“La Regione Puglia ha esercitato correttamente la potestà legislativa in materia di giochi, essendosi occupata di una disciplina di carattere socio-sanitario (potendo il Gioco d’Azzardo Patologico essere assimilato alla dipendenza
“La Regione Puglia ha esercitato correttamente la potestà legislativa in materia di giochi, essendosi occupata di una disciplina di carattere socio-sanitario (potendo il Gioco d’Azzardo Patologico essere assimilato alla dipendenza da sostanze stupefacenti o da alcool) che rientra nella materia di legislazione concorrente ‘tutela della salute’. E’ passato oltre un anno e l’accordo in Conferenza Unificata non è ancora stato sottoscritto perché evidentemente si stanno confrontando (per non dire “scontrando”) diversi interessi su quello che rappresenta, evidentemente, un business gigantesco sia per alcuni privati ma anche per le casse dello Stato”.
Cosimo Borraccino capogruppo di “Noi a Sinistra per la Puglia” ha risposto così ad alcune nostre domande sul pdl presentato dal suo gruppo che intende modificare la legge regionale sul gioco attualmente in vigore.
Mentre la proposta si sta avviando verso il voto del consiglio, proprio in questi giorni la Giunta Regionale della Puglia ha approvato il Piano delle Attività regionali per contrastare il Gioco d’azzardo e ha composto la sua “cabina di regia”. Inoltre, a maggio, è stata pubblicata un’importante sentenza della Corte Costituzionale relativa proprio alle distanze dei giochi dai punti sensibili contenute nella “vecchia” legge. Una sentenza che, come riferisce lo stesso Borraccino nelle sue risposte, non ha influito nel percorso del nuovo pdl, ma “contribuisce a definire con chiarezza il quadro di competenze, tra Stato e Regioni, in questa materia”.
“La proposta di legge presentata dal gruppo consiliare “Noi a Sinistra per la Puglia” – ha chiarito Borraccino – ha come obiettivo principale quello di fare un primo ‘tagliando’ alla legge regionale n. 43 del 2013 che, nella nostra regione, disciplina le attività di contrasto alla diffusione del Gioco d’Azzardo Patologico. A quattro anni dall’entrata in vigore di quella legge, e in attesa di una normativa organica (sia a livello nazionale, sia a livello regionale) su questo delicato argomento, finalizzata a contrastare con decisione questo pericoloso fenomeno, pensiamo sia utile introdurre previsioni più stringenti che possano ridurre sensibilmente i rischi di una diffusione ancor più massiccia del gioco d’azzardo patologico che, oggi, rappresenta una vera e propria piaga sociale soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Da questo punto di vista abbiamo raccolto molte segnalazioni da parte di un vasto mondo associativo e di volontariato che è impegnato in prima linea su questo fronte, e crediamo sia giusto intervenire. La nostra proposta è sostanzialmente finalizzata a disincentivare la diffusione dei messaggi pubblicitari che riguardano il gioco d’azzardo, con l’obiettivo, in tal modo, di contrastarne in maniera più efficace i risvolti patologici. Pensiamo, per esempio, sia necessario vietare tutte quelle locandine che, all’esterno di bar o tabaccherie, pubblicizzano la vincita, in quell’esercizio, di ingenti somme di denaro. Quel messaggio è potenzialmente molto dannoso perché può indurre a ritenere che vincere cifre anche importanti sia facile e frequente. Come sappiamo bene, la realtà è molto diversa, ma ingenerare questo convincimento con messaggi pubblicitari distorti può portare anche a rovinare la vita a molte persone o a mandare interi nuclei familiari sul lastrico, come spesso purtroppo accade. Allo stesso modo prevediamo di eliminare ogni forma di contributo pubblico regionale a quelle emittenti televisive locali che diffondono messaggi pubblicitari relativi al gioco d’azzardo. Su questo fronte riteniamo ci sia ancora molto da fare.
Dopo l’esame in Commissione salute quale sarà il percorso del pdl?
La proposta di legge è stata assegnata, per competenza, alla III Commissione Consiliare che si occupa di assistenza sanitaria e servizi sociali. In Commissione si sta svolgendo un’attività istruttoria e sono previste una serie di audizioni di soggetti pubblici, dell’associazionismo, del volontariato, che possono fornire un contributo utile per migliorare il testo proposto. Dopo questo lavoro istruttorio, la proposta di legge passerà al vaglio del Consiglio Regionale per la sua discussione e – questo è il nostro auspicio – per la sua approvazione. Per quanto concerne la tempistica, credo che la discussione in Aula slitterà al prossimo autunno, dopo la pausa estiva dei lavori consiliari.
Tra le modifiche proposte c’è anche la rettifica di un “refuso sulle distanze”. In relazione alla recente sentenza della Corte Costituzionale, quanto ha influito la sentenza nei vostri lavori attuali sulla legge?
