“Nonostante si moltiplichino da anni iniziative tese a porre un argine alla ludopatia, in Campania lievita in maniera sempre più allarmante la spesa dei cittadini per il gioco. Basti pensare
“Nonostante si moltiplichino da anni iniziative tese a porre un argine alla ludopatia, in Campania lievita in maniera sempre più allarmante la spesa dei cittadini per il gioco. Basti pensare che nel 2018, secondo un’indagine della Fondazione Exodus, nella nostra regione il gioco ha assorbito la cifra record di 4 milioni di euro, il doppio di quanto gli enti investono in welfare. Un dato che diventa ancor più sconcertante se solo si pensa che, stando all’ultima fotografia di Unioncamere, la nostra regione registra il maggior numero di attività del Paese, ben 1.700, con una crescita del 2,7% rispetto al 2018. Quasi il doppio di Lazio e Lombardia, dove la cifra complessiva è di circa 900 attività. Per arginare il fenomeno, abbiamo presentato emendamenti al testo sulla prevenzione al gioco in linea con quanto si sta già facendo in altre regioni, prevedendo misure che, oltre ad aumentare la distanza dai luoghi sensibili, non si limitino, come previsto in questa proposta di legge, alle attività che saranno autorizzate dopo la sua entrata in vigore, ma anche a quelle già esistenti. Misure contenute nel testo che abbiamo portato in Commissione, ma che non sono state recepite, rendendo così il testo definitivo assolutamente inefficace. Oggi chiederemo di reintrodurre le nostre proposte, dando così voce alle tante associazioni che affrontano da anni il problema della ludopatia e che operano nel contrasto al gioco d’azzardo”.
Lo annuncia la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino, nell’illustrare le proposte di modifica al testo unificato “Disposizioni per la prevenzione e la cura del disturbo da gioco d’azzardo e per la tutela sanitaria”, che saranno discusse oggi nell’aula del Consiglio regionale.
“Abbiamo proposto – spiega nel dettaglio Ciarambino – di incrementare da 250 a 500 metri la distanza da sale giochi e attività con presenza di slot dai luoghi sensibili, come scuole, luoghi di culto e circoli ricreativi e giovanili. Chiediamo, inoltre, che siano concessi tre anni alle attività già autorizzate per delocalizzare o rimuovere le apparecchiature e fino a cinque anni in caso di apertura di un luogo sensibile entro i 250 metri dagli stessi esercizi. Non si può immaginare di mettere un freno a un fenomeno che dilaga di anno in anno con regole che valgano solo per le attività che sorgeranno in futuro. E’ necessario agire anche sull’esistente, con misure che regolamentino in maniera strutturale e definitiva il gioco nella sua interezza. Basti pensare che in Campania ci sono casi di sale giochi nello stesso edificio che ospita una scuola. Affrontare il fenomeno in maniera parziale, come si intende fare con questo testo, equivale a non tener conto della sua portata e della assoluta gravità. Un fenomeno che coinvolge un numero sempre crescente di famiglie, rendendole spesso schiave di organizzazioni dedite a usura e strozzinaggio, direttamente o indirettamente controllate dalla criminalità organizzata. Per questo siamo pronti a batterci in aula per migliorare il testo e farne uno strumento realmente efficace contro quella che rappresenta una delle più gravi piaghe sociali di questo tempo e della nostra terra”.
PressGiochi