ADM. Pubblicato bollettino Ufficiale dei premi della Lotteria Italia 2016 Scommesse: il Tar conferma la decisione del Questore contro un gestore accusato di far da prestanome La Provincia autonoma di
La Provincia autonoma di Bolzano ha perso altre tre cause davanti al Tar in materia di lotta al gioco d’azzardo.
I giudici di primo grado del tribunale di giustizia amministrativa hanno infatti annullato tre provvedimenti con cui la pubblica amministrazione aveva revocato le licenze ad altrettate sale gioco operanti in città.
I gestori delle strutture si erano visti revocare la licenza con conseguente ordine di chiusura dell’attività. La decisione di reagire in termini legali ha per il momento permesso di salvare la licenza con diritto alla prosecuzione dell’attività. Almeno per un paio d’anni non dovrebbero avere problemi anche se la Provincia ha già fatto sapere di voler impugnare le sentenze davanti al Consiglio di Stato.
A difendere i diritti dei gestori, che rischiavano pesanti ripercussioni economiche, è stato l’avvocato Walter Moccia che si è visto accogliere – nel merito – gran parte delle argomentazioni illustrate in aula di giustizia.
In sostanza la legge provinciale in vigore è stata considerata dai giudici illegittima in quanto, di fatto, avrebbe reso impossibile la gestione di sale gioco in un reale ambito urbano. I ricorrenti hanno portato in aula una consulenza tecnica curata da alcuni esperti di Confindustria Milano con cui l’avvocato Walter Moccia ha dimostrato che la legge provinciale non avrebbe solo tutelato i luoghi di aggregazione giovanile (cosiddetti luoghi sensibili) ma avrebbe sostanzialmente vietato l’insediamento di sale gioco in tutta la cinta urbana. Questo per effetto del divieto di gestire una sala gioco nel raggio di trecento metri dal sito considerato sensibile e dunque sottoposto a tutela. Proprio grazie alla consulenza di Confindustria Milano l’avvocato Walter Moccia è riuscito a dimostrare in aula che la legge provinciale non avrebbe imposto un controllo al proliferare di sale gioco ma avrebbe provocato un “effetto espulsivo” delle sale in questione da ogni contesto urbano altoatesino rendendo, di fatto, impossibile l’avvio o la prosecuzione dell’attività. Una situazione particolarmente penalizzante per chi si trova improvvisamente a rischiare la prosecuzione dell’attività a fronte magari di investimenti non ancora ammortizzati.
Sotto il profilo giuridico i giudici del Tar hanno rilevato che i provvedimenti provinciali di decadenza delle licenze delle sale giochi risultavano emessi anche sulla valutazione dei cosiddetti siti sensibili individuati con delibere della giunta provinciale che – sempre secondo il Tar – non sarebbero state sorrette da sufficiente istruttoria . Di qui la decisione di annullare alla radice il provvedimento di revoca adottata dalla giunta provinciale.
L’amministrazione pubblica , che ha resistito in giudizio con i propri avvocati, ha annunciato di voler impugnare le tre nuove sentenze davanti al Consiglio di Stato ritenendo che , anche sotto il profilo formale, le delibere della giunta provinciale fossero assolutamente regolari.
Le motivazioni di doglianza dei commercianti che hanno ottenuto ragione vanno però al di là di questioni prettamente formali sulla utilizzabilità di determinate delibere e hanno inteso difendere il diritto ad utilizzare le licenze ottenute sino alla loro natura scadenza sulla base delle quali erano stati decisi i relativi investimenti. E su questo punto la battaglia, molto probabilmente si ripeterà davanti al Consiglio di Stato anche se i tempi tecnici dei ricorsi e della relativa trattazione dei casi permetterà comunque ai gestori di proseguire senza problemi l’attività ancora probabilmente per un paio d’anni.
PressGiochi
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