Mentre il settore degli apparecchi attende con ansia che la Stabilità 2017 sveli i piani del governo che, secondo gli intendimenti, dovrebbero rivoluzionare il settore, il rincorrersi delle voci e
Mentre il settore degli apparecchi attende con ansia che la Stabilità 2017 sveli i piani del governo che, secondo gli intendimenti, dovrebbero rivoluzionare il settore, il rincorrersi delle voci e delle opinioni si accavalla vorticosamente, senza però lasciar trapelare il minimo segnale di ottimismo.
Vogliamo per questo continuare a raccogliere gli umori e le impressioni dei gestori nella convinzione che il loro contributo di idee sarebbe determinante per meglio orientare le scelte del legislatore. E il nostro ambizioso (pure troppo, forse) auspicio è proprio quello di veicolare i loro pensieri verso l’alto, affinché, prima o poi, qualcuno li ascolti e li faccia propri.
L’importante, naturalmente, è puntare su personaggi autorevoli, d’esperienza e di provata professionalità, qual è a nostro avviso l’imprenditore comasco Walter Re, che tra l’altro può essere definito un operatore “a tutto tondo”, avendo anche una partecipazione in una concessionaria.
Walter, qual è a tuo parere il motivo per cui, dopo oltre 12 anni di attività, il comparto AWP continua a vivere nell’incertezza e, peggio ancora, in uno stato di preoccupazione crescente guardando il futuro?
La risposta non dovrei darla io, ma i media, gli amministratori del sistema del gioco italiano, i politici onesti. Vero è che il legislatore si è mosso sino ad oggi, apparentemente, con zero piani, zero coordinamento e massima improvvisazione, qualcuno dice a causa delle pressioni che deve subire ogni giorno da personaggi e realtà interni ed esterni al settore. Nella realtà mi sembra di poter dire che poco è cambiato dal 2004, quando si diceva che volevano azzerare il comparto gestori. E’ una guerra commerciale tra i grossi gruppi che vogliono fagocitare il settore e i piccoli gestori che garantiscono elevati standard di raccolta, professionalità e occupazione; ma, come dice il Sottosegretario, sono troppi. Poi dovremo capire a quale occupazione si dedicheranno i defenestrati per sbarcare il lunario (ma noi lo sappiamo già).
Ed è altrettanto vero che in tutti questi anni sono veramente pochi gli esponenti politici ed istituzionali ad aver avuto la buona volontà di imparare qualcosa. Però questo non basta per giustificare lo stato di cose in cui ci troviamo: il paradosso è che noi gestori siamo più vilipesi oggi che non ai tempi del videopoker. E’ sin troppo evidente che c’è qualcosa che non va a monte e che attualmente nessuno vuole prendersi la responsabilità di difenderci.”
La prova più tangibile di quanto dici è la determinazione di ridurre il parco macchine AWP, che appare molto più uno spot per placare il fronte anti-slot, che non un progetto serio e motivato…
Infatti, per me è una bufala, perché tutte le macchine che usciranno dai bar e forse dai tabaccai finiranno nelle sale dedicate e in quelle per le scommesse, che nel frattempo aumenteranno. La domanda che ci si dovrebbe porre è: servirà un maggior numero di diritti VLT, ma dove li prenderanno?
Quindi, cosa bisognerebbe fare per salvaguardare gli interessi di tutti?
A mio avviso, la soluzione migliore sarebbe rivedere le norme sul contingentamento, in un modo molto semplice: ritornare alla norma ante 1° settembre 2011. Probabilmente si potrebbe fare senza nemmeno arrivare ad una legge, ma con una circolare. Però, evidentemente, per i nostri legislatori è una strada troppo semplice. Ecco che viene da pensare che sono altri i risultati che si vogliono ottenere.
Contestualmente, bisognerebbe togliere l’obbligo di installazione del gioco di puro intrattenimento dove sono installate le New Slot, perché è una norma contraria al buon senso considerando il divieto ai minori.
Oltre alla riduzione delle comma 6A, però, dovrà essere conseguente e parallela una diminuzione di tutte le altre offerte di gioco, in primis delle Vlt per poi continuare con Gratta e Vinci, Lotto, Sale scommesse, Bingo, ecc.
Comunque sia, sembra proprio che l’obiettivo da colpire non sia solo la AWP in quanto tale, ma pure i gestori-terzi incaricati alla raccolta.
La risposta sta in quanto affermavo prima. Si pensava ad un sistema a filiera corta, senza tramiti fra il concessionario e l’esercente. Ma sin dall’inizio dell’attività ci si è accorti che il sistema non poteva funzionare senza la partecipazione attiva del gestore, il quale si occupa della raccolta, dell’acquisto, della manutenzione e della sostituzione degli apparecchi, dell’assistenza al punto vendita. Senza dimenticare che gestore, insieme all’esercente, è il primo anello nell’approccio con il giocatore e quindi è il primo controllore delle problematiche del territorio.
Inoltre, è colui che garantisce l’esatto riversamento del PREU anche in occasione di furti.
A questo proposito ritengo necessaria una norma che responsabilizzi l’esercente, magari attraverso una assicurazione obbligatoria contro i furti; in assenza di questa, quindi, non dovrebbe essere consentita l’installazione delle macchine o l’iscrizione RIES e, al terzo furto nell’arco di un biennio, l’assicurazione può negare il contratto per cinque anni. In tal modo, si avrebbe anche una diminuzione delle installazioni e una pulizia della filiera esercenti.
Inoltre, proporrei un contratto univoco di filiera con percentuali imposte per gestore ed esercente, cosicchè la concorrenza fra operatori si svolgerebbe solo sul piano dei servizi erogati. In una parola: sulla qualità.
La strada che vogliono far percorrere al nostro settore è quella seguita dalla globalizzazione nel settore del commercio, con tutte le storture che ciò ha portato. Perdita di posti di lavoro, riduzione dei compensi all’erario, minore capillarità dell’offerta, minor professionalità nel servizio, minor qualità dei prodotti offerti. In definitiva, grandi gruppi che tengono sotto scacco la politica e le amministrazioni. PressGiochi