“Mi dispiace che non si colga o non si vuole cogliere il tentativo di svolta da parte del Governo sul fronte giochi. Ho letto ieri il comunicato della consulta Anti
“Mi dispiace che non si colga o non si vuole cogliere il tentativo di svolta da parte del Governo sul fronte giochi. Ho letto ieri il comunicato della consulta Anti usura e ritengo che siamo al limite dell’offesa personale, credo che in questo modo non si raggiunga nulla”.
Ha esordito così il sottosegretario Baretta durante la partecipazione al Convegno ‘Gli italiani e il gioco d’azzardo’ che si è tenuto questa mattina a Roma.
“La nostra linea – ha spiegato il sottosegretario – è una riforma non proibizionista, ma limitativa.
Vogliamo mantenere il regime concessorio (un tema poco discusso, che viene dato per scontato). Molti sostengono che lo Stato dovrebbe ritirarsi. La nostra scelta consente il controllo diretto.
Proponiamo la riduzione dell’offerta. Mi dispiace che c’è chi tenta di dimostrare che non è così. Molti operatori ci chiedono perché le Awp. Perché sono quelle maggiormente diffuse. Vorremmo ridurre anche il numero dei punti gioco.
Infine, miriamo ad aumentare la prevenzione e cura.
Innalzare la qualità del luogo, ci permette di aumentare anche la prevenzione. Aumentano controlli, le formazione degli operatori. Bisognera aiutare gli operatori a fare il salto di qualità. E cambieranno i tempi di giocata.
Nel dibattito con gli enti locali – ha continuato Baretta – sono rimasti due passi da compiere. Gli orari in primo luogo, ma penso che si possa arrivare ad un punto di contatto. Quello delicato che rimane è proprio il punto relativo alle distanze. Abbiamo offerto una riduzione dei punti gioco: meno macchine diversa collocazione. E’ opinabile l’elenco dei punti sensibili. La disomogeneità è uno dei problemi maggiori che ha conseguenze in termini di prevenzione e regolamentazione. Una problematica che deve comunque assolutamente essere condivisa con gli enti territoriali, ma la scelta deve essere urbanistica, non di semplice spostamento del gioco.
Siamo al punto che bisogna arrivare ad un chiarimento. Deve prevalere – ha concluso – la volontà di coloro secondo i quali la riforma deve essere fatta. Perché il gioco deve e essere una questione di normalità non una condizione patologica”.
PressGiochi
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