Gli effetti della fine del lockdown per sale slot, bingo e sale scommesse sono ancora da valutare: la riapertura è stata concessa da poco più di un mese. Per il
Gli effetti della fine del lockdown per sale slot, bingo e sale scommesse sono ancora da valutare: la riapertura è stata concessa da poco più di un mese. Per il ritorno al gioco d’azzardo «in presenza» è atteso tuttavia un possibile effetto-abbuffata.
«La chiusura dei luoghi fisici — spiega Jolanda Bisceglia, direttore sociosanitario di Ats — ha spostato una buona parte dei giocatori sul web. Resta da capire se ci sarà un eventuale rebound, cioè un aumento dopo la chiusura forzata». L’abbuffata, appunto: chiamata così in riferimento a chi soffre di dipendenze. Come droga, alcolismo o gioco d’azzardo. «Può darsi che alcune persone si siano disintossicate durante il lockdown — continua Bisceglia — ma la riapertura delle sale gioco andrà monitorata attentamente. Sono in corso studi per osservare l’andamento della situazione e i cambiamenti nelle modalità di gioco».
A Brescia sono attivi diversi progetti di prevenzione, sensibilizzazione e trattamento del «gap», il gioco d’azzardo patologico. Nel 2020 si sono rivolte agli sportelli ambulatoriali 429 persone, numero che conferma l’andamento degli anni precedenti (451 nel 2019, 408 nel 2018), in forte crescita rispetto al periodo 2014-2017 (ma sottostimato rispetto alla reale diffusione del fenomeno). Nell’ambito del programma regionale di contrasto al gap la Lombardia ha stanziato 8,5 milioni di euro: ad Ats Brescia sono stati destinati più di 2,7 milioni nell’arco di un triennio (dal 2019 al 2021) per la presa in carico di pazienti con problematiche legate al gioco d’azzardo, attraverso ambulatori o veri e propri inserimenti in strutture residenziali e semi residenziali. A questo si aggiunge un fitto programma di prevenzione e formazione che coinvolge scuole, luoghi di lavoro e associazioni.
Ma il gioco d’azzardo non risparmia i pensionati: a loro si rivolge il progetto sottoscritto da Ats, Comune e sindacati (Cgil, Cisl e Uil) e coordinato dalla cooperativa Il mago di Oz, che ha ricevuto un finanziamento da 180 mila euro.
«In città — sottolinea Silvia Bonizzoni, referente del progetto per il Comune — il 25% della popolazione è anziana: ci sono 65mila ultra sessantacinquenni. Si tratta di una popolazione fragile e a rischio». Da qui la decisione di attivare percorsi formativi dedicati a volontari e iscritti ai sindacati: agli incontri (online) hanno partecipato 37 persone. Saranno ora elaborate specifiche linee di intervento da attivare tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.
PressGiochi
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