28 Dicembre 2024 - 11:37

Beni (Pd): “Sul gioco serve una cornice nazionale che guidi l’intervento dei comuni”; Endrizzi (M5S): “I sindaci devono essere liberi di bandire l’azzardo”

“Intervenire con una norma per ridurre il gioco nei bar e tabacchi è sicuramente una misura opportuna, purché si realizzi veramente. In questa legislatura si sono moltiplicati gli interventi parlamentari

14 Ottobre 2016

“Intervenire con una norma per ridurre il gioco nei bar e tabacchi è sicuramente una misura opportuna, purché si realizzi veramente. In questa legislatura si sono moltiplicati gli interventi parlamentari sulla questione del gioco d’azzardo tanto che negli ultimi anni la Legge di Stabilità ha dato al Ministero della Salute più competenze sulla questione.

Lo ha dichiarato Paolo Beni del Pd intervenuto a RadioRai parlando di gioco d’azzardo patologico.

 

“Se da un lato si opera sulla struttura sanitaria dall’altro è necessario intervenire sul lato della prevenzione e riduzione dell’offerta. Ricordo che nel 2014 la Delega fiscale prevedeva una ampia regolazione per ricostruire l’offerta di gioco con grande attenzione alla tutela della salute.

Ma la delega è stata fatta decadere da questo governo.

Le Regioni e molti comuni hanno adottato regolamenti fortemente restrittivi che tuttavia vengono impugnati nei tribunali amministrativi. C’è un enorme contenzioso sul quale il Governo deve intervenire per salvaguardare la capacità regolatoria dei comuni e allo stesso tempo tracciando una cornice nazionale di regolamentazione dell’offerta del gioco pubblico.

Dobbiamo avere buon senso e ridurre l’offerta, ma evitare che accanto ai comuni ‘deslottizzati’ sorgano piccole Las Vegas del gioco. La cornice nazionale serve a stabilire i margini entro i quali gli enti possono legiferare”.

 

Ad intervenire anche il prof. Maurizio Fiasco di Alea che ha giudicato quella del Governo come “una spinta ancora timida quella dell’intervento statale contro il gioco patologico. Le esperienze pioneristiche avviate da molte associazioni sul territorio dimostrano che dalla patologia del gioco si può uscire ma non si può pretendere di contenere il gioco, da un lato, e, dall’altro, spingere l’offerta in tutti gli spazi e in tutte le ore della giornata. Bisogna fare un po’ come per il fumo. Sul gioco c’è un doppio messaggio che produce dipendenza”.

 

 

“ Sulla riduzione dell’offerta e delle slot in particolare – ha dichiarato Giovanni Endrizzi del M5S – non capisco le proposte di oggi del Governo. Ma non le aveva già ridotte nella scorsa Stabilità? Intanto però mette i bastoni fra le ruote agli enti locali che intervengono sulla questione. Lottiamo da anni contro una ipocrisia che introduce interventi sul gioco ma non in maniera decisiva ed incisiva. Pensiamo al divieto pubblicitario che poi permette alla Nazionale di stringere sponsorizzazioni con i big del gaming e delle scommesse.

 

Dobbiamo decidere – conclude – se vogliamo restituire voce ai cittadini in questo ambito. Dobbiamo riportare questa industria a limiti di sostenibilità come era 20 anni fa. Non credo in una cornice nazionale unica che imponga questo mercato, i cittadini e i comuni devono poter scegliere di esser privi di gioco, nel rispetto del principio di sussidiarietà. I sindaci devono esser liberi di intervenire, va vietata la pubblicità e introdotta più trasparenza in questo mercato. Introdurre un tessera del giocatore per tutelare il giocatore e i minorenni.

 

Nel pdl presentato in Senato, affermo che la pubblicità del gioco  è tossica non solo per i giocatori ma anche per il sistema della comunicazione, i giornali e i tg finanziati dall’azzardo evitano di dare certe notizie e questo condiziona la libertà di stampa. Attraverso la pubblicità il sistema recluta giovanissimi”.

 

PressGiochi