocieristi. Anche se solamente al di là delle acque territoriali italiane. E sempre per le leggi italiane, le vincite vengono tassate alla fonte. È la compagnia di navigazione che versa al fisco quanto dovuto per le somme eventualmente vinte.
Alle stesse regole devono sottostare anche le navi di MSC Crociere, nonostante non battano bandiera italiana. E così qualunque altra compagnia del mondo che arrivi in un porto italiano: il casinò dovrà chiudere prima di entrare nelle acque territoriali.
Nonostante le differenze delle leggi dei vari Paesi ai quali appartengono le singole navi, tutti i casinò galleggianti applicano il divieto d’ingresso per i minorenni. In alcuni casi, il divieto arriva ai 21 anni. In ogni caso, tutte le pubblicità delle crociere che citano questo divertimento a bordo, aggiungono di solito la raccomandazione di giocare con cautela e non lasciarsi prendere la mano.
Come nei casinò terrestri, la maggior parte dei giocatori in crociera tenta la fortuna con le slot machine. Anche se, poi, le immagini promozionali mostrano sempre la roulette o il black jack con il croupier sorridente. In effetti, quella del croupier è una figura molto importante. Tant’è che le compagnie di navigazione selezionano sempre professionisti molto affidabili e le loro retribuzioni pare che siano superiori a quelle di chi lavora nei casinò a terra. D’altra parte, si tratta spesso di contratti a termine che possono durare anche solo qualche settimana.
Gli appassionati, per i quali il casinò è tra le ragioni principali della scelta di una crociera, hanno una vera e propria graduatoria delle navi sulle quali si trovano i migliori casinò. Secondo quello che si legge nelle varie community on line, in cima a questa lista c’è la Norwegian Cruise Line, dove “ci vogliono dieci minuti per attraversare a piedi la sala del casinò da un estremo all’altro”. Sono presenti ben 4.800 slot machine.
Se è vero che le dimensioni non sono tutto, i più esigenti potranno apprezzare la Seven Seas Voyager, nave francese che punta sul lusso: 700 passeggeri in tutto. E i membri dell’equipaggio sono il doppio. Sembra che qui la lista di giochi presenti nella sala casinò sia la più completa.
Fonte immagine: https://depositphotos.com/it
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