“Anche la Conferenza episcopale prende posizione in modo chiaro ed inequivocabile in materia di giochi e di pubblicità chiedendo di limitarne la diffusione con una legge ad hoc. Secondo il
“Anche la Conferenza episcopale prende posizione in modo chiaro ed inequivocabile in materia di giochi e di pubblicità chiedendo di limitarne la diffusione con una legge ad hoc. Secondo il cardinal Bagnasco si tratta di un fenomeno in crescita, sotto lo sguardo distratto di molti e compiaciuto di alcuni. Non a caso Bagnasco nella sua prolusione elenca cifre molto precise che dimostrano quanto conosca il problema e afferma che i giocatori patologici in Italia sono stimati in circa 700/800 mila”.
Lo ha dichiarato la deputata di Area popolare Paola Binetti rispondendo alle parole del cardinale della Cei sulla ludopatia. “Lucida e chiara è la critica del presidente della Cei rispetto alla normativa in preparazione con la prossima delega fiscale. Apprezzo molto non solo l’intervento del cardinal Bagnasco, ma anche quello del sottosegretario Baretta il quale ha dichiarato che il richiamo della Cei in materia di giochi trova rispondenza nelle scelte del Governo, dal momento che il decreto che sta preparando va in questa direzione.
Eppure e’ da quasi un anno, dal 26 giugno 2014, che in realtà c’è già un disegno di legge approvato dalla stragrande maggioranza delle commissioni che giace in attesa del parere della commissione bilancio, che lo ha congelato in attesa del decreto fiscale. Ma nei due provvedimenti – aggiunge la parlamentare di Ap – sono diverse le motivazioni e gli strumenti”.
Nel ddl parlamentare, conclude Binetti, “l’obiettivo centrale è la cura dei malati e lo strumento di eccellenza è lo stop alla pubblicità. Obiettivi che nel decreto fiscale sono presenti in modo marginale, come lo stesso Bagnasco fa rilevare. E allora chiediamo al Governo di rilanciare con maggiore rigore sul piano etico oltre che sanitario il ddl già pronto per venire incontro a quelle famiglie che continuano a soffrire per la presenza di soggetti affetti da grave dipendenza dal gioco d’azzardo. Ne tenga conto il Governo e non faccia del gioco d’azzardo solo un problema di natura fiscale”.
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