Sono tre milioni gli italiani a rischio ludopatia secondo una recente stima del Cnr di Pisa, e ben un giocatore su due ha un profilo ‘patologico’. Eppure la legge per
Sono tre milioni gli italiani a rischio ludopatia secondo una recente stima del Cnr di Pisa, e ben un giocatore su due ha un profilo ‘patologico’. Eppure la legge per il contrasto al gioco d’azzardo è ‘ferma al palo’ e c’e’ il tentativo, sottolinea la deputata Paola Binetti (Ap), di ”congelarla”.
Il ddl sulla ludopatia, spiega Binetti, ”è stato licenziato lo scorso giugno dalla commissione Affari sociali ed è da allora in attesa del parere della commissione Bilancio. Si sta in realtà cercando di ‘congelarlo’ – afferma – ma noi stiamo facendo di tutto perchè ciò non accada”. Il punto, chiarisce, ”è che il ddl prevede una serie di limiti e investimenti per la prevenzione, mentre lo Stato si sta dimostrando più interessato a fare cassa con il gioco d’azzardo che non a curare i malati”. Un passo avanti è stato comunque fatto con l’ultima Legge di stabilità, che ha previsto 50 mln per il contrasto al gioco d’azzardo patologico, ma ad oggi, rileva Bimnetti, ”si attende il decreto attuativo e non è ancora chiaro quando questi fondi arriveranno e come saranno distribuiti”. In ogni caso, aggiunge, ”ciò non sostituisce la necessità di una legge ed il governo deve prendere atto del fatto che tale fenomeno rappresenta un allarme di sanità pubblica”.
Per arginare il trend di crescita del gioco d’azzardo – secondo il ministero della Salute sarebbero 700.000 gli italiani col ‘vizio del gioco’, di cui 300.000 considerati patologici – il ddl prevede infatti norme precise: niente più pubblicità di alcun tipo, strette regole per le sale che ospitano slot e vlc, mentre l’osservatorio sulla ludopatia, oggi in capo all’Agenzia delle dogane e del monopolio, si prevede venga assegnato alle competenze del Ministero della Salute, per sottolineare che il gioco patologico non è competenza dell’Economia ma, a tutti gli effetti, una questione sanitaria. Per portare avanti politiche di prevenzione, formazione, diagnosi e cura, poi, si stabilisce la disponibilità di 200 milioni annui. Il ddl conta dodici articoli che riprendono alcuni punti del decreto Balduzzi ma a vanno ben oltre quanto previsto dall’ex ministro. I comuni, ad esempio, prima esclusi, ora sono chiamati in causa: dovranno prevedere specifici regolamenti, sulla base di indicazioni nazionali. Le sale gioco, poi, dovranno restare aperte massimo 8 ore al giorno, prevedere una distanza di almeno 500 metri dai luoghi sensibili e garantire divieto di alcol, fumo e utilizzo bancomat. Ci si potrà accedere col tesserino sanitario, su cui verranno registrate le giocate. Inoltre, e’ previsto il divieto, per i prossimi 5 anni, a introdurre nuovi giochi.
PressGiochi