Venti sale slot chiudono i battenti. E altre trenta sposteranno la propria attività lontano – a una distanza di oltre 500 metri – dai cosiddetti ‘luoghi sensibili’: scuole, parrocchie, impianti
Venti sale slot chiudono i battenti. E altre trenta sposteranno la propria attività lontano – a una distanza di oltre 500 metri – dai cosiddetti ‘luoghi sensibili’: scuole, parrocchie, impianti sportivi, strutture sanitarie. Sono i primi effetti dell’applicazione, da parte del Comune, della legge regionale 4/2013, e successive modifiche – l’ultima di quest’anno – per il contrasto del gioco d’azzardo. La legge concede ai gestori di sale da gioco e sale scommesse che si trovano in zona soggetta al divieto – in città sono circa cinquanta – di scegliere se delocalizzare l’attività o chiudere. Il termine è scaduto da qualche settimana.
«Una trentina di queste attività usufruiranno della proroga di sei mesi concessa a chi dimostra, documenti alla mano, di essersi attivato per trasferirsi in zone permesse», afferma Alberto Aitini, assessore alla sicurezza e al commercio del Comune. Alcuni di questi apriranno in altre città. Ai venti esercenti che, invece, «non ci hanno comunicato nulla, la polizia locale sta consegnando in questi giorni le ordinanze di chiusura», spiega Aitini. Tradotto: chiusura immediata dell’attività.
Fra le attività che spariranno, ci sono quelle di via Marconi, piazza VIII Agosto, piazza dei martiri, piazza della Pace e via Andrea Costa. I controlli saranno puntuali. Difficile pensare che ci sia chi proverà a fare il furbo. «Il mancato rispetto di un provvedimento amministrativo – avverte l’assessore – fa scattare una denuncia penale». I gestori , sottolineano a Palazzo d’Accursio, hanno avuto tutto il tempo per adeguarsi alle prescrizioni della legge regionale. Il contenuto della norma era stato comunicato per tempo. A chi non ha presentato un’adeguata documentazione per richiedere la proroga (per esempio un contratto di affitto, la prova di una trattativa in corso o di lavori per preparare la nuova sede), il Comune aveva quindi inviato una seconda comunicazione, concedendo trenta giorni per chiudere. Ora sono scattate le ordinanze di cessazione dell’attività.
La legge regionale – che prevede anche l’adozione di un piano integrato triennale per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico – prende spunto da dati molto preoccupanti sul gioco d’azzardo, che spesso sfocia in una vera e propria patologia, con conseguenze quasi sempre rovinose.
Il Comune ha effettuato a suo tempo una mappatura dei luoghi sensibili sul proprio territorio. Da quel momento, l’autorizzazione per l’esercizio di sale gioco e sale scommesse «non può essere rilasciata – prevede la legge regionale – se le stesse sono ubicate ad una distanza inferiore a 500 metri dai luoghi sensibili individuati». E «non sarà autorizzata l’installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito».
«L’amministrazione comunale – ricorda Aitini – fa tutto ciò che può nel contrasto del gioco d’azzardo». A cominciare da un’attività capillare nelle scuole. L’applicazione della legge regionale è un primo passo importante. «Ma serve una legge di respiro nazionale che colpisca il gioco online – avverte l’assessore –, fenomeno che sta diventando ogni anno più preoccupante e pericoloso».
Nell’agosto del 2018, il sindaco Virginio Merola ha firmato un’ordinanza che riduce in modo permanente gli orari di funzionamento degli apparecchi da gioco con vincita in denaro, «in qualunque contesto siano installati sul territorio comunale», alle due fasce orarie dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22, inclusi i giorni festivi.
La misura, spiegò il Comune, «ha come obiettivo la riduzione dei fenomeni di abuso del gioco, vietandolo nei momenti della giornata maggiormente rischiosi in quanto meno soggetti al controllo della comunità e in particolare per la popolazione più a rischio, quella giovanile». L’Osservatorio epidemiologico metropolitano dipendenze patologiche dell’Ausl stima all’1,8 per 1.000 abitanti le persone affette da gioco d’azzardo patologico nel nostro territorio. E gli assistiti dai Sert per disturbi da gioco d’azzardo patologico sono cresciuti dai 36 del 2011 ai 201 del 2017.
PressGiochi