Una delle notizie più eclatanti apparse sulla stampa locale piemontese attiene al dato del calo della raccolta di gioco in Regione agli apparecchi. Ad aumentare l’enfasi della notizia, si è
Una delle notizie più eclatanti apparse sulla stampa locale piemontese attiene al dato del calo della raccolta di gioco in Regione agli apparecchi. Ad aumentare l’enfasi della notizia, si è evidenziato l’ulteriore dato attinente alla presunta unicità del Piemonte rispetto a tutte le altre Regioni, in cui volume di gioco agli apparecchi non si sarebbe ridotto nel 2016 rispetto al 2015.
In Piemonte, – afferma l’associazione Astro – pertanto, sottolineano come la “loro” Legge abbia provocato un calo di raccolta “alle macchinette” pari a 70 milioni di euro e quindi elogiano le restrizioni introdotte sia dalla Regione che dai Comuni esclusivamente sui congegni legali.
Lettura errata ed equivoca. Facciamo parlare i dati e non le ideologie.
Innanzitutto il calo della raccolta lorda a AWP+VLT+COMMA 7 è calata di 61 milioni (non 70) a fronte di un aumento della spesa effettiva, per gli stessi prodotti, pari a 41 milioni di euro, quindi l’esito dell’annata dovrebbe essere apprezzabile in termini di maggiore impoverimento della popolazione e tendenziale peggioramento delle condizioni sociali nel 2016 rispetto al 2015.
Se poi guardiamo la “raccolta complessiva a tutti i prodotti di gioco”, notiamo come dai 5.060 milioni di euro del 2015, il 2016 registri il dato di 5.127 milioni di euro, ovvero 67 milioni in più, esattamente (al centesimo) l’incremento realizzato dal giocato al Lotto-10elotto (che dai 418 milioni del 2015 passa ai 485 del 2016). L’effetto delle restrizioni locali, pertanto (Regionali e Comunali) è stato solo quello di far emigrare una parte di gioco dal prodotto spento per limitazione oraria a quello rimasto accesso, generando un “saldo” complessivo decisamente controproducente in termini di “limitazione al gioco”, sia per ciò che attiene alla raccolta complessiva (che da 5.060 milioni del 2015 passa a 5.127 milioni del 2016) sia per ciò che attiene alla spesa effettiva (che da 1.136 milioni del 2015 passa a 1245 milioni del 2016, ovvero 109 milioni in più).
Questi sono “i dati” da associare alla Legge regionale Piemonte e alle restrizioni applicate ai soli apparecchi da gioco dalle ordinanze comunali dei Sindaci, e di questi dati bisogna pubblicamente proclamarsi orgogliosi (o magari preoccupati, visto che sono stati considerati derivanti da normative e regolamentazioni introdotte dal 2015 da quelle stesse Amministrazioni Locali oggi schierate per il mantenimento delle stesse, così come sono).
Detto ciò torna alla mente “la battaglia” che in molti consessi si è sviluppata circa la disponibilità dei dati di gioco, e la presunta centralità di queste informazioni ai fini delle campagne di prevenzione: se questo è il modo di leggere le informazioni statistiche e di associarle alle realtà regolamentari applicate alle annualità di riferimento, è evidente come sia ancora l’ideologia e il pregiudizio a dettare – persino – le regole dell’analisi matematica.
PressGiochi