23 Novembre 2024 - 04:17

Beretta (Sind. Borgo): “Sul gioco inutile legiferare a macchia di leopardo, servono norme efficaci”

Bolzano, Prato e Carrara, tra i comuni che parteciperanno all’indagine sul gioco d’azzardo In una lettera firmata dal consigliere comunale di minoranza Piermario Giordano e dall’ex consigliere Ettore Zauli si

01 Settembre 2017

Bolzano, Prato e Carrara, tra i comuni che parteciperanno all’indagine sul gioco d’azzardo

In una lettera firmata dal consigliere comunale di minoranza Piermario Giordano e dall’ex consigliere Ettore Zauli si punta il dito contro l’inadempienza del comune alla legge regionale (n° 9 del 2 maggio 2016) che imponeva ai sindaci del Piemonte di disporre limitazioni temporali all’esercizio del gioco d’azzardo ed in particolare alle slot machine.

“Il numero delle slot machines presenti sul territorio è abnorme – scrivono Giordano e Zauli -: 1 ogni 70 abitanti contro 1 ogni 143 abitanti della media nazionale e a Borgo la ludopatia aumenta. Sul territorio comunale sono ben 22 gli esercizi in cui sono presenti slot machines”.

 

In effetti tra i comuni piemontesi inadempienti sopra i 10mila abitanti figura proprio Borgo San Dalmazzo, oltre a Valenza, San Mauro, Volpiano, Vinovo, Oleggio, Rivarolo Canavese, Cameri, Trofarello, Canelli. In Granda i comuni che hanno limitato l’orario di accensione delle slot machine sono 25 (su 250): Cuneo, Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Savigliano, Saluzzo, Boves, Busca, Cherasco, Martiniana Po, Melle, Monasterolo di Savigliano, Pocapaglia, Racconigi, Sanfrè, Sanfront, Sant’Albano Stura, Santa Vittoria d’Alba, Sommariva Bosco, Tarantasca, Valmala, Verzuolo, Villafalletto e Villanova Mondovì. Rappresentano appena il 10 per cento dei comuni cuneesi ma c’è da sottolineare di come coprano il 46 per cento della popolazione residente in provincia.

 

“I gruppi di opposizione lo scorso autunno avevano presentato in consiglio la proposta di riduzione degli orari secondo quanto previsto dalla norma con la convinzione che la proposta sarebbe stata votata all’unanimità – scrivono ancora Giordano e Zauli -. Il sindaco di Borgo, sostenuto da tutta la sua maggioranza, si era rifiutato però di adempiere al dettato della legge ritenendo di essere superiore alla stessa. Non contento della sua decisione rilasciava poi una intervista nella quale sosteneva la sua posizione con fantasiose giustificazioni tra le quali ad esempio la perdita di un terzo dei posti di lavoro degli addetti. Sosteneva addirittura in Consiglio che la riduzione degli orari avrebbe favorito una sorta di pendolarismo del gioco in quanto i ludopatici si sarebbero mossi da una città all’altra per cercare le sale aperte. Il risultato della presa di posizione del sindaco è stato proprio quello che diceva di voler contrastare: siccome molti comuni hanno posto limitazione agli orari, chi vuol giocare viene ora a Borgo dove limitazioni non ci sono”.

 

“Non mi risulta che si verifichi verso Borgo un fenomeno di pendolarismo del gioco – ribatte il sindaco Gian Paolo Beretta -. In Granda ci sono solo 25 comuni che hanno limitato gli orari delle slot. Finché non c’è uniformità, l’ordinanza sarebbe inefficace. Voglio confrontarmi con i 31 paesi del Consorzio socio-assistenziale per uniformare gli orari su tutta l’area. Occorre fare ordine e chiarezza fra tutti i paesi. Inoltre sono in attesa degli esiti della legge regionale che impone ai locali con vecchie licenze di rispettare una distanza minima dai punti sensibili (500 metri per i comuni sopra i 5mila abitanti) entro novembre 2017. Sono da sempre attento al fenomeno della ludopatia, so quanto male faccia ma servono regolamenti efficaci ed efficienti, altrimenti si risponde in modo evasivo al fenomeno”.

 

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