20 Gennaio 2025 - 17:49

Casinò di Campione: indennità di disoccupazione solo per i residenti della Svizzera, il Governo italiano resta fermo

Il paradosso della Svizzera che ha già dato il benestare al pagamento dell’indennità di disoccupazione per i dipendenti del Casinò di Campione residenti nella Confederazione, mentre chi risiede nell’exclave italiana

03 Settembre 2018

Il paradosso della Svizzera che ha già dato il benestare al pagamento dell’indennità di disoccupazione per i dipendenti del Casinò di Campione residenti nella Confederazione, mentre chi risiede nell’exclave italiana e in altri Comuni della Penisola rimane senza alcun aiuto, ha suscitato l’immediata reazione del mondo sindacale lariano.

I dipendenti del casinò di Campione d’Italia che si sono già iscritti agli uffici regionali di collocamento per ottenere la disoccupazione sono 180 su totale di 239 residenti in Ticino. Pur non avendo mai versato i contributi in Svizzera, hanno diritto alle indennità, in virtù di una decisione adottata in via eccezionale dalla Segreteria di Stato per l’economia. La SECO, di fronte ad una situazione giuridica del tutto insolita, nei giorni scorsi ha accolto una richiesta dei sindacati svizzeri, volta a tutelare i dipendenti della casa da gioco restati senza lavoro, ma che non hanno ricevuto la disdetta del contratto da parte del datore. Le autorità federali, tra le altre, hanno però posto la condizione che chi si annuncia alla disoccupazione deve chiaramente confermare di essere pronto a mettersi a disposizione del mercato di lavoro elvetico per un posto a tempo indeterminato.

 

In Italia, la mancanza della disdetta del contratto da parte del datore impedisce all’INPS, l’istituto italiano della previdenza sociale, di fornire loro i documenti per poter incassare la disoccupazione nel proprio paese di residenza, così come previsto dagli accordi internazionali europei.

 

«Purtroppo nessuno si stupisce più che la Svizzera si sia mossa in modo più efficiente e celere dell’Italia, ma credo che non si possa lasciare senza aiuti chi vive nel nostro Paese – dice la segretaria generale della Cisl dei Laghi –. La situazione andrà messa sul tavolo previsto in Prefettura martedì 4 settembre. Anche a livello di immagine internazionale, tutti i dipendenti del Casinò debbono avere lo stesso trattamento».

 

 

I lavoratori della casa da gioco, dalla dichiarazione di fallimento, vivono in una sorta di limbo. Nessuno ha mai ricevuto una lettera di licenziamento. Non si può così accedere ad alcun ammortizzatore sociale.

 

«Tecnicamente sono in aspettativa non retribuita – spiega Adria Bartolich – in attesa di accedere alla Naspi (indennità di disoccupazione). Non è pensabile che si possa attendere fino all’udienza di gennaio in Tribunale. Si tratta di una situazione complicata – prosegue la segretaria generale della Cisl dei Laghi – Come si può dire che, visto che i dipendenti del Casinò hanno guadagnato tanto prima, possono aspettare? Oggi le famiglie stanno sopravvivendo grazie ai risparmi, ma c’è chi è già in serie difficoltà».

Secondo Adria Bartolich la riapertura del Casinò rimane una priorità, pur con condizioni molto diverse dal passato. «Credo che dovrebbe essere gestito da una società mista, pubblica-privata con la partecipazione della Regione – spiega la sindacalista – I proventi verrebbero distribuiti anche su altre province, che oggi fanno mancare supporto e solidarietà. Anche le Camere di Commercio dovrebbero avere un ruolo nel pensare a nuove possibilità occupazionali per i dipendenti».

Adria Bartolich ricorda anche le altre emergenze, con tutti i servizi che venivano garantiti ai residenti di Campione attraverso il Comune, dai trasporti alla scuola, alla sicurezza. «Il Casinò funzionava spendendo troppo, ma teneva in piedi un paese. Succedeva anche in passato, quando il Ministero dell’Interno è stato costretto a ripianare i debiti – dice Adria Bartolich – Si deve pensare a un riutilizzo di tutti gli spazi della megastruttura. Credo che il tavolo di martedì in Prefettura possa iniziare ad affrontare tutti questi problemi». E sul versante svizzero, come è stato vista l’immediata disponibilità data dalla Confederazione a pagare l’80% del salario a circa 200 ex dipendenti del casinò? La Lega dei Ticinesi aveva tuonato «lo scandalo è che questi lavoratori in Ticino, ormai da anni, non pagano nemmeno 1 franco di imposte ai Comuni» e chiesto «di bloccare i ristorni, almeno per tutti i debiti campionesi verso il Ticino» e la quota delle imposte dei residenti in Svizzera non pagate «negli ultimi 10 anni».

Roberta Pantani, consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, non vuole alimentare ulteriormente la polemica. «L’indennità per i residenti in Svizzera è un diritto che non è in discussione – dice l’esponente politico di Chiasso – La questione sollevata dal nostro partito riguarda invece anche tutti gli altri debiti che Campione d’Italia ha con la Città di Lugano ad esempio, per una serie di servizi erogati e mai pagati».

 

 

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