“Sono convinto che il calcio sia socialmente ed economicamente importante. Capisco l’affanno con cui si ha fretta di chiudere la stagione, le esigenze di Federcalcio e di Uefa, di Gravina
“Sono convinto che il calcio sia socialmente ed economicamente importante. Capisco l’affanno con cui si ha fretta di chiudere la stagione, le esigenze di Federcalcio e di Uefa, di Gravina e di Ceferin. È giusto che si faccia l’impossibile per far ripartire il pallone e le sue competizioni, ma il calcio non può costruirsi e isolarsi sotto una maxi campana di vetro. Ci vuole logica e sensibilità” afferma a La Repubblica Franco Carraro, storico dirigente sportivo e politico e membro Cio dal 1983.
“Chiaro che la stagione deve finire, ma non affannarsi a farsi guidare dalla voglia del pallone di rotolare subito in porta. Nel mondo si stanno cercando altri mezzi che diano risposte rapide su chi è infetto e infettante e più passa il tempo e più la medicina avrà nuove armi e nuovi farmaci rispetto a un mese fa. La mia proposta è questa: darsi un ampio respiro e terminare la stagione calcistica entro il 20 ottobre, a seguire le competizioni internazionali. Iniziare il prossimo campionato nel dicembre 2020, giocare anche d’estate, chiedere al presidente Ceferin, che è stato molto bravo e tempestivo nello spostare il campionato europeo all’anno prossimo, di posticiparlo a novembre, stesse date del Mondiale”.
“Chiedere l’1% sulle scommesse sul calcio, sul betting, – conclude Carraro parlando del Fondo salva calcio – può essere un’idea, ma non so se è realizzabile, più importante è trovare il modo di aiutare le società dilettantistiche soprattutto con una dilazione degli oneri fiscali”.
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