“Le linee guida dell’Agcom non piacciono a Di Maio e al M5S. Non a caso la lotta all’azzardo, una costante della campagna elettorale dei grillini, è parte integrante de decreto
“Le linee guida dell’Agcom non piacciono a Di Maio e al M5S. Non a caso la lotta all’azzardo, una costante della campagna elettorale dei grillini, è parte integrante de decreto Dignità e fin dall’inizio della legislatura lo stesso vicepremier ha legato la sua immagine a questo specifico obiettivo. Ma l’Agcom – ha dichiarato in una nota l’on. Paola Binetti dell’Udc – ha surrettiziamente rilanciato una sorta di alleanza con i grandi concessionari, aggirando le norme che fondano il divieto di pubblicità previsto nel decreto dignità. Il presidente di Agcom, Angelo Marcello Cardani, non nega questo punto essenziale, ma si giustifica dicendo che bisogna rispettare tutti.
Concretamente afferma di aver provato a tenere insieme e dare un senso a differenti disposizioni di legge, sforzandosi di rendere efficace il divieto introdotto dall’art. 9 del d.l. n. 87/2018.
E fin qui è possibile perfino essere d’accordo con lui, se si tiene conto della complessità del nostro sistema normativo, in cui c’è di tutto e di più, dal momento che quasi mai le nuove norme aboliscono le precedenti, creando un groviglio di contraddizioni da cui sembra quasi impossibile venire fuori. Ma la cosa più grave Cardani la dice parlando della sua proficua interlocuzione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Si dice infatti dispiaciuto che il ministro dello Sviluppo economico utilizzi l’Autorità e il suo operato per lanciare messaggi politici e personali. In realtà con queste parole il presidente dell’Agcom rivela l’ennesima linea di frattura all’interno del governo tra Di Maio e Tria, tra il MISE e il MEF. In realtà Di Maio dovrebbe interpellare il suo collega del MEF per capire come stiano davvero le cose, perché da sempre il vero grande sponsor dell’azzardo in Italia è sempre stato lui, il potente ministro dell’economia e delle finanze. Non a caso l’Agenzia dei Monopoli dipende dal MEF e la legalizzazione del gioco d’azzardo è stata voluta per fare cassa e ottenere risorse da una fonte che sembra illimitata e che si nutre dei sogni e delle ingenuità di chi crede di poter vincere ciò che non riesce ad ottenere altrimenti.
L’Agcom – conclude Binetti – sembra ignorare che potente macchina di pubblicità e di seduzione sia l’informazione dell’attuale montepremi del Superenalotto, giunto a circa 200 milioni! Quando l’Agcom scrive che non sono da considerarsi pubblicità le informazioni sulle vincite realizzate in determinati giochi e in determinati punti vendita mostra di conoscere ben poco la mentalità del giocatore abituale, che rincorre la vincita come se fosse una sorta di droga immateriale. Evidentemente l’indipendenza della Agenzia delle comunicazioni mostra di sapere troppo poco della dipendenza del giocatore e comunque Di Maio farebbe bene a sentire il suo collega Tria prima di pendersela con il ‘povero’ Cardani”.
PressGiochi
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