“Il fenomeno è davvero molto complesso. Occupandomi dalla fine degli anni 90 di gioco d’azzardo ricordo che fino al 99 i giocatori patologici si contavano sulle dita di una mano.
“Il fenomeno è davvero molto complesso. Occupandomi dalla fine degli anni 90 di gioco d’azzardo ricordo che fino al 99 i giocatori patologici si contavano sulle dita di una mano. Oggi bisognerebbe decidersi se tutelare la salute individuale, tutelare la salute pubblica o la raccolta delle entrate. Credo che personalmente su questo aspetto ancora non siamo in chiaro. L’approccio di salute pubblica deve quantificare i danni e le esternalità negative di un’attività e mira a mitigare i rischi del danno gambling correlato. Danni legati non solo al giocatore ma anche al suo prossimo e alla collettività in generale. L’OMS si sta spostando da tempo verso approcci salutogenici piuttosto che su quelli basati sulla cura delle malattie. Ci dobbiamo chiedere se la legge delega che sarà approvata generi salute. Non fare prevenzione della malattia ma promuovere azioni codificate salutari. E’ importante avere in mente quali sono i danni”.
Lo ha dichiarato la dr.ssa Daniela Capitanucci, componente titolare osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave presso il ministero della Salute presente oggi al webinar dal titolo “Legge sul gioco d’azzardo: occasione o trappola?” organizzato all’interno del progetto ‘Se questo è un gioco‘.
PressGiochi
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