“Gli interventi che ho posto in essere nel mio comune a Gavorrano contro il gioco d’azzardo non sono stati affatto apprezzati dalla politica. La mia capogruppo mi ha detto che
“Gli interventi che ho posto in essere nel mio comune a Gavorrano contro il gioco d’azzardo non sono stati affatto apprezzati dalla politica. La mia capogruppo mi ha detto che avevo rovinato l’economia del comune come se il comune si basasse sulle attività di gioco d’azzardo. Di fatto la maggioranza dei consiglieri si è dimesso e io sono decaduto per una ordinanza contro il gioco. Poi sono stato rieletto ma ho dovuto difendermi per anni nei tribunali d’Italia mettendomi contro tante figure a Gavorrano e oltre.
Il gioco è disperazione e criminalità, non dimentichiamolo. La Camorra è dentro il gioco legale chiaramente, oltre ad essere dentro il gioco illegale”.
Ad affermarlo durante l’incontro web ‘Azzardo, le lobby non vanno in lockdown’ organizzato da Città Nuova è l’ex sindaco di Gavorrano (Grosseto) Massimo Borghi, noto per la sua battaglia contro il gioco d’azzardo.
“Mi ha amareggiato tanto non aver avuto l’aiuto dello Stato in questi anni, di quello Stato rappresentato in Parlamento, la politica non mi ha supportato in questa battaglia, quando ho approvato il regolamento con le distanze che somiglia molto alla legge in vigore oggi nel Piemonte. La legge del Piemonte è un’ottima legge per questo si vuole abolirla. Ha ottenuto degli ottimi risultati che avrei voluto ottenerli io. I metodi che vengono usati dalla politica e che io ho subito sono tremendi. Emarginato e messo sotto processo. Con me non ce l’hanno fatta. Non possiamo consentire che nella nostra società ci sia un tarlo che erode i rapporti sociali.
Cosa fare?
Fare rete di tutte le esperienze che lavorano e intervengono sul tema del gioco d’azzardo. Servirebbe per fare pressione che sarebbe molto superiore a quella che possono fare le lobby. Quando la pressione è popolare e spinge dal basso, cambia anche la politica. Oggi questo manca.
Avremmo bisogno di tante esperienze aggregate, che potrebbero avere una forza per salvaguardare le relazioni sociali contro il gioco d’azzardo. Altrimenti – conclude Borghi – le lobby vinceranno sempre. La battaglia continua se migliaia di persone si mettono insieme per migliorare le leggi”.
PressGiochi
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