Il Consiglio comunale di Carmagnola ha approvato l’ordine del giorno “No alla nuova legge regionale di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo“, proposto dal Movimento a 5 Stelle e dal
Il Consiglio comunale di Carmagnola ha approvato l’ordine del giorno “No alla nuova legge regionale di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo“, proposto dal Movimento a 5 Stelle e dal Partito Democratico e con alcuni emendamenti da parte della Maggioranza.
“Il nuovo disegno di legge approvato dal centrodestra in Consiglio regionale abroga una legge che, più volte, a Carmagnola abbiamo sostenuto e i cui risultati sono evidenti – ha illustrato il capogruppo pentastellato, Sergio Grosso -. Il Piemonte fa un deciso passo indietro nella lotta alla ludopatia, nonostante il parere contrario espresso da svariate realtà che si occupano del fenomeno, dagli operatori del settore fino al sindacato della Polizia“.
In particolare, si legge su www.ilcarmagnolese.it, l’Assise civica carmagnolese ha sottolineato la riduzione del ruolo dei Comuni, con la mancanza del potere di ordinanza da parte dei sindaci per individuare ulteriori luoghi sensibili e in ordine alle fasce orarie di interruzione dell’esercizio di gioco.
“Manca anche uno stanziamento adeguato di risorse per sostenere i Comuni nella gestione dei relativi servizi sociali volti alla prevenzione del gioco, al recupero delle persone coinvolte e al sostegno delle relative famiglie“, sottolineano i consiglieri comunali carmagnolesi nel documento, approvato con 14 voti a favore (M5S, PD, Lega, FdI e Forza Italia) e due astensioni (i consiglieri Filiberto Alberto e Pasquale Sicilia del Gruppo Misto)
Una copia dell’ordine del giorno e del verbale della discussione avvenuta in Consiglio comunale a Carmagnola sarà trasmessa al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, nonché a tutti gli assessori e a tutti i consiglieri regionali.
Già in passato l’Assise civica cittadina aveva discusso in merito al tema del gioco d’azzardo, mentre era in discussione in Regione un altro testo di modifica alla precedente legge, che è stato poi ritirato dalla stessa Maggioranza regionale.
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