21 Gennaio 2025 - 02:42

Callipo (Salfi): “L’attuazione della delega fiscale: un esempio di fuoco amico”

  Non vogliamo – dichiara il Segretario generale del Salfi, Sebastiano Callipo – esternare commenti politici, ma solo analizzare brevemente la parziale attuazione della delega fiscale per evidenziarne luci ed

01 Luglio 2015

 

Non vogliamo – dichiara il Segretario generale del Salfi, Sebastiano Callipo – esternare commenti politici, ma solo analizzare brevemente la parziale attuazione della delega fiscale per evidenziarne luci ed ombre nell’ottica sindacale del mancato, sino ad oggi, rispetto dei diritti costituzionali e contrattuali delle lavoratrici e lavoratori, significando, sin da subito, che la nostra azione tutoria “per tutto il personale” proseguirà domattina presso i Direttori delle Agenzie e presso le Commisioni parlamentari per evitare che il personale sia da oggi, in carenza di uno specifico provvedimento legislativo dedicato, “istituzionalmente sfruttato” in quanto sottopagato nello svolgimento di funzioni superiori agli attuali inquadramenti, al di là delle ormai intollerabili “delegazioni di firme” o “di funzioni”, anch’esse da troppi mesi esercitate gratis, in piena violazione e del contratto e della Costituzione.

Quanto sopra, senza dimenticare che il richiamato intervento riformista sottovaluta gravemente, non solo le reiterate diffamanti narrazioni sull’operato dell’Agenzia delle Entrate (cfr. da ultimo ad esempio, esternazioni del Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze on. Zanetti in occasione di un incontro svoltosi di recente a Valdobbiadene) ma anche le tante criticità gestionali che costringono, ad esempio, in Lombardia molti funzionari di terza area a subire oggettivi demansionamenti, come ben segnalati, dal nostro Segretario Provinciale di Milano.

Tutte problematiche che, coniugate con le note legittime aspettative di tanti colleghi, afferenti, ad esempio, a passaggi d’area, progressione economiche, salario accessorio, retrocessioni, diniego di utilizzo di istituti quali 104 et similia impongono interventi ben diversi rispetto a quelli finora registra in sede governativa e parlamentare.

È nostra opinione che, qualora la attuale situazione, sopra sintetizzata, dovesse protrarsi ancora sarebbe un legittimo “atto di difesa” e di “tutela degli interessi economici” dei lavoratori incisi, e non solo, “rimettere tutte le deleghe in essere”, da non attribuire ad altri, ma anche “attivare azioni legali, civili risarcitorie” a diverso titolo, sia per ottenere indennizzi e risarcimenti cospicui per l’indebito arricchimento dell’Amministrazione Finanziaria, sia per le sofferte perdite di chance!!!

La nostra Federazione ribadirà, con motivata fermezza, la esigenza di tener ben distinti due piani di intervento e di giudizio, in attesa del via libero definitivo del Governo sul pertinente decreto di cui sopra, varato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri di venerdi u.s., afferente la riorganizzazione delle Agenzie fiscali, atteso per il 25 settembre p.v., unitamente agli altri quattro decreti (al netto della riforma del catasto, l’IRI per le imprese e dei tre decreti delegati varati lo scorso 21 aprile):

  1. a)     la riorganizzazione delle Agenzie fiscali e il reclutamento di personale dirigenziale da un lato e dall’altro la operatività degli uffici sino all’espletamento dell’autorizzato concorso per soli esami, da concludersi entro fine 2016;
  2. b)    le tante criticità e problematiche che affliggono da anni tutto il personale delle Agenzia Fiscali, sia in tema di carriera, sia in tema di remunerazione delle attività espletate.

È urgente ottenere un provvedimento, in sede governativa o parlamentare (salvo a voler ricorrere agli strumenti regolamentari e legislativi esistenti), da noi definito a marzo u.s. “ponte”, che per i prossimi 18 mesi autorizzi o, meglio, legittimi le Agenzie fiscali a conferire il necessario numero di reggenze dirigenziali al personale validamente scrutinabile, con selezione interna, corroborata da criteri oggettivi e trasparenti, con procedure simil para concorsuali, che garantisca la miglior selezione possibile nelle condizioni date laddove, se da un lato non dovrà tradursi in totale e pedissequa riassegnazione, dovrà tener comunque in debita valutazione, ad esempio, le comprovate competenze, i risultati assicurati nella conduzione delle sedi dirigenziali, le valutazioni riportare negli anni e da ultimo, per le Dogane, ad esempio, i concorsi pubblici vinti.

 

 

Sostanzialmente, delle “reggenze a termine” oculatamente motivate, riscontrate, “finalizzate alla massima funzionalità degli uffici” e “condivise omnibus”, per la notoria professionalità dell’incaricato, valutate anche e il congelamento delle procedure di mobilità, nelle more del concorso e la riserva minima per gli interni del 30% e, da ultimo, la “peculiare professionalità” alla cui verifica è destinato il concorso autorizzato dal Governo, ancorchè sarà il Mef a stabilirne modalità selettive, con specifico decreto!

È nostra ferma opinione che la soluzione alla attuale fase emergenziale, di autogestione degli uffici, di autoregolazione periferica, di smarrimento e demotivazione, di indebito arricchimento dell’AF, di conferimento a costo zero di incarichi dirigenziali, mimetizzati con deleghe di firme, non pagate, non vada più tollerata, perché se reiterata assumerebbe, non le sembianze, ma la identità di “sfruttamento” di qualificato lavoro, che odora di “terzo mondo” nell’era “renziana e zanettiana” cfr. relazione illustrativa al decreto in narrativa nella quale il successo delle nuove strategie agenziali dipende molto dalla “qualificazione e dalle competenze professionali richieste agli operatori delle agenzie fiscali” e dalle “leve efficaci di gestione autonoma del proprio personale” ed, infine, valutate e le conclamate “vacanze di organico dirigenziale” e le criticità evidenziate per gli uffici all’art. 2 del richiamato decreto e, da ultimo, il mutato rapporto fra dirigenti e personale delle aree funzionali!!

Se necessario, ed al fine di evitare “vulnus sinallagamatici” fra retribuzioni e prestazioni lavorative, è nostro intendimento valutare la eventualità di una richiesta ufficiale in Funzione pubblica della apertura di una “sessione contrattuale” dedicata alle criticità di cui sopra e che andrebbe estesa alla contestuale esigenza di ottenere, de residuo, per norma contrattuale, la creazione di nuove posizioni organizzative da conferire, per determinate esigenze operative, al personale tutto della terza area, attingendo ai risparmi di gestione dei bilanci agenziali, se necessario, in sede di prima istituzione.

Strategia finanziaria valevole anche per gli incarichi temporanei di posizioni dirigenziali!(tutto tranne che la cristallizzazione della attuale situazione di totale destrutturazione, quale prodotto di una “persa battaglia politica”, circa la mission del sistema agenziale, che costringe in rari casi anche al richiamo in “servizio effettivo” di leve dirigenziali da tempo accantonate).

L’emendamento da noi richiesto dovrà anche contenere i diversi percorsi di carriera dovuto a tutto il personale.

Traslando ora sul secondo aspetto della recente riforma, v’è da puntualizzare subito e senza temere di essere tacciati di conservatorismo o di essere schiavi di una deleteria continuità che, laddove il precedente “stilema accertativo” non avrebbe ben funzionato, secondo i padri del D.Lgs. delegato e i noti detrattori del Sistema Agenziale se confermato in prosiequo, che non era e non è certamente avvenuto per carenza o colpa dei funzionari, bensì degli indirizzi governativi e declinati dictat legislativi ed operativi, come dimostrano le tante Convenzioni emanate dai diversi Ministri, con relativi indirizzi operativi o piani aziendali (lo afferma anche il commercialista dott. Zanetti in tema di “caccia al gettito”, nonché Sottosegretario al Mef e Segretario di un partito politico, sich!!!) .

Il “fisco dal volto buono”, il nuovo “galateo” per il Fisco, potrebbe quindi così di seguito sintetizzarsi, senza schieramenti politici, ovvero ideologici di sorta, ma con analisi sindacale sì, atteso che, ad esempio, legare la quota incentivante al solo “riscosso” (maggior gettito verificato), qualche perplessità e problematicità la legittima, laddove è condivisibile e conferma la intrinseca contraddittorietà del Decreto, la ratio della parziale modifica, del sistema incentivante, finalizzata a calibrarla, nei suoi meccanismi applicativi, “sulle dinamiche operative e sulle necessità gestionali specifiche delle agenzie”, laddove poi “sacralizza” il concorso pubblico quale unico privilegiato canale di selezione del miglior personale, rigettando la esistenza nell’AF di personale altamente specializzato e professionalizzato, bandendo e demonizzando selezioni interne prodromiche, quali reggenze o incarichi di posizioni organizzative, che le Agenzie, secondo il “nuovo Messia”, non avrebbero saputo gestire, o peggio avrebbero malgestito!

Trattasi, sostanzialmente, di una “brillante genialata politica”, quella di traslare il tessuto connettivo del noto “statuto dei diritti del contribuente” nelle reingegnerizzate nuove Convenzioni, con il non esplicitato ulteriore obiettivo politico di “etero-governare le strutture agenziali”, ormai ritenute dal Governo, e non solo, non più affidabili, prive di autonomia gestionale, specie in tema di formazione e selezione del personale, svuotate di qualsiasi autoregolamentazione e tramutate da presidio anti evasivo, in unità di supporto al contribuente (quasi che l’alto tasso di evasione in Italia e il pesante sommerso, che valgono diverse centinaia di miliardi l’anno, possano contrastarsi con una “pacca sulle spalle” e con “amorevoli auspici di corretti comportamenti fiscali”, in un delirio di alterazione della realtà, per inconfessabili esigenze di bacini elettorali e di contingenza economica negativa del Paese, schiacciato da una pressione fiscale intollerabile, in esecuzione di un tessuto normativo, specie sanzionatorio, al limite della vessazione)!!!

Da qui, i dichiarati obiettivi di contenere la spesa pubblica (come se le Agenzie fossero state centri di sprechi e fonti di spese improduttive), di potenziare l’efficienza dell’azione amministrativa e di ripartire più razionalmente tra le diverse Agenzie determinate funzioni.

Aggiungasi, per completezza, la riduzione della invasività dei controlli, l’incremento della tax compliance, l’ulteriore sviluppo delle tecniche di analisi dei rischi di evasione, il principio del controllo amministrativo unico, nuove e più avanzate forme di comunicazione con il contribuente, la facilitazione e la promozione dell’assolvimento degli obblighi tributari, in una ottica oltremodo collaborativa con i contribuenti, la semplificazione ulteriore degli adempimenti, nuove strategie di controllo fiscale, ed infine, l’obiettivo di favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili (mission tutte note e da sempre coltivate, ma oggi focalizzate ed enfatizzate con “focus politico” ed in funzione delle quali andranno riviste le Convenzioni, a far data dal 2016, ed i connessi piani operativi)!!!

LUNGI DAL FAR PROCESSI ALLE INTENZIONI, SORGE INELUDIBILE UNA DOMANDA: le nuove “voluntas politiche” non potevano essere comunque rimesse alla esecuzione del tessuto agenziale esistente, senza stravolgerne connotati ed ancor prima DNA e senza umiliare e delegittimare anni di attività e connesse classi dirigenziali e lavoratori non dirigenti, evitando magari di connotarle quali “strutture opache” e “mirate solo a far gettito”, senza preoccuparsi della qualità delle diverse attività antievasive o peggio descriverle e denigrarle quali strutture troppo legate ad una “continuità di strategia antievasiva” che avrebbe avuto effetti deleteri sul tessuto produttivo e competitivo italiano e quindi sulla complessiva crescita economica del Paese??? O peggio ancora altri giudizi pesanti “cfr resoconto incontro svolto a Valdobbiadene”…

È nostra opinione che su quanto è accaduto e si sta oggi consumando, occorra che si apra una seria valutazione parlamentare, la più ampia possibile, obiettiva e neutrale, in funzione degli interessi del Paese e non di una cordata politica che ha oltremodo demonizzato l’attività antievasiva dei nostri uffici.

Nelle more di intervenire in sedi giudiziarie con prodromiche diffide stragiudiziali, nell’immediato abbiamo chiesto una riunione sindacale congiunta ai massimi livelli agenziali, per evitare che al di là di ogni dialettica, oggi molti colleghi e domani tantissimi, siano sfruttati da una “cinica classe politica” che, pur di controllare la macchina fiscale, non si fa scrupolo di strumentalizzare oltremodo non solo una sentenza della Corte Costituzionale, ma anche una fase depressiva economica italiana, una trentennale legislazione fiscale iniqua, ed infine, una recente gestione agenziale “poco accorta politicamente” e facilmente aggredibile da navigati parlamentari che cavalcano ed occupano praterie, lasciate colpevolmente prive di corretti e legali presidi, sia costituzionali, sia contrattuali, sia di indirizzo politico, sia sindacale, condivisibili!!!

Si è persa una fondamentale battaglia venerdi scorso in Consiglio dei Ministri, ma non la guerra, che comunque le Agenzie, sino ad ora, hanno dimostrato di non poter o saper condurre al meglio (senza assunzione di comportamenti consequenziali, quali ad esempio le dimissioni), forse anche causa l’assenza di alleati o la spregiudicatezza del nemico o peggio ancora la carenza di una “vera consapevolezza degli accadimenti”, a cura e del personale tutto e delle OO.SS., nonché del sistema Paese, rappresentato in Parlamento.

Vogliamo un provvedimento di legge che dia risposte ai percorsi di carriera di tutto il personale, con immediatezza, pena il blocco della produttività negli uffici e pesanti mobilitazioni!!!

Faremo sentire la voce del Salfi nelle varie Commissioni parlamentari!!

Noi condizioneremo la storia futura, nei limiti delle nostre possibilità, cercando di non subirla”.

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