Venerdì mattina, presso il Circolo della Stampa di Avellino, sono stati presentati i risultati di “Liberi di… Liberi da…”, progetto finanziato dalla Regione Campania Direzione Generale per la Tutela della
Venerdì mattina, presso il Circolo della Stampa di Avellino, sono stati presentati i risultati di “Liberi di… Liberi da…”, progetto finanziato dalla Regione Campania Direzione Generale per la Tutela della Salute con D.D.n.324/2013, finalizzato all’indagine e alla diffusione dell’informazione sul Gioco d’Azzardo Patologico nei comuni della provincia avellinese che rientrano tra i 28 appartenenti al Piano di Zona A5.
«Sono stati intercettati e censiti 440 individui tra i 16 e i 24 anni e praticamente tutti hanno dichiarato di avere avuto contatti con questo tipo di gioco, anche i minorenni anzi, dovremmo dire nonostante lo siano. Stiamo cercando di definire una mappatura del nostro territorio – ha dichiarato il sociologo Simone Picariello dell’associazione Punto Giovani Onlus di Serino, ente capofila del progetto in quanto comunità terapeutica diurna che da sempre si occupa di dipendenze – per avviare un discorso di conoscenza e far capire che il gioco, importantissimo nella fase di crescita adolescenziale, può però diventare una malattia. Il totale dei casi riscontrati come patologici in tutta la regione, tenendo conto di tutte le fasce d’età, è vicina ai mille. Un numero minuscolo se teniamo presente che la Campania è la regione in cui c’è il maggior numero di spesa per il gioco d’azzardo e i ragazzi sono quindi facile preda delle sue tentazioni. La più grande difficoltà nel fornire dati scientifici più completi è precisi sta sicuramente la mancanza di un osservatorio provinciale».
«Attualmente sono presenti in una struttura di presa in carica di I livello a Banzano, frazione di Montoro, 11 soggetti tra i 18 e i 40 anni, 7 uomini e 4 donne. Gli uomini sono perlopiù disoccupati e le donne casalinghe, e tutti hanno un livello di istruzione medio-bassa. Ma attenzione a non generalizzare – ha affermato Vincenzo Tomeo, referente provinciale del PdZ –. Per quanto le stime indichino che spesso a ricercare la “vincita facile”, la somma che risolva i problemi, siano soprattutto persone dei ceti meno abbienti ed alfabetizzati, non dimentichiamo che a richiedere il nostro intervento non sono certo individui con alte possibilità, dunque quando parliamo dei casi sotto nostra osservazione diretta non abbiamo il quadro totale. Il dato che più ci preoccupa è l’interessamento sempre maggiore dei ragazzi verso questo mondo e l’unica soluzione possibile è la prevenzione. Abbiamo dei punti informativi in tutti gli istituti superiori del nostro ambito perché dobbiamo dare ai giovani gli strumenti giusti, che riguardano la sfera della salute, per potessi difendere dalle lusinghe del gioco».
Fondamentale diventa il ruolo delle istituzioni, colpevoli per troppi anni di aver tagliato risorse alle politiche di welfare e aver favorito la crescita dei dipendenti da gioco soprattutto in tempo di crisi, allorquando si intraprendono tutte le strade possibili (e disperate) per tentare di migliorare la propria condizione economica. «Per questo la Regione ha finanziato il progetto – ha spiegato il responsabile del procedimento U.O.D.“Interventi Socio-Sanitari” Regione Campania Biagio Zanfardino – e lo ha ritenuto fondamentale per implementare l’operato che strutture pubbliche e private sul territorio già compiono. Bisogna arginare il fenomeno allarmante. Per un fatturato nazionale di 87 miliardi di euro, il 10% della spesa complessiva è campano, e abbiamo il triste record di sale scommesse e di minori che giocano d’azzardo. Oltre alla prevenzione, fondamentale, bisogna lavorare per scoraggiare i giocatori, ad esempio indicando sui dispositivi elettronici le percentuali di vincita e regolamentando in maniera restrittiva la pubblicità, magari abolendola del tutto».
PressGiochi