“Dobbiamo costruire una cultura del gioco che permetta di approcciarsi ad esso in maniera non proibizionista e non esasperante. C’è una carenza di iniziative pubbliche consolidate. L’approccio culturale dei Governi
“Dobbiamo costruire una cultura del gioco che permetta di approcciarsi ad esso in maniera non proibizionista e non esasperante. C’è una carenza di iniziative pubbliche consolidate. L’approccio culturale dei Governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni è stato quello di riportare il gioco a una dimensione normale della vita: una presenza senza eccesso”.
Lo ha dichiarato il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, in occasione della pubblicazione del Libro “Il senso del gioco. Tra competizione, vertigine, caso e responsabilità: la sfida del giocatore e quella delle istituzioni”, di Riccardo Zerbetto.
“L’approccio di protezionismo eccessivo ha portato a far prevalere la linea di riferimento delle distanze. Pur comprendendo le ragioni degli enti locali, questa è una via facile per affrontare un problema complesso, si sposta l’offerta, non si risolve il problema. Alcuni amministratori locali – spiega Baretta – teorizzano che la concentrazione in periferia di una zona dedicata al gioco è errata. Si crea un nomadismo sul fronte del gioco. Per questo abbiamo cercato un’altra risposta alla risposta: occorre ridurre l’offerta di gioco, riducendo le slot machine nei bar che erano troppe. Processo che si concluderà ad aprile.
Oggi c’è un problema di organizzazione delle competenza statali. Il fatto che il MEF si occupi da solo di gioco non è il massimo, visto il cambiamento della mentalità che c’è stato sulla materia, perché il tema non si riduce alla parte fiscale. In secondo posto, viene l’approccio con gli enti locali che devono adeguarsi alla progressiva normativa nazionale.
L’obiettivo di fondo è quello di avere una regola nazionale.
Il M5S da sempre propone l’abolizione del gioco, mentre ora parlano di tassare. O si abolisce o si tassa, questa è una ambiguità sul punto di partenza.
L’esperienza ci ha dimostrato che è ora di passare al margine e cambiare il sistema di tassazione. Infine dobbiamo occuparci di reinvestire le entrate del gioco, sarebbe bene che ci fosse un riequilibrio della distribuzione e non pensare solo che questi soldi non possano essere reinvestiti sul fronte sanitario.
Abbiamo in sospeso il decreto di applicazione dell’accordo, a causa della scelta della regione Piemonte; c’è il contingentamento che va varato a breve – inutile tenerlo nei cassetti -, e infine c’è il tema del passaggio alle macchine da remoto.
Questi sono gli interventi da varare a breve per continuare ad andare avanti nel processo di regolamentazione del gioco e dalla linea che si sceglierà nella prossima legislatura. Il successo della riforma la vedremo il 5 marzo – commenta Baretta – di fatto una linea va presa perché ad ottobre ci sono i bandi, o si fanno o non si fanno.
Il successo della riforma verrà raggiunto ma a lungo termine e tenendo conto del settore gioco nel suo complesso”.
PressGiochi