«La nostra interpellanza non era una provocazione». A ribadirlo è Albert Chatrian, capogruppo di ALPE, che nella seduta consiliare di mercoledì 26 ottobre 2016, ha illustrato un’interpellanza su uno specifico
«La nostra interpellanza non era una provocazione». A ribadirlo è Albert Chatrian, capogruppo di ALPE, che nella seduta consiliare di mercoledì 26 ottobre 2016, ha illustrato un’interpellanza su uno specifico argomento inerente alla Casa da gioco di Saint-Vincent. «Abbiamo chiesto all’Assessore al bilancio, finanze e patrimonio se fosse a conoscenza del fatto che il Casinò starebbe mettendo in campo azioni per scoraggiare i medi e i grandi giocatori dal recarsi a Saint-Vincent. In merito, abbiamo fornito riscontri circostanziati – riferisce Chatrian -: infatti, si verificano quotidianamente casi nei quali i massimi giocabili siano abbassati durante la partita, mentre al tavolo è presente un forte giocatore. In un’occasione, un giocatore che da più ore giocava pesante ha incontrato innumerevoli difficoltà per poter cenare normalmente. La verità è semplice: i dirigenti temono e hanno una gran paura di essere costretti a pagare una grande vincita e di non avere la liquidità per farlo.»
«Il tutto – ha incalzato Chatrian – mentre il trend degli introiti lordi sta crollando: più passano i giorni più il raffronto con il disastroso 2015 si avvicina alla doppia cifra: siamo ormai prossimi all’8% in meno. Se il trend prosegue, potremmo perdere ampiamente oltre i 4 milioni di euro di introiti lordi su 60 milioni complessivi. Il bilancio si avvicina e non vorremmo che il Governo regionale mettesse di nuovo mano al portafoglio pubblico, di tutti i valdostani, per ricapitalizzare il deficit derivante dalla mala gestione del Casinò di Saint-Vincent.»
PressGiochi