Il punto di partenza della presente nota è rappresentata dalla “nuova” interpretazione che si sta affermando oggi del disposto della legge n. 208/ 2015, comma 943 che per comodità si
Il punto di partenza della presente nota è rappresentata dalla “nuova” interpretazione che si sta affermando oggi del disposto della legge n. 208/ 2015, comma 943 che per comodità si riporta:
La norma è “chiara” e quindi non avrebbe bisogno di interpretazione, nel senso che la “riduzione” è associata all’AWP da Remoto, senza la quale (ovvero senza l’evoluzione tecnologica), il decreto del MEF disciplinante la riduzione delle AWP non ha copertura legislativa.
La pressioni (legittime ?) – dichiara Pierangelo Berdin, del Comitato di Presidenza As.Tro – che si esercitano al settore, invece, hanno oggi portato ad una interpretazione “rovesciata” (legittima ?) del testo legislativo, nel senso che la “precedenza” ce l’avrebbe la cadenza temporale della prevista riduzione “a prescindere” dall’esistenza o meno delle AWP REMOTE. Dal primo gennaio 2017, pertanto, si dovrà iniziare a “ridurre”, fino al raggiungimento del “tetto” preventivato (non più del 70% delle awp fotografate al 31 luglio 2015).
Le riserve giuridiche le scioglieranno i legali, ma da imprenditore mi pongo al cospetto del lato pratico della questione, ovvero la modalità di attuazione di una riduzione che – per forza di cose – costituirà adempimento amministrativo del Concessionario (cui viene rilasciato il NOE), ma che “industrialmente” potrebbe rivelarsi un autentico “scippo”.
Esistono infatti solo due modi attraverso i quali un Concessionario può praticare una riduzione “numerica e coatta” del parco macchine allacciate al proprio circuito:
Il primo modo è quello “normato ed equo”, in virtù del quale “sia le awp di proprietà del concessionario, sia quelle di proprietà dei gestori” saranno sacrificate in identica misura e con identiche proporzioni.
Il secondo modo è il far West, in virtù del quale il concessionario decide a chi togliere le awp e in quale proporzione (e verosimilmente le proprie saranno le ultime), secondo un percorso che “a tutto voler concedere” oscillerà tra “l’arbitrio (e quindi lo scippo di azienda altrui) e l’elegante convincimento del gestore.
Da operatore di gioco lecito non ho memoria di tante esperienze di “equità” nel nostro settore, e quindi mi chiedo come la mia azienda e quelle dei miei colleghi affronteranno una situazione che potrebbe porli al cospetto di esperienze molto spiacevoli, financo cagionanti la compromissione dell’attività.
Sicuramente i legali mi conforteranno nell’illustrami come i contratti di gestione telematica costituiscano atto di impegno per il concessionario a ridurre “per ultime” le awp per la quali si è pagato il “costo rete”, ma non credo che un’azienda possa pensare di poter lavorare in Tribunale.
PressGiochi