“Gli interventi degli Enti locali più sono rigorosi e più producono effetti di proibizionismo al centro e di concentrazione del gioco nelle periferie”. Lo ha dichiarato il sottosegretario all’Economia Pier
“Gli interventi degli Enti locali più sono rigorosi e più producono effetti di proibizionismo al centro e di concentrazione del gioco nelle periferie”. Lo ha dichiarato il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta presente alla conferenza organizzata dalla Sapar per il rilancio della Campagna “Affinché il gioco rimanga un gioco” in collaborazione con il Ministero della Salute.
Come ha dichiarato Baretta: “Da un lato iniziative come quelle di formazione dei gestori e dall’altro l’aggiornamento dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) sono fondamentali per intervenire sul Gap. Non credo che questo tema possa essere incluso nella discussione della Conferenza Stato Regioni che implica tutta una riorganizzazione normativa sul gioco ma ben venga un accordo con il Ministero della Salute per intervenire su questo aspetto.
Nel momento in cui gli enti locali sono intervenuti con provvedimenti variegati che hanno un filone conduttore delle distanze e degli orari, il primo ha portato al risultato del proibizionismo con una evidenza che questi effetti di intervento degli enti locali più sono rigorosi e più producono effetti di proibizionismo al centro e concentrazione nelle periferie.
In Regione Lombardia, anche il sindaco di Padova teorizza la concentrazione del gioco nelle periferie cosa che io temo perché questo non produce il rispetto delle regole ma la ghettizzazione del gioco
In Conferenza Unificata occorre trovare un punto di equilibrio.
La dimensione della distribuzione va affrontata non tanto dal punto di vista quantitativo, previsto già nella legge di stabilità 2016, ma da un punto di vista della distribuzione logistica. Più siamo organizzati e riduciamo la distribuzione – ad esempio negli esercizi pubblici – più saremo capaci di affrontare il problema e la questione delle distanze. E’ più facile controllare l’accesso di un minore in una sala dedicata che in un bar o tabaccheria.
E’ evidente che il risultato della Conferenza deve arrivare entro l’estate perché dobbiamo anche dare certezze agli operatori.
Non siamo focalizzati – ha continuato Baretta – su una visione proibizionista ma siamo concentrati a fare in modo che il gioco si svolga in una condizione di assoluta normalità”.
“Nell’affrontare il Gap, dobbiamo far si che l’effetto sia liberare il gioco e ridargli la sua dimensione di normalità. Il dibattito giusto sulla compulsività determina comprendere cos’è il gioco. In parte c’è del vero: alcune proposte di gioco lo rendono compulsivo. Pensiamo alla percezione che c’è del lotto, considerato familiare, ma invece è d’azzardo. Il nostro problema culturale, politico e organizzativo è riuscire ad affrontare la ludopatia e contemporaneamente liberare dall’idea che sia il gioco in se il problema altrimenti si arriva ad una dimensione proibizionistica.
Gli enti locali – ha concluso il sottosegretario – in mancanza di una regolamentazione nazionale hanno provato ad autoregolarsi cercando di soddisfare certe esigenze e spesso diventando proibizionisti. Perché si è arrivato a questo? Esagerando con distribuzione e offerta. C’è stata una pervasività che ha cambiato la natura stessa dell’approccio. Dobbiamo cambiare e questo implica un riordino, un cambiamento. Bisogna far si che nei Lea rientri anche la ludopatia, per capire e affrontare il problema. I numeri ballano,ma comprendendo i numeri possiamo agire. Quando lo scorso anno abbiamo messo i fondi, lo abbiamo fatto senza numeri certi. Se invece lo mettiamo nei Lea possiamo agire in maniera efficace”.
PressGiochi
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