Dalla nostra inviata a Londra – Il primo ministro del Regno Unito, Theresa May, spinge l’acceleratore sull’uscita effettiva della Gran Bretagna dall’Unione Europea, ma quali saranno gli effetti di questa
Dalla nostra inviata a Londra – Il primo ministro del Regno Unito, Theresa May, spinge l’acceleratore sull’uscita effettiva della Gran Bretagna dall’Unione Europea, ma quali saranno gli effetti di questa scelta sul mercato dei giochi d’azzardo?
A rispondere a questa domanda Per Jaldung dell’European Casino Association in occasione dell’ International Casino Conference tenuta come ogni anno il giorno precedente l’apertura di Ice.
“Gli effetti della Brexit sul mercato del gioco, si potranno valutare solo nei prossimi mesi e anni – ha dichiarato – , anche se l’esito dei negoziati non è ancora chiaro, è probabile che questo evento influenzerà diverse aree politiche attinenti il mercato dei giochi. Tuttavia molte questioni, come ad esempio il tema del riciclaggio di denaro, non scompariranno nel prossimo futuro e il mercato UK dei casinò continuerà ad essere influenzato dagli sviluppo in Europa.
I dati pubblicati lo scorso anno dalla Gambling Commission confermano che il mercato del gambling nazionale non è mai stato più sano con un rendimento lordo di 12,6 miliardi di Sterline, ma probabilmente dopo la Brexit questo andamento non sarà sostenibile, anche se Bruxelles non si è mai stata molto interessata al mercato del gioco d’azzardo”.
A confermare questa tesi, anche Clive Hawkswood, presidente della Remote Gambling Association, secondo il quale la politica europea negli anni ha preferito intervenire più sulle questioni politiche e sociali lasciando liberi gli Stati membri di regolare autonomamente la regolamentazione del gioco.
“Il Regno Unito – ha dichiarato Tracy Damestani, presidente del National Casino Forum – è sempre stato libera di gestire le proprie imposte sul gaming come preferiva. Personalmente rimarremo in stretto contatto con la nostra controparte con sede a Bruxelles, l’ECA, anche se credo che la Brexit avrà una maggior ripercussione sui flussi del turismo, soprattutto quello proveniente dalla Cina. Temiamo piuttosto le ripercussione che deriveranno dall’uscita dall’UE sul mondo del lavoro anche nei casinò, tuttavia dovremo aspettare e vedere”.
Durante l’International Casino Conference, Jaldung ha affrontato numerosi altri temi legati al mercato delle case da gioco. Il presidente di ECA ha ricordato come “i livelli di attività nel settore sono rimasti relativamente stabili. C’è stato un leggero calo del 1-2% del fatturato, ma il numero delle visite è rimasto stabile. Nel 2016 il Montenegro e San Marino, sono diventati membri dell’associazione.
Il gioco d’azzardo – ha continuato – dovrebbe esser posto tutto sullo stesso livello, con aziende che concorrono su un piano di parità e legalità, il rispetto delle norme non deve essere un problema ma un vantaggio. Invece, oggi, il gioco illegale rappresenta ancora una minaccia sia per l’industria che per i consumatori. Numerose sono le sanzioni che potrebbero essere attuate contro gli operatori illegali, come il blocco dei pagamenti, black list e white list, divieto di pubblicità. Vari paesi, tra cui la Polonia, hanno iniziato a porre serie restrizioni al gaming illegale.
Nel settore – ha concluso Jaldung – va incoraggiata una certa diversità. Soprattutto va sostenuta la presenza delle donne nell’industria. Bene la Svezia, dove le donne occupano il 50% delle posizioni manageriali, seguita subito dopo dalla Gran Bretagna”.
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