08 Gennaio 2025 - 19:15

Capitanucci (And, Osservatorio Gap): “Ok a limiti orari e distanze, serve revisione radicale dell’offerta dell’azzardo”

“Le azioni dell’Osservatorio dovrebbero orientare tutte le azioni politiche e socio-sanitarie atte a garantire la riduzione della prevalenza (numero di casi riscontrati in un certo lasso di tempo) e dell’incidenza

10 Dicembre 2019

“Le azioni dell’Osservatorio dovrebbero orientare tutte le azioni politiche e socio-sanitarie atte a garantire la riduzione della prevalenza (numero di casi riscontrati in un certo lasso di tempo) e dell’incidenza (andamento del numero di nuovi casi, rilevati da un anno con l’altro) dei giocatori patologici. Un primo importante segnale arriva proprio dal decreto di ricostituzione del 2 dicembre, che presidia l’assenza di conflitto di interessi. All’Osservatorio insediato presso il ministero della Salute, infatti, non potranno più partecipare enti, associazioni e persone fisiche che abbiano avuto rapporti contrattuali, sovvenzioni, sponsorizzazioni, incarichi professionali da società o imprese esercitanti attività industriale-commerciale in qualsiasi comparto dei giochi pubblici con vincite in denaro. In pratica, ci si attende finalmente di poter lavorare esclusivamente alla luce di dettami scientifici”.

Lo afferma in un’intervista ad AgenSir, la psicologa Daniela Capitanucci, presidente di And e neo membro del ricostituito Osservatorio Nazionale suo gioco.

“Il Cnr-Ifc di Pisa,- prosegue Capitanucci –  nell’ambito di ricerche di stampo europeo condotte dal 2007 al 2017, infatti ha rilevato che in dieci anni nel nostro Paese i giocatori patologici sono quadruplicati (dallo 0,6% al 2,4% sulla popolazione 15-64 anni). E il dato riscontrato dall’Iss offre uno scenario ancor più preoccupante: tra i maggiorenni, risultano giocatori patologici il 3% della popolazione, ai quali vanno aggiunti 2,8% di giocatori a rischio moderato e 4,1% a rischio basso. Rispetto agli altri Paesi europei di tratta di una prevalenza di ben tre volte superiore (Germania, Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Austria hanno una prevalenza di gioco problematico inferiore all’ 1%). Questo dato però ci dice anche che il 27% dei soggetti maggiorenni che hanno giocato nell’ultimo anno (almeno uno su quattro) presenta una qualche forma di problema correlato.

Senza ombra di dubbio, questi dati suggeriscono che con urgenza andrebbe attuata la revisione radicale del sistema dell’offerta del gioco d’azzardo legale, che non è estraneo nella aver contribuito a produrre quanto riscontrato. Andrebbero almeno previste limitazioni sullo zoning (cioè evitando di collocare il gioco d’azzardo in prossimità dei luoghi sensibili nella loro più ampia accezione) e sul timing (cioè, andando a limitare l’ampiezza oraria di apertura, funzionamento e offerta di occasioni di gioco d’azzardo). Queste misure dove già sono state applicate, ad esempio in Piemonte, hanno dato esiti promettenti quali riduzione della raccolta e minori rischi per i giocatori patologici in trattamento. E forse non è un caso che proprio in questi giorni questa norma stia subendo pesanti attacchi, sostenuti da esponenti della nuova giunta regionale che si è appena insediata, volti a far tornare gli apparecchi (slot e Vlt) in quei luoghi di vita delle persone dai quali ormai erano scomparsi, con i risultati sopra citati”.

 

 

PressGiochi