Dopo la rimozione delle new slot dai bar, partita dal capoluogo e diffusasi poi sull’intero territorio altoatesino, adesso si sta per passare alle sale giochi. La maggior parte delle quarantasette
Dopo la rimozione delle new slot dai bar, partita dal capoluogo e diffusasi poi sull’intero territorio altoatesino, adesso si sta per passare alle sale giochi. La maggior parte delle quarantasette licenze attualmente in essere non verranno rinnovate, in base alla legge provinciale sui luoghi sensibili. L’ufficio vigilanza della Provincia è in procinto di avviare le procedure amministrative: nei prossimi mesi si chiederà a ciascun Comune altoatesino se la tal sala giochi presente sul proprio territorio sia vicina o no a uno o più luoghi sensibili e, in caso di risposta positiva, dal 31 dicembre di quest’anno la licenza sarà revocata o per meglio dire non rinnovata.
La Provincia ha scelto la sua strada contro le sale giochi e la diffusione degli apparecchi con vincita in denaro con l’assessore Martha Stocker al volante e il sostegno incondizionato del Consorzio dei Comuni e del Forum Prevenzione.
L’occasione per ribadire con forza il tracciato amministrativo è la presentazione dei dati sul gioco d’azzardo da parte dello stesso Forum Prevenzione. Dati raccolti dall’istituto Apollis e, chissà perchè, privi di Bolzano. Il Comune, infatti, pur avendo i numeri precisi sulla quantità e la dislocazione di slot sul territorio non ha voluto fornirli ai ricercatori. In ogni caso nel capoluogo ci sono 16 sale slot con licenza normale di competenza provinciale e 10 dedicate, ovvero videolottery di licenza statale. In tutto, considerando una media plausibile di 12 macchinette per sala, almeno 400 slot. Le sale dedicate (come i tabacchini) sono intoccabili da Palazzo Widmann, ma sulle normali calerà la scure.
«Allargheremo le zone considerate sensibili – conferma Stocker – e Bolzano dovrebbe essere interamente tutelata. Significa che alla scadenza delle licenze sarà impossibile rinnovarle. Ad autunno ci sarà la prima ondata di chiusure. L’obiettivo è liberare molto del territorio dall’azzardo. Non sarà facile». In questi giorni la stessa Stocker ha avuto degli incontri con il suo omologo comunale Mauro Randi. «Bisogna valutare ogni aspetto. Lungi da me difendere le occupazioni collegate alle dipendenze, ma è del tutto evidente che chiudere 10 slot significa eliminare dei posti di lavoro su cui ragionare».
Il fronte dei Comuni, comunque, è abbastanza compatto nella lotta alle sale gioco. Secondo Apollis, infatti, il 64% delle amministrazioni altoatesine ha avviato un piano di zona, il 57% ha sollecitato specifici controlli di polizia, il 46% propone colloqui informali, il 38% si affida all’informazione alla cittadinanza e il 39% insiste sul tasto delle legislazione. Il 25%, invece, insiste con particolare attenzione sulle licenze con rifiuto e divieto. Andreas Schatzer, presidente del Consorzio dei Comuni conferma il polso fermo. «Intensificheremo i controlli oltre a dare la massima disponibilità ad allargare le zone sensibili del territorio. Il nostro desiderio è arginare il più possibile quello che rischia di diventare un vero e proprio rischio sociale per tutta la provincia».
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