Si stanno tenendo questo pomeriggio presso le Commissioni Bilancio e Finanze del Senato le audizioni in merito al Decreto Sostegni. A partecipare anche rappresentanti del settore giochi come Sapar, Acadi
Si stanno tenendo questo pomeriggio presso le Commissioni Bilancio e Finanze del Senato le audizioni in merito al Decreto Sostegni.
A partecipare anche rappresentanti del settore giochi come Sapar, Acadi e Egp.
Per Acadi ha preso la perola il presidente Geronimo Cardia: “La nostra associazione si può sintetizzare nel gettito fornito dai nostri associati, pari al 50% del gettito del settore in regime normale.
Il comparto dei giochi è stato il primo a chiudere, l’ultimo a riaprire, parliamo di chiusure totali, non distribuite sul territorio. Anche in regioni bianche, come accaduto per la Sardegna, le aziende non hanno potuto riaprire.
Parliamo di 7 miliardi di gettito in meno per lo Stato da marzo dello scorso anno. Gli effetti? Basta guardare quanti casi di illegalità di riscontrano ogni giorno. Il comparto ha perso anche fino al 75% di ricavi, per alcuni comparti. Si parla di 150mila lavoratori oggi in cassa integrazione fermi da mesi.
Questa fotografia serve a convincere del fatto che il settore va riaperto senza se e senza ma nelle zone bianche e gialle. I protocolli di sicurezza sono stati vagliati da esperti e soggetti terzi. Le caratteristiche strutturali del comparto avrebbero permesso riaperture anche nei mesi precedenti.
La riapertura è l’unica vera misura di salvataggio del comparto.
Non possiamo non parlare di ristori/sostegni. Sono ciambelline di salvataggio, comunque essenziali.
Tra i temi da evidenziare vi è quello di permettere l’accesso alle misure di sostegno per le aziende, coinvolgendo anche le aziende di grandi dimensioni.
C’è un paradosso, tuttavia. Le aziende chiuse devono pagare dei canoni di concessione, perché sono in regime di proroga. Alle aziende del gioco pubblico servono proroghe di convenzione di concessione, eliminando l’onerosità”.
A commentare le audizioni sul gioco il senatore di Forza Italia Marco Perosino che ha annunciato di aver presentato oggi in Senato un emendamento all’articolo 30 comma 11 del decreto Sostegni per chiedere la proroga del pagamento dei canoni concessori dei giochi dei primi 4 mesi.
“Siamo sensibili alle tematiche del settore giochi e vedremo cosa potremo fare” ha affermato.
“L’ormai interminabile chiusura del settore del gioco pubblico, – commenta ancora in una nota ACADI – che ha superato i 10 mesi complessivi, sta producendo effetti drammatici per oltre 150mila lavoratori e 75mila imprese. Una dinamica non più sostenibile, basti pensare che dal 14 marzo 2020 ad aprile 2021 le attività sono rimaste chiuse per il 67% del periodo. Allo stesso tempo le casse dell’Erario si stanno impoverendo massicciamente, con circa 7 mld di perdite, mentre si arricchiscono mafie e organizzazioni criminali. Le attività illegali stanno infatti proliferando a ritmi impressionanti: sono state sequestrate, da marzo 2020 a oggi, centinaia di agenzie scommesse senza concessione, oltre 100 bische chiuse, più di 2mila apparecchi illegali sequestrati, più di 300 siti online illegali inibiti dall’Agenzia Dogane e Monopoli nel periodo emergenziale”.
“Bisogna quindi programmare la riapertura delle attività del gioco nelle zone ‘bianche’ e ‘gialle’ del Paese adottando i protocolli già esistenti e già sottoposti al Comitato Tecnico Scientifico (CTS). E’ imprescindibile una maggiore attenzione verso il settore all’interno del ‘Dl Sostegno’, prevedendo liquidità per le concessioni e per le relative attività di servizio pubblico. Serve inoltre rimuovere i limiti che riguardano le aziende con ricavi superiori ai 10 milioni di euro, che sono frequenti in ragione dei prerequisiti richiesti dai parametri concessori. Altro elemento fondamentale risiede nella proroga di tutte le concessioni, esercitate nel canale retail soggette a sospensione, in proporzione rispetto alla mancata redditività. Infine, è urgentissimo continuare a sospendere i versamenti del Prelievo erariale unico (PREU) fino alla riapertura delle attività con la riattivazione dei flussi finanziari”, ha concluso Cardia.
