“Secondo articolo ‘Conti in tasca ai signori del gioco. Ecco a chi vanno i soldi degli scommettitori’ per gli scommettitori italiani, nonostante l’epidemia da Covid, le cose non vanno affatto
“Secondo articolo ‘Conti in tasca ai signori del gioco. Ecco a chi vanno i soldi degli scommettitori’ per gli scommettitori italiani, nonostante l’epidemia da Covid, le cose non vanno affatto male e si portano a casa un risultato in termini economici tutt’altro che trascurabile. Per chi le cose non vanno proprio bene, è per i signori del gioco: a sentir loro, stanno per fallire. Ma non è questa la sensazione generale, per cui in realtà guadagnano milioni senza far nulla. Preoccupati solo dall’ennesimo prelievo fiscale del Governo: uno 0,3%, indispensabile per finanziare il Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale nei prossimi tre anni”.
Lo afferma Paola Binetti dell’UDC commentando l’approfondimento di PressGiochi Magazine sul business delle scommesse pubblicato sul numero di maggio a firma Giampiero Moncada.
L’autore – afferma Binetti – tenta nel suo articolo un movimento a tenaglia, per dimostrare come i signori del gioco sarebbero strozzati dalla duplice avidità dei giocatori e del governo, mentre loro correrebbero il rischio di affogare a metà del guado. Oggettivamente si tratta di una impresa molto audace, che non tiene in nessun conto la dipendenza in cui i giocatori incappano prima o poi, e le necessità reali di un governo ai limiti del default. Governo che per altro con questo fondo intende promuovere e tutelare l’attività sportiva di chi altrimenti nello sport si limiterebbe a scommettere sul gioco degli altri. Ma c’è un altro assist ai poveri signori del gioco, obbligati ad inventarsi ogni giorno nuove iniziative per fidelizzare i propri clienti ed evitare che finiscano nell’esca tesa dai loro rivali. Abolita la pubblicità con la sua aggressività spesso sfacciata, per i signori del gioco si è aperta una sfida tutt’altro che irrilevante e che include il passa-parola, la comunicazione delle vincite fuori dal comune, e tutto quello che la fantasia del marketing riesce ad inventare. Per i giocatori non c’è alcuna speranza di uscire dal giro; sono guardati a vista perché le loro scommesse continuino a nutrire il terreno di gioco e comunque se proprio non vogliono scommettere, quasi sicuramente avranno ad un tiro di schioppo qualche slot o tutt’al più una vlt. Perché se i signori del gioco non tenessero sotto controllo entrambi i canali, poverini, non ce la farebbero proprio a sopravvivere.
Certamente l’articolo ha il grande merito di rendere trasparente una filiera organizzativa in cui la distribuzione delle risorse, a cominciare dal giocatore, vede progressivamente assottigliarsi la raccolta complessiva per soddisfare gli appetiti di tutti, o meglio ancora per pagare il lavoro di tutti coloro che sono impegnati in un settore, per il quale a dire il vero non faccio certo il tifo. Ognuno ha diritto alla sua mercede; ma quando la fonte di questa mercede è l’ulteriore impoverimento di persone già in difficoltà economica, come accade in tempo di pandemia, e loro sperano nella vittoria che cambierà per sempre la loro vita, non posso che dispiacermi per la grande illusione, anche se l’autore ha dimostrato che l’80 % torna a loro… Ma questa è solo statistica!”.
PressGiochi