Se chiudesse un luogo di gioco abituale per effetto del distanziometro, il 65% delle persone si sposterebbe altrove per giocare o punterebbe (per il 29%) allo stesso gioco in versione
Se chiudesse un luogo di gioco abituale per effetto del distanziometro, il 65% delle persone si sposterebbe altrove per giocare o punterebbe (per il 29%) allo stesso gioco in versione online.
Lo dicono i dati presentati da BVA-Doxa oggi a Roma.
La ricerca “Gli effetti del distanziometro e dei limiti orari” presentata oggi dimostra la sostanziale inefficacia di strumenti quali distanziometro e limiti orari imposti in ormai quasi tutte le regioni come disincentivanti al gioco. Di fronte all’ipotetica chiusura di un negozio di gioco, il più delle volte si cerca un’alternativa, che sia un altro punto vendita o il gioco su internet.
In particolare, si sposterebbe in un altro punto vendita il 69% dei giocatori delle scommesse sportive, il 65% dei giocatori delle Slot e il 61% dei giocatori Vlt, mentre giocherebbe allo stesso gioco online il 30% dei giocatori di scommesse sportive, il 20% dei giocatori delle Slot e il 25% dei giocatori Vlt. Solamente il 12%, emerge dallo studio, smetterebbe di giocare qualora chiudesse il luogo di gioco abituale. Nel dettaglio, smetterebbe di giocare l’8% dei giocatori delle scommesse sportive, il 16% dei giocatori Slot e il 19% dei giocatori Vlt. Per il 44% del campione, inoltre, i limiti orari non impatterebbero sulla frequenza e sulla spesa del modo abituale di giocare, per il 25% impatterebbero poco su frequenza e spesa, per il 23% impatterebbero in parte e per il 7% impatterebbero del tutto su frequenza e spesa di gioco.
PressGiochi
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