Di seguito la Memoria depositata in Senato da Acadi:
L’emergenza sanitaria comporta condizioni di estrema incertezza economica per i lavoratori e le
aziende del comparto, causando anche un importante danno per le casse dell’Erario e provocando
l’esplosione del gioco illegale. In numeri:
– a legislazione vigente, totale interruzione dell’attività per 10 mesi su 14 da marzo 2020 ad aprile
2021 (267 giorni su 394, pari al 67% del periodo) per le reti distributive delle scommesse, degli
apparecchi da gioco e del bingo;
– conseguente estrema contrazione dei ricavi dall’esercizio delle concessioni nel periodo per
videolotterie (-75%), apparecchi AWP (-60%), bingo (-60%) e scommesse (-45%), a fronte, comunque,
della necessità di mantenere operative le reti affidate in concessione, con i relativi costi fissi;
– riduzione delle entrate erariali per circa 7 miliardi di euro stimata nello stesso periodo;
– oltre 120.000 lavoratori in sospensione dal lavoro con ammortizzatori sociali, attualmente senza
una prospettiva di rientro anche parziale in servizio;
– nel periodo da marzo 2020 a febbraio 2021, sequestrate centinaia di agenzie scommesse senza
concessione, più di cento “bische” chiuse, oltre duemila apparecchi illegali sequestrati, oltre
trecento siti online illegali inibiti dall’Agenzia Dogane e Monopoli nel solo periodo emergenziale.
Alla luce di quanto sopra resta prioritaria la riapertura delle attività di gioco pubblico, anche
all’interno di locali generalisti, sia nelle zone “gialle” che “bianche” del Paese alla pari di altre attività
economiche adottando gli specifici Protocolli di sicurezza e prevenzione di settore già sottoposti al
Comitato Tecnico Scientifico presso il Dipartimento della Protezione Civile.
Pertanto, il comparto richiede attenzione specifica ai seguenti temi:
a) i necessari sostegni alla liquidità per l’esercizio delle concessioni e delle correlate attività di
servizio pubblico, non ancora comprese, in alcun modo, nel Decreto-legge D.L. 41/2021 “Sostegno”. Le
aziende del comparto giochi (concessionari e punti vendita) hanno estrema urgenza di partecipare al
generale sostegno alla liquidità delle imprese italiane congruo rispetto all’estesissimo periodo di
totale sospensione dei ricavi, il quale inoltre non ponga limiti ad aziende con ricavi superiori a 10
milioni di euro, frequenti tra i concessionari per le necessarie concentrazioni richieste dai rapporti
convenzionali.
È necessario ed urgente in tal senso, almeno, continuare a sospendere i versamenti del Prelievo erariale
unico, come già inizialmente previsto nel DL 137/2020, fino alla riapertura delle attività con la
riattivazione dei flussi finanziari. Le ragioni di dettaglio sono esposte nella seguente SCHEDA PREU.
b) l’intero funzionamento futuro del sistema concessorio, al fine di valutare le future soluzioni per la
continuità del sistema stesso e del controllo pubblico sull’offerta.
Si ribadisce (la necessità e l’urgenza di attivare le opportune procedure per la proroga tecnica ditutte
le concessioni esercitate nel canale retail soggette a sospensione (scommesse, apparecchi da gioco
e bingo, per il quale esiste già una prima previsione legislativa) – in proporzione temporale rispetto alla
mancata redditività dall’esercizio delle stesse, in ragione delle normative di sospensione.
Tale orizzonte temporale di proroga tecnica delle concessioni (peraltro necessario anche solo per l’effetto
espulsivo dato dalla c.d. “questione territoriale” già rilevata dal Consiglio di Stato che impedirebbe
comunque l’indizione delle procedure selettive) potrà essere definito in analogia alle disposizioni (art. 6 del
DL 23/2020) che dispongono per le imprese italiane un percorso gestionale di 5 anni per il recupero
della redditività; in tale senso va altresì regolato il periodo di non onerosità degli affidamenti, anche in
termini di temporanea cancellazione dei canoni concessori.
Prelievo erariale unico sulla raccolta degli apparecchi da intrattenimento (PREU).
Rimodulazione rate 2021
Il Prelievo Erariale Unico (c.d. PREU) è l’imposizione diretta sugli Apparecchi da intrattenimento di cui
all’art. 110, comma 6 del T.U.L.P.S..
Matura in periodi contabili costituiti da 6 bimestri solari, ognuno dei quali prevede il versamento di 3
acconti e un saldo, dovuti i primi (acconti) il 28 del primo mese del periodo, il 13 ed il 28 del secondo mese;
il saldo il 22 del primo mese del bimestre seguente. Gli acconti sono predeterminati in misura pari al 25%
dell’importo complessivamente dovuto a titolo di PREU nel penultimo bimestre precedente.
Il sistema di prelievo è costruito, pertanto, sul presupposto di un “flusso di cassa” continuo della
filiera distributiva.
Ciò premesso, il secondo lockdown dovuto all’emergenza COVID che ha coinvolto la filiera degli apparecchi
da intrattenimento a partire dal DPCM del 13 ottobre 2020 ha prima ridotto e, dai primi di novembre,
azzerato la raccolta delle giocate che alimentano i flussi finanziari comprendenti il prelievo erariale.
I vari DPCM, come precisa l’ADM (da ultimo, con Determina Prot. n. 88526 /RU del 24 Marzo 2021) “hanno
azzerato la raccolta del gioco tramite apparecchi da intrattenimento, privando i soggetti appartenenti
all’intera filiera del gioco delle risorse finanziarie per far fronte ai versamenti tributari previsti e, di
conseguenza, rallentando o addirittura impedendo il relativo versamento ai concessionari, quali
soggetti passivi d’imposta, per il successivo riversamento all’erario”. La Determina sospende gli acconti
per il periodo marzo – aprile 2021 i quali evidentemente “a causa della sospensione totale della raccolta
tramite apparecchi da intrattenimento … sarebbe[ro] superiori ai versamenti realmente dovuti”.
Per questa ragione, l’articolo 13 novies del DL 137/2020 convertito dalla legge 176/2020 ha disposto
quindi, al comma 1, che le somme relative al versamento del saldo PREU e del canone concessorio, riferito
alla raccolta di gioco dei mesi del (quinto) bimestre settembre-ottobre, con scadenza entro il 18 dicembre
2020, siano versate nella misura del 20 per cento e che la restante quota dell’80 per cento potesse essere
versata con 6 rate mensili di pari importo, con applicazione di interessi legali, la prima il 22 gennaio 2021 e
le successive entro l’ultimo giorno del mese, l’ultima delle quali entro il 30 giugno 2021.
La disposizione del DL 137/2020 ipotizzava, sostanzialmente, la ripresa della raccolta di gioco nelle
prime settimane dell’anno. A normativa vigente essa non potrà riprendere (nella migliore ipotesi)
che nel mese di aprile, richiedendosi pertanto almeno un bimestre per la ricostituzione di risorse
finanziarie adeguate nella filiera in concessione; essa, infatti, nel periodo di integrale sospensione delle
attività e dei ricavi è tenuta comunque a sostenere rilevanti costi fissi, larga parte dei quali per il
mantenimento delle stesse infrastrutture necessarie all’esercizio delle concessioni.
È pertanto necessario, nello stesso indirizzo normativo della disposizione del DL 137/2020 vigente,
posporre i termini di pagamento rateali al mese di luglio, con riquantificazione del sistema di
rateazione entro il mese di dicembre 2021, onde non ascrivere all’intervento effetti finanziari, in
quanto infraannuale.
PressGiochi
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