“Nell’ultimo periodo devo segnalare una certa difficoltà ad essere presi in considerazione dalle pubbliche amministrazioni territorialmente competenti a realizzare interventi per prevenire il gioco d’azzardo patologico. Noto una sorta di
“Nell’ultimo periodo devo segnalare una certa difficoltà ad essere presi in considerazione dalle pubbliche amministrazioni territorialmente competenti a realizzare interventi per prevenire il gioco d’azzardo patologico. Noto una sorta di contrasto tra ciò che si dice e ciò che si fa, tra ciò che si dice per realizzare un sistema nazionale di equilibrio tra Stato, concessionari e giocatori e quello che si fa in pratica. Tra la necessità di combattere la patologia dell’azzardo e la difficoltà da mettere in atto iniziative scientifiche per aiutare il legislatore nazionale e territoriale nell’attuare le politiche più opportune”.
L’Avvocato Cristiano Iurilli, docente dell’Università di Tor Vergata e afferente al “Gruppo Studi E Ricerche Diritti e Salute del Giocatore (DSG)- Consumatore. Settore dei giochi e delle scommesse” ha partecipato questa mattina all’incontro presso la Commissione Politiche Sociali Municipio XII finalizzato a predisporre alcune iniziative sul territorio volte alla prevenzione e al contrasto delle dipendenze patologiche da gioco d’azzardo. Presente in Commissione il presidente Alessandro Alongi e anche i rappresentanti di Konsumer Italia, Raffaella Grisafi, Fabrizio Premuti .
“L’Università di Tor Vergata dal 2014 realizza un gruppo di ricerca trasformato in un hub Gioco, che ha la caratteristica unica in Italia della della multidiciplinarietà: clinica, legale e marketing reputazionale. Il nostro scopo è lavorare su formazione e ricerca.
Vogliamo far sedere sullo stesso tavolo tutti i protagonisti del gioco: consumatori, stato e concessionari. Abbiamo concluso una convenzione con ADM, che regola il settore, che ci privilegia nei rapporti con i Monopoli e stiamo partendo in questi giorni con una survey per analizzare i provvedimenti messi in atto dai concessionari del gioco per combattere il disturbo da gioco d’azzardo. Il problema del Gap – ha detto Iurilli – va studiato in maniera equilibrata. Non crediamo che i concessionari vogliano spolpare i giocatori: questo causerebbe la perdita dei clienti per gli operatori e danni reputazionali al sistema gioco.
La reputazione del sistema gioco si ottiene solamente nel momento in cui tutti i soggetti che fanno parte della filiera realizzano una compliance aziendale tale da far sì che quando il giocatore entra in una sala – fisica o virtuale – si trovi in un contesto pulito ed informato, dove ci siano i primi spunti per coadiuvare il giocatore nel capire cosa sta facendo e come tutelarsi.
Sul fronte della formazione, il Ministro Speranza ha pubblicato un decreto ludopatia nel quale viene avocato allo Stato la problematica del Gap spingendo sull’obbligo formativo per tutti coloro che nel pubblico o nel privato siano a contatto con un giocatore problematico/patologico o con la sua famiglia. Il decreto Speranza c’è ma pochi ne parlano per via dell’obbligo formativo. Obbligo che in alcune regioni è espresso chiaramente cone in Regione Campania, in altre no. Penso alla Regione Lazio dove entrerà in vigore la legge sul contrasto alla ludopatia e non si comprende se prevede o meno l’obbligo di formazione e chi lo deve seguire. Gli operatori sono favorevoli a questo obbligo. Stiamo realizzando corsi professionalizzanti in tema di Gap, differenziati in base al targhet per fare in modo che la formazione diventi uno strumento per combattere la patologia.
In questo lavoro la politica deve sostenere le istituzioni attive.
Sul fronte della ricerca, siamo sicuri che l’attuale individuazione di luoghi come sensibili sia funzionale? Che utilizzare il mero strumento del distanziamento sia sufficiente? Perché non realizziamo con i fondi pubblici un progetto sentinella a livello dei municipi per realizzare una ricerca statistica per comprendere le esigenze sul territorio e indurre i legislatori nazionali e regionali a realizzare un sistema legislativo duttile che si adatta alle esigenze del territorio.
Il gioco non deve essere nascosto: la ludopatia va affrontata dagli stessi operatori per mostrare consapevolezza e capacità di gestione. Se continuerete a nascondere il problema come risultato non si arriverà a nulla.
Credo che la ricerca scientifica autonoma deve avere anche una caratterizzazione pubblica, usiamo i fondi del PNRR per realizzare risorse per ridurre gli ambiti del gioco sporco. Solo così lo stato realizzerà quel delicato equilibrio tra l’interesse alla salute, l’interesse dei concessionari a fare business e l’interesse del consumatore all’informazione.
Collaboriamo insieme su formazione professionalizzante e ricerca scientifica per realizzare un sistema regionale che possa diventare un modello statuale” ha concluso il legale.
PressGiochi
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