Sì, con l’art. 1 della nostra proposta di legge correggiamo un evidente refuso contenuto nella legge regionale n. 43/2013. Nel testo attualmente vigente è previsto che non possano aprirsi esercizi per il gioco d’azzardo “in un raggio non inferiore a 500 mt” da una serie di luoghi sensibili, come scuole, parrocchie o centri di aggregazione giovanile. Ora, per quanto la ratio della norma sia ben chiara, la doppia negazione può portare ad equivocare, dal momento che potrebbe sembrare che tali esercizi debbano aprire necessariamente in un raggio inferiore ai 500 metri! Ovviamente questa previsione sarebbe assurda ma essendoci stata segnalata questa evidente anomalia, interveniamo con questa norma al fine di correggerla.
Per quanto riguarda la sentenza della Corte Costituzionale n. 108/2017 (che ha rilevato la stessa contraddizione, evidenziando la non felice formulazione della norma), la stessa non ha influito per nulla nel lavoro portato avanti dal nostro gruppo per la redazione di questa proposta di legge, dal momento che la pronuncia della Consulta è stata pubblicata l’11 maggio 2017, mentre la nostra pdl è stata depositata il 4 aprile.
La sentenza della Corte è certamente molto interessante perché contribuisce a definire con chiarezza il quadro di competenze, tra Stato e Regioni, in questa materia. La Corte ritiene che con la legge n. 43/2013, il legislatore pugliese non è intervenuto per disciplinare direttamente le modalità di installazione e di utilizzo degli apparecchi da gioco leciti e nemmeno per individuare i giochi leciti – aspetti che ricadendo nell’ambito della materia ‘ordine pubblico e sicurezza’, rientrerebbero nella competenza legislativa statale – ma è intervenuto per evitare la prossimità delle sale e degli apparecchi da gioco a determinati luoghi, ove si radunano soggetti ritenuti psicologicamente più esposti all’illusione di conseguire vincite e facili guadagni e, quindi, al rischio di cadere vittime della “dipendenza da gioco d’azzardo”. In tal senso la Puglia ha esercitato correttamente la potestà legislativa, essendosi occupata di una disciplina di carattere socio-sanitario (potendo il Gioco d’Azzardo Patologico essere assimilato alla dipendenza da sostanze stupefacenti o da alcool) che rientra nella materia di legislazione concorrente ‘tutela della salute’. Gli stessi principi stabiliti dalla Corte Costituzionale si possono applicare benissimo anche alla proposta di legge da noi avanzata che, quindi, rientra certamente nella potestà legislativa regionale ed è rispettosa di quanto previsto dalla Costituzione sul riparto di competenze tra Stato e Regioni.
Non temete che il pdl possa essere vanificato dall’accordo nazionale in Conferenza Unificata? Come si è mosso secondo Lei il presidente Michele Emiliano in questo senso?
Noi ci auguriamo che l’accordo in sede di Conferenza Unificata su questo delicato punto vada nella direzione di rafforzare le competenze delle Regioni in materia di contrasto ai fenomeni di ludopatia, e siamo certi che il Presidente Michele Emiliano, molto sensibile rispetto a questo argomento, farà tutto il possibile per migliorare gli strumenti a disposizione per fronteggiare quella che è diventata una vera e propria piaga sociale. Voglio ricordare che la legge di stabilità 2016 (approvata nel dicembre del 2015) prevedeva che l’accordo in sede di Conferenza Unificata dovesse essere raggiunto entro il 30 aprile 2016. E’ passato oltre un anno e quell’accordo non è ancora stato sottoscritto perché evidentemente si stanno confrontando (per non dire “scontrando”) diversi interessi su quello che rappresenta, evidentemente, un business gigantesco sia per alcuni privati ma anche per le casse dello Stato. Ad ogni modo siamo fiduciosi che l’accordo che sarà raggiunto possa andare nella direzione indicata anche dalla nostra proposta di legge, e cioè quella di un contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico e, al limite, di una diffusione di un gioco consapevole e responsabile.
Sul gioco online il vostro pdl cercherà di fare qualcosa? Cosa ne pensa di questo settore?
Ovviamente le norme in materia di contrasto alla pubblicità valgono anche per il gioco on line, ma purtroppo le competenze regionali in questa materia sono molto limitate, rientrando nella potestà legislativa esclusiva dello Stato. Voglio ricordare a questo proposito che la Commissione Europea, nell’ambito delle misure volte a tutelare i diritti dei consumatori, ha adottato una Raccomandazione (14 luglio 2014, n. 2014/478/UE) riguardante specificamente il gioco d’azzardo on line, stabilendo una serie di principi (soprattutto in tema di pubblicità che non può avere come obiettivo quello di incoraggiare la propensione al gioco) rivolti agli Stati membri affinché si possa realizzare un livello più elevato di protezione della salute dei consumatori e, più in particolare dei minori. Ebbene, a distanza di tre anni la raccomandazione non è stata ancora recepita nel nostro ordinamento, che si è limitato solo a riprenderne alcuni aspetti. Ecco, come è evidente nel nostro Paese c’è ancora tanta strada da fare in questo campo, dove, purtroppo, ci sono davvero troppi interessi…in gioco!
SM – PressGiochi
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