“La Regione Calabria attraverso una proposta di legge, della quale l’iter partirà fra quindici giorni, introduce delle azioni per il contrasto al gioco patologico e alle implicazioni che riguardano la
“La Regione Calabria attraverso una proposta di legge, della quale l’iter partirà fra quindici giorni, introduce delle azioni per il contrasto al gioco patologico e alle implicazioni che riguardano la mafia e l’usura connesse al gioco”. In questo modo il consigliere Arturo Bova, democratico e presidente della commissione anti ‘ndrangheta, introduce a PressGiochi il proprio progetto. Un progetto “disposizioni per la promozione sul territorio regionale dei principi di legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” che nasce dunque come capitolato all’interno del testo sulla legalità, ma che agirà anche sulle distanze (300 e 500 metri dai luoghi sensibili a secondo del numero di abitanti) e altre azioni seguendo l’esempio di altre leggi regionali “Ad Hoc”. Una bozza che “potrá essere modificata attraverso la presentazione di eventuali emendamenti nel periodo intercorrente con la prossima seduta”.
“Non voglio assolutamente essere proibizionista- prosegue il consigliere- rispetto il lavoro del settore e anzi, sono favorevole a creare luoghi appositi dove giocare, come Casinò provinciali, ma la situazione sta diventando grave e bisogna fare qualcosa. Vivo in un piccolo paese e vedo le molte persone che si stanno rovinando con il gioco patologico, in particolare le donne. In particolare, in Calabria il problema è fortemente legato alla ‘ndrangheta che utilizza le slot per i propri affari. Emblematico qualche tempo fa è stato il ‘caso Campolo’ soprannominato il ‘re delle gioco e delle slot’ , un sequestro di 320 milioni di euro. Un uomo che aveva in bagno un quadro di un valore di 2 milioni di euro”.
Secondo il presidente dunque, fondamentale è proprio il percorso che nella sua regione che il gioco deve fare verso la legalità e proprio per questo il progetto di legge parte dalla commissione di sua competenza. “Gli imprenditori del settore sono le vittime- conclude Bova- perché la mafia usa il gioco per il riciclaggio del denaro giustificando i propri guadagni illeciti. In questo lo Stato si è dimostrato troppo assente mentre c’è bisogno di proteggere in particolare le fasce più deboli come le donne e i bambini”.
PressGiochi