Durante la seduta della Camera del 28 gennaio, i deputati Furfaro, Vaccari, Merola, Girelli, Malavasi, Ciani e Stumpo del Partito Democratico e il deputato Caso del Movimento 5 stelle hanno
Durante la seduta della Camera del 28 gennaio, i deputati Furfaro, Vaccari, Merola, Girelli, Malavasi, Ciani e Stumpo del Partito Democratico e il deputato Caso del Movimento 5 stelle hanno presentato un’interrogazione al Ministro dell’economia e delle finanze. Attraverso l’interrogazione, si domanda di rivedere la bozza di legge sul riordino del gioco fisico per tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini.
“Per sapere – premesso che:
secondo la bozza di riforma sul gioco d’azzardo fisico, presentata a fine ottobre 2024 dal Ministro dell’economia e delle finanze a regioni e comuni, verrebbe sostanzialmente quasi eliminata l’attuale normativa stringente sui luoghi sensibili e sulla riduzione degli orari delle sale gioco; da allora è in corso un duro confronto con gli enti locali, che auspicano regole più rigide per ridurre l’offerta di gioco d’azzardo, viste le gravi conseguenze sociali e sanitarie che esso comporta; il Governo, nella proposta inviata a regioni e comuni, sottolinea che introdurre una normativa più restrittiva sarebbe « eccessivo e foriero di significative ripercussioni sulle entrate erariali », quantificandola perdita potenziale in oltre 13 miliardi di euro l’anno; mentre nel 2024 è stato già approvato il riordino del gioco d’azzardo online per quello fisico manca ancora una norma nazionale, nonostante esistano normative regionali e ordinanze sindacali che si dimostrano molto più restrittive rispetto alla bozza di riforma proposta dal Governo; la riforma del Governo ridimensiona in particolare il distanziamento dai luoghi sensibili, attualmente previsto a livello regionale e comunale in un raggio di 300-500 metri per sale gioco ed esercizi commerciali con slot-machine, rispetto a scuole, chiese, oratori, centri sociali, impianti sportivi, centri anziani e altri luoghi considerati sensibili; la bozza del Governo introduce una distinzione tra esercizi certificati e non certificati: i primi sarebbero esentati da qualsiasi limite minimo di distanza dai luoghi sensibili, mentre i secondi potrebbero aprire a soli 200 metri da molti dei luoghi oggi tutelati; inoltre, la proposta del Governo riduce drasticamente il numero di suddetti luoghi considerati sensibili, limitandoli a « scuole secondarie di primo e secondo grado » e a « strutture sanitarie che ospitano centri per la cura delle dipendenze », escludendo tutti gli altri attualmente inclusi dalle leggi regionali e dalle ordinanze comunali; le differenze tra le proposte del Governo e le richieste di regioni e comuni si estendono anche al numero di punti di offerta di gioco: la bozza del Governo prevede 40 mila esercizi generalisti (bar, tabacchi e altro) con slot, 5 mila sale con Vlt e 10 mila punti di raccolta scommesse, per un totale di 55 mila esercizi; regioni e comuni chiedono invece di ridurli a 34mila, 2.250 e 8 mila rispettivamente, per un totale di 44.250. Anche il numero di macchinette mostra una distanza significativa: il Governo propone 200 mila slot e 45 mila Vlt, mentre gli enti locali chiedono di scendere a 180 mila e 41.250; numerose associazioni e realtà del terzo settore impegnate nella prevenzione delle dipendenze da gioco d’azzardo hanno espresso una forte contrarietà alle novità contenute nella bozza del Governo, sottolineando come queste misure pongano in secondo piano la tutela della salute dei cittadini a favore delle entrate fiscali generate mdall’azzardo; secondo i dati riportati dalla campagna «Mettiamoci in gioco », in Italia il gioco d’azzardo assorbe ormai 140 milioni di giornate lavorative l’anno, sottraendo tempo prezioso alle relazioni sociali e familiari. Più di un milione di italiani soffre di dipendenza dal gioco d’azzardo, e secondo il portavoce della campagna, don Armando Zappolini, « la maggior parte delle entrate erariali derivano dai giocatori problematici, non dai 20 milioni di giocatori occasionali». Questo fenomeno alimenta la povertà e colpisce duramente le famiglie, rendendo inaccettabile l’idea di basare le finanze dello Stato su questa dipendenza –:
se il Ministro interrogato non intenda rivedere le proprie posizioni rispetto alla bozza presentata, accogliendo le istanze delle associazioni, degli enti locali e delle regioni, e mettendo così al primo posto la salute e la sicurezza dei cittadini, in particolare dei più fragili”.